Puglia: disciplinare 2022 e integrazioni. Quali novità?

Agostino Santomauro e Antonio Guario commentano le molecole assenti e le nuove introduzioni

da Redazione uvadatavola.com
disciplinare puglia 2022

La Regione Puglia ha da poco approvato il Disciplinare di Produzione Integrata per il 2022. Quali sono le grandi assenti e le novità per l’uva da tavola?

Per chiarirci meglio le idee abbiamo deciso di fare una chiacchierata con Agostino Santomaurodel Servizio Fitosanitario Regione Puglia – e Antonio Guario, fitoiatra e agronomo presso il “Centro di Sperimentale e di Diagnosi Fitosanitaria” Agrolab. Questa sarà anche l’occasione giusta per conoscere le integrazioni per la vite da tavola introdotte dalla cosiddetta “finestra”.  

Le norme eco-sostenibili per la difesa fitosanitaria e il controllo delle infestanti delle colture agrarie per la Regione Puglia sono state approvate con Determinazione del Dirigente dell’Osservatorio Fitosanitario del 16 marzo 2022, n. 14 e pubblicate sul BURP n. 34 del 24 marzo 2022”, Esordisce Agostino Santomauro.

Antonio Guario aggiunge: “Tali norme rappresentano il documento di riferimento per aziende agricole, tecnici e Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Il lavoro del Comitato tecnico scientifico nazionale – iniziato nel 1996 – consente di aggiornare annualmente le sostanze registrate per coltura e per avversità”. “Inoltre – continua Guario – le Norme, specialmente nella parte generale, riportano notevoli indicazioni tecniche che devono essere lette con interesse da parte degli operatori agricoli. In particolare sui dettagli relativi all’utilizzo di Bacillus thuringiensis, di antagonisti predatori e parassitoidi e tanto altro ancora”.

Dottor Santomauro tenendo presente la parte generale, quali sono le norme più salienti del disciplinare 2022? 

Per quanto riguarda la parte generale denominata “Norme comuni di coltura” due sono le novità più importanti.

Al
Paragrafo 3.1 ci sono le “Sostanze di base”. Esse possono essere utilizzate, ma a condizione che in etichetta sia riportata la dicitura “sostanza di base approvata ai sensi dell’Art. 23 del Reg. (CE) n. 1107/2009”.

Al paragrafo 7 troviamo invece “Riduzione delle quantità d’impiego di prodotti fitosanitari”. Questo vuol dire che qualora si dovesse incorrere nel mancato rispetto della prescrizione prevista in etichetta (che stabilisce la quantità minima d’impiego del Prodotto Fitosanitario riferita all’unità di superficie) gli operatori in regime di agricoltura integrata (SQNPI) potranno avvalersi della deroga prevista dall’articolo 43, comma 7 quater del D. L. del 16 luglio 2020 n.76; convertito nella legge 120/2020. Al fine di favorire il buon esito di quanto premesso, garantendo al tempo stesso l’efficacia dei prodotto e la prevenzione di eventuali fenomeni di resistenza, riporto di seguito le modalità d’uso dei formulati rientranti nell’ambito della citata deroga:

  • l’etichetta riporta la dose riferita sia all’unità di superficie (kg o l/ha) sia alla concentrazione della miscela fitoiatrica (g o ml/hl). Nell’esecuzione del trattamento si rispetta la dose a concentrazione adottando un volume di irrorazione adeguato alla fase fenologica (es. volumi più contenuti nelle prime fasi vegetative), alle forme di allevamento della coltura oggetto del trattamento ed ai volumi di irrorazione che possono rispondere anche a precise misurazioni tipo Leaf Wall Area.
  • il trattamento viene eseguito utilizzando macchine a recupero o altri dispositivi o attrezzature che determinano una riduzione del volume distribuito per unità di superficie.

Le suddette indicazioni si riferiscono essenzialmente alle specie coltivate in parete o comunque a sviluppo verticale, dove le variabili dipendenti dalle caratteristiche dell’impianto (es. sesto d’impianto, altezza e spessore della chioma) sono in grado di determinare volumi di distribuzione ottimali molto diversi. 

