Tecnologie avanzate per una viticoltura sostenibile, grazie al progetto Bayer Forward Farming

da Redazione uvadatavola.com

Utilizzare tecnologie avanzate per garantire alle aziende agricole sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Questi gli obiettivi che la Bayer Crop Science vuole perseguire attraverso il progetto Bayer Forward Farming (BFF).

In Italia a sperimentare il progetto è l’azienda “Agricola Moranda” della famiglia Capurso, situata nel cuore della Valpantena, a pochi chilometri da Verona. L’azienda si estende per una superficie di circa 17 ettari, di cui 15 coltivati a vigneti delle varietà Corvina (la più importante), Rondinella, Corvinone, Molinara e Croatina. Tali vitigni consentono la produzione di “Valpolicella Superiore” e “Amarone della Valpolicella”, vini rossi che di anno in anno diventano sempre più importanti nel panorama vitivinicolo mondiale. L’azienda ha aderito sin da subito al progetto BFF, adottando le più moderne tecniche vocate alla sostenibilità.

A partire da marzo 2017 la Bayer sta promuovendo il progetto italiano, organizzando visite aziendali al fine di dimostrare ad agronomi, tecnici, esperti e anche a non esperti del settore com’è possibile fare agricoltura in modo sostenibile con un percorso fattibile e vantaggioso.

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Schema del BFF nell’azienda agricola Moranda.

Nell’ultima settimana di luglio, un gruppo di venti esperti in viticoltura da vino e da tavola, provenienti da Puglia, Sicilia e Piemonte, ha visitato l’azienda Capurso. A loro sono stati presentati i nuovi strumenti tecnologici adottati dal progetto BFF.

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Spiegazione del sistema easy Flow con kit dimostrativo.

“Nell’azienda agricola, le tecnologie supportano in tutto e per tutto il produttore – ha spiegato ad uvadatavola.com Michele Bonvicini, Crop Manager Grapes per Bayer Crop Science – grazie al monitoraggio del clima e degli insetti dannosi. Con un sistema previsionale si previene l’eventuale sviluppo di malattie intervenendo per tempo. Infine, ma non per ultimo, si utilizzano gli agrofarmaci in modo sicuro per gli operatori, l’ambiente e il consumatore”.

Capannina metereologica iMeteos®300.

“Il progetto, è stato realizzato anche grazie al sostegno di partner come Braglia, Bulzoni Meccanica, Mybatec, Pessl Instruments, World Biodiversity Association, perché la sostenibilità non si raggiunge da soli, ma si alimenta attraverso la collaborazione”, ha continuato Eleonora Spiazzoni, Sustainable Agricolture Manager della Bayer CropScience.

Interessante l’intervento di Massimiliano Mochetti, Stewardship Manager per Bayer Crop Science: “Preventivamente viene utilizzato un sistema computerizzato Dresscode, consultabile gratuitamente sul sito www.cropscience.bayer.it, che richiede l’inserimento di dati riguardanti il tipo di agrofarmaco, la sua formulazione, la distribuzione (manuale, automatica, atomizzatore) e il tipo di attrezzatura. Sulla base di questi input il sistema rimanda tre output che corrispondono ai dispositivi di sicurezza individuali (DPI) più idonei da indossare durante la fase di caricamento/miscelazione del prodotto, alla modalità di distribuzione più idonea e al tipo di lavaggio da utilizzare sul dispositivo utilizzato per il trattamento. Il software considera anche se il trattamento viene effettuato in pieno campo o in serra”.

Durante la visita, oltre ai problemi legati alla distribuzione degli agrofarmaci ed alla loro deriva, si è discusso di gestione dei prodotti reflui di fine trattamento e delle acque di lavaggio delle irroratrici. Per far fronte a questa problematica la Bayer ha sviluppato il Phytobac, un sistema commercializzato dalla società “Mybatec” che evita la pericolosa dispersione di queste,nell’ambiente circostante. Il sistema prevede l’utilizzo di vasche contenenti terra e fango (biomix). Le acque, una volta immesse nelle vasche, evaporando rilasciano residui che naturalmente vengono degradati dai microrganismi presenti nel terreno.

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Bayer Phytobac, sistema automatico e sicuro per la degradazione naturale degli agrofarmaci presenti nelle acque di lavaggio delle attrezzature per la distribuzione.

La Bayer Crop Science ha anche stretto una collaborazione con la World Biodiversity Association (WBA), una Onlus composta da botanici, zoologi e appassionati impegnati nella conoscenza e conservazione della biodiversità in Italia e nel mondo, per avere dei riscontri concreti su tutte le attività implementate all’interno del progetto, misurare la salubrità dell’agrosistema e introdurre dei miglioramenti concreti all’interno dell’azienda.

L’associazione si avvale anche di un Comitato Scientifico internazionale, costituito da naturalisti di tutto il pianeta. Dalla collaborazione è nato un progetto di che consente a WBA, attraverso l’utilizzo delle api, di monitorare l’impatto ambientale dei sistemi agricoli adottati.

“Inoltre – ha spiegato Nicola Torrmen, socio consigliere della Onlus – misuriamo l’impatto della biodiversità sulle diverse attività agricole avvalendoci degli indici della certificazione Biodiversity friend. Questa monitora l’impatto dell’agricoltura sul territorio tenendo conto delle pratiche agronomiche, dell’uso dell’acqua e dell’energia e attraverso il continuo monitoraggio dei bioindicatori degli agrosistemi con degli hotspot”.

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Arnie Dadant con installato il sistema di monitoraggio Melixa, che permette di tenere sotto controllo in tempo reale e in remoto l’apiario.

Il progetto BayerForwardFarming mira a raccogliere le principali sfide dell’agricoltura, tra le quali la più importante è la Food Security. Per Bayer fare agricoltura sostenibile significa: salvaguardare il reddito degli agricoltori, preservare le risorse ambientali e migliorare la qualità della vita.

Il progetto BayerForwardFarming ad oggi coinvolge 6 aziende agricole in tutto il mondo (Italia, Francia, Belgio, Olanda, Germania) ma in futuro interesserà realtà produttive di oltre 70 Paesi.

 

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Autore: La Redazione

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