Per le colture orticole, industriali o estensive la riduzione delle quantità di prodotto si ottengono essenzialmente attraverso la distribuzione localizzata. In questi casi la verifica della quantità di prodotto distribuita per ettaro dovrà essere rapportata alla superficie effettivamente coinvolta. Ad esempio in un trattamento localizzato sulle file – che coinvolge un terzo della superficie complessiva dell’appezzamento –  la verifica del rispetto della dose di etichetta riferita all’unità di superficie deve essere rapportata a quella effettivamente trattata e non a quella totale dell’appezzamento. Lo stesso vale anche per i trattamenti parziali svolti sulle colture in parete o comunque a sviluppo verticale.

Dottor Guario, oggi quali sono i timori maggiori di chi opera in campo? 

Uno dei problemi che maggiormente preoccupa la fitoiatria è evitare l’acquisizione della resistenza dei prodotti fitosanitari nei confronti dei parassiti. Con la mancata revisione di molte molecole in questo momento non possiamo permetterci di escludere delle molecole importanti per la difesa, a seguito di un utilizzo non razionale e con un numero più elevato di interventi rispetto a quelli riportati in etichetta. Su tale motivazione – non solo nelle Norme ecosostenibili ma in tutte le indicazioni tecniche di gestione della difesa – vengono riportati alcuni dettagli sull’impiego di dosi corrette dei prodotti e sulle modalità di utilizzo.

 

Dottor Santomauro, rispetto all’uva da tavola quali sono le modifiche più importanti che produttori e tecnici troveranno nel disciplinare 2022?  

Per quanto riguarda l’uva da tavola, nel prospetto che segue, sono riportate le modifiche apportate nel 2022, relative alle sostanze attive impiegabili.

Dottor Guario, osservando le norme eco sostenibili 2022 ci sono delle molecole che potremmo definire dei “grandi assenti per la difesa dell’uva da tavola?

Analizzando le modifiche riportate nelle Norme eco sostenibili 2022, la più importante novità – a mio avviso – è l’eliminazione del mancozeb. Infatti, a decorrere dal 1 febbraio 2021 sono revocate tutte le autorizzazioni all’immissione in commercio rilasciate su territorio nazionale di prodotti fitosanitari contenenti tale sostanza attiva. La commercializzazione, da parte dei titolari delle autorizzazioni nonché la vendita e la distribuzione da parte dei rivenditori e/o distributori autorizzati sono consentiti fino al 4 luglio 2021. L’impiego dei prodotti fitosanitari da parte degli utilizzatori finali è consentito non oltre il 4 gennaio 2022. Nel 2022 non sarà più possibile utilizzare i prodotti fitosanitari contenenti mancozeb. 

È vietato utilizzare eventuali scorte di prodotti contenenti la molecola in questione, perché la sua presenza nelle analisi dei residui comporta la non commercializzazione dell’uva.

Il mancozeb è stato un prodotto leader nel mondo della fitoiatria, impiegato in più di 900 impieghi. Su  vite in particolare è stata la molecola più utilizzata assieme al rame; sia da sola che in miscela con altre molecole sistemiche. 

La doppia – e in alcuni casi anche la tripla – azione di diverse sostanze in miscela con il mancozeb, consentiva di ottenere un’ottima efficacia nel controllo: della peronospora (Plasmopara viticola) e  dell’escoriosi (Phomopsis viticola) con dosi maggiorate in quest’ultimo caso.

Fortunatamente esiste oggi un elevato numero di altre sostanze attive che mostrano, se correttamente gestite, un’ottima protezione della vite dalla peronospora. Nei confronti dell’escoriosi, alle sostanze attive già presenti (come: folpet, metiram e pyraclostobin), si riscontra per la prima volta l’inserimento dei prodotti rameici.
Essi, pur essendo da tempo registrati su l’avversità, riportavano però la dicitura “con effetto collaterale contro escoriosi”. 

La motivazione è senz’altro attribuita alla valida azione, fino ad oggi del mancozeb, per cui non si sentiva l’esigenza di impiegare i rameici, considerando anche la fase fenologica molto delicata in cui è necessario intervenire; ovvero in prossimità del risveglio vegetativo. Sussiste, comunque la possibilità di contenere tali infezioni anche con le altre sostanze presenti nelle norme.

Ritengo opportuno soffermarsi anche su ulteriori sostanze revocate, in quanto non più supportate, per cui giustamente nelle Norme si indica, al fine di evitare errori nell’impiego, il limite d’impiego per gli utilizzatori finali:

  • un antiperonosporico, il famoxadone, revocato il 23 febbraio 2022. Il suo impiego è consentito fino al 16 settembre 2022. 
  • due antioidici, il myclobutanil (revocato dal 1 giugno 2021) e il fenbuconazole (revocato dal 1 maggio 2021). Entrambi utilizzabili fino al 30 novembre 2022, appartengono alla famiglia dei triazoli. Si tratta di antioidici datati, ma grazie alla loro sistemia hanno consentito un elevato contributo al controllo dell’oidio, specialmente quando gli unici prodotti erano solo di copertura.
  • un insetticida, indoxacarb, revocato il 19 marzo 2022 con l’impiego consentito fino al 19 settembre 2022. Questo insetticida a mio avviso è interessante e abbastanza efficace, se utilizzato secondo precise regole collegate alla biologia della tignoletta (Lobesia botrana). Oggi però gli orientamenti del controllo della tignoletta sono differenti e rivolti all’impiego di sostanze meno impattanti e residuali. 

 

Quali sono, invece, le new entry previste dal disciplinare di difesa integrata 2022, sempre  per la vite da tavola?

Interessante risulta l’inserimento di tre nuovi microrganismi nei confronti della Botrytis cinerea: il Trichoderma atroviride, Saccharomyces cerevisiae e Metschnikowia fructicola.

In particolare va detto che il Trichoderma è già impiegato da tempo nei confronti di altri funghi come il complesso del mal dell’esca. Ma la selezione di nuovi ceppi – come T. atroviride SC1 – consente di utilizzarlo anche su muffa grigia. La ricerca su tali microrganismi consente, specialmente per le uva da tavola, di poter controllare una malattia, come la muffa grigia, che interessa le fasi prossime alla raccolta. Per cui, con adeguata applicazione di tali prodotti, si potrebbe ottenere una minore presenza di residui sul frutto.

Saccharomyces cerevisiae e Metschnikowia fructicola sono, invece, lieviti la cui attività non è diretta nei confronti della Botrytis cinerea, ma competono per spazio e nutrienti; rilasciano enzimi chitinolitici che possono inibire la crescita dei funghi patogeni. Il loro impiego deve essere eseguito con particolare attenzione rispettando rigorosamente le istruzioni riportate nell’etichetta sia nella fase di preparazione che di distribuzione. 

Va evidenziato che l’impiego di tali prodotti deve essere effettuato in un contesto più ampio di condizione migliorativa della pianta, ponendola nelle condizioni di mettere in atto anche sistemi di autodifesa nei confronti dei parassiti.

Le Norme si sono arricchite di tre sostanze attive su un fitofago che negli ultimi anni, in modo continuo e progressivo, sta interessando sempre più territori viticoli; mi riferisco alla Tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella). Fino al 2021 l’unico prodotto riportato era il Clorantraniliprolo, mentre nelle norme del 2022 sono stati inseriti il:

  • il Bacillus thuringiensis  prodotto già noto per il controllo dei lepidotteri che ha necessità di essere ingerito per determinare la mortalità della larva;
  • il Tebufenozide  (induttore della crescita prematura della muta  cioè un MAC acceleratore della muta da utilizzare nella fase di ovideposizione per un massimo di 2 interventi l’anno;
  • Emamectina benzoato prodotto di contatto e ingestione con proprietà translaminari per un massimo di 2 interventi.

Sicuramente con l’inserimento di tali prodotti sarà possibile programmare adeguatamente interventi sufficienti a controllare l’insetto. Anche se risulta necessario approfondire ulteriormente alcuni aspetti bio etologici del lepidottero. Va evidenziato che tali sostanze attive sono anche efficaci nei confronti della tignoletta ma non bisogna incorrere nell’errore di far coincidere i trattamenti per i due insetti, che hanno cicli e generazioni non coincidenti. 

 

La Beauveria bassiana ha conquistato un ulteriore spazio nel controllo dei parassiti. A seguito di diverse sperimentazioni eseguite sui tripidi e acari con risultati soddisfacenti, quest’anno è stato inserito anche su tali parassiti. L’azione di tale fungo deve essere avviata quasi in forma preventiva, cioè nelle fasi di inizio infestazione. Quando la popolazione degli individui è ancora bassa, al fine di consentire uno sviluppo del fungo e un incremento nell’aggressione progressiva da parte dei conidi. Questi, aderendo alla cuticola degli insetti e degli acari, germinano e penetrano all’interno dell’ospite, provocandone la morte.

 

Tenendo presente l’uva da tavola, quali sono le modifiche e le integrazioni apportate al disciplinare della Regione Puglia?

Il Gruppo Difesa Integrata – comincia Santomauro – ha provveduto ad esaminare le richieste di modifica pervenute successivamente all’approvazione delle Linee Guida Nazionali 2022. Nel prospetto sarà possibile visualizzare le integrazioni relative alla vite ad uva da tavola, che saranno pubblicate dalla Regione Puglia, con apposita determinazione Dirigenziale.

“Lo scopo della “Finestra primaverile”  – continua Guario – è di dare la possibilità alle aziende di poter utilizzare prodotti che sono stati registrati tra l’approvazione delle “Linee nazionali di difesa integrata” e l’inizio della nuova annata agraria. Sull’oidio peronospora e muffa grigia si tratta di una estensione d’impiego di due sostanze già registrate da alcuni anni su altri funghi. La miscela dei terpeni Eugenolo + geraniolo + timolo fu registrata su Muffa grigia. Essendo questo un prodotto essenzialmente di contatto  – con capacità di dissolvere i lipidi disgregando la membrana cellulare dei funghi – la sua azione risulta valida anche su funghi esterni alla vegetazione come Erysiphe necator 

La laminarina è un induttore di resistenza ed è già utilizzato per contenere l’oidio. La sua estensione su peronospora e muffa grigia consente di controllare più crittogame contemporaneamente. Anche questa sostanza deve essere inserita in una gestione fisiologica adeguata della pianta per esprimere al meglio le proprie potenzialità.

 

In apertura il Dottor Santomauro ha parlato delle sostanze di base, quali sono quelle consentite dal disciplinare su vite?

“In considerazione della possibilità di impiegare le sostanze attive di base, riportata nella parte generale, penso – afferma Agostino Santomauro – che sia utile fornire l’elenco di quelle utilizzabili su vite. Al riguardo, si ricorda che le sostanze di base vengono approvate a livello di UE, ma non necessitano di autorizzazione nazionale da parte del Ministero della Salute, purché siano rispettate le condizioni d’uso riportate nello specifico Review Report di approvazione. Inoltre, sono acquistabili e impiegabili senza “patentino”. 

“In questi ultimi anni – Commenta Antonio Guario –  sono aumentate le sostanze attive di base, che sicuramente possono contribuire a migliorare la protezione della vite dalle avversità parassitarie. Risulta  necessario, però, valutare attentamente le modalità d’impiego nel proprio ambiente viticolo, specialmente nelle annate in cui la pressione dei parassiti è elevata. Prima di intraprendere speditamente l’impiego di tali prodotti è opportuno osservare come si comportano – su di una specifica porzione del nostro vigneto -. Questo perché esse si comportano in maniera differente a seconda delle specifiche caratteristiche pedoclimatiche nel quale vengono adoperate. L’obiettivo sarà anche quello di razionalizzarle al meglio, integrarle con altri mezzi di controllo per ottenere un prodotto di qualità e con meno residui.

Ci sono delle raccomandazioni che vorrebbe dare a tecnici e produttori vista la campagna 2022 alle porte?

 

“Vorrei rimarcare – suggerisce il dottor Santomauro – che risulta sempre opportuno preferire, ove possibile, l’uso di sostanze classificate come “a basso rischio”. Esse sono approvate come tali dall’UE e, successivamente, autorizzate a livello nazionale dal Ministero della Salute. Di seguito, ecco il prospetto di  quelle autorizzate su vite.

Pensare che si possano impiegare solo sostanze attive a basso rischio per proteggere la vite, oggi, a mio parere, non risulta più utopistico – conclude Guario -. Certo, siamo ancora in una fase di transizione, l’equilibrio tra pianta, ambiente e aggressività dei parassiti è ancora instabile. Ritengo, però, che stiamo vivendo un profondo cambiamento. Grazie anche agli input che percepiamo dal mercato, dai consumatori e dalla continua ricerca – che si è attivata in tale direzione – è lecito ben sperare per il futuro”.

Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

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