Il 2022 è stato un anno doloroso per l’uva da tavola. Il dramma vissuto da gran parte degli operatori del comparto agricolo non ha risparmiato la Sicilia e i suoi areali di produzione: Mazzarrone (CT), Canicattì, (AG). Il clima umido e le nebbie verificatesi nella prima decade di ottobre ha poi compromesso la salubrità dell’uva da tavola.
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Per fare il punto, in vista dell’imminente stagione, ieri 26 gennaio 2023, in Sicilia i viticoltori da tavola locali si sono dati appuntamento presso il Teatro Sociale di Canicattì, dove si è tenuto un incontro dal titolo: “Analisi delle problematiche della campagna 2022. Possibili scenari futuri”, organizzato dall’Associazione Uva da Tavola siciliana.
Nel teatro, gremito di viticoltori, tra gli altri erano presenti:
- Vincenzo Di Piazza, presidente dell’Associazione uva da tavola siciliana,
- Gaetano Piccione, vicepresidente dell’Associazione,
- Salvatore Novello, componente del Gruppo di contatto uva da tavola,
- Salvatore Lodico, presidente del Consorzio di tutela dell’uva da tavola di Canicattì.
Vincenzo Corbo, sindaco di Canicattì: “Servono risposte straordinarie dal Governo”
Il sindaco di Canicattì, Vincenzo Corbo ha rotto il ghiaccio dicendo: “un momento delicato per il comparto dell’uva da tavola. Purtroppo la crisi ha creato gravissimi danni che hanno causato un aumento dei costi complessivi affrontati dalle aziende, oltre ad aver contratto la domanda. Questi problemi richiedono risposte straordinarie da parte del Governo e dell’UE. Per questi motivi, abbiamo chiesto all’assessore all’Agricoltura della Regione, Luca Sammartino, una serie di misure di supporto per mettere le aziende in condizione di poter lavorare e programmare il futuro con fiducia; oltre alla richiesta dello stato di crisi”.
“Oggi – ha continuato il sindaco – siamo consapevoli che per promuovere e tutelare il comparto dell’uva da tavola IGP occorre unire le forze ed avere una visione chiara. La nostra amministrazione continuerà con convinzione a sostenere tutte le azioni dirette alla tutela ed alla promozione del nostro territorio”.
Vincenzo Di Piazza, presidente dell’Associazione uva da tavola siciliana: “Non siamo abbastanza competitivi”.
Di Piazza ha tenuto a sottolineare la fonte dei problemi vissuti dal settore: “I problemi che attanagliano il comparto dell’uva da tavola vengono da lontano, a partire dalla scarsa competitività del nostro prodotto rispetto a quello estero. A questo si oppone una deficitaria promozione delle nostre uve. Dovremmo puntare a rafforzare l’appeal delle varietà storiche e identitarie del territorio siciliano. L’uva Italia deve orientarsi su un mercato di nicchia, perché è un prodotto da valorizzare anche con campagne pubblicitarie. Risulta fondamentale lavorare per realizzare dei protocolli produttivi in grado di far esprimere l’uva Italia come unica nel suo genere”.
Riconoscere il giusto prezzo ai produttori
Infine, ma non per importanza il divario tra il prezzo alla produzione e quello al consumo. “Occorre riconoscere la corretta remunerazione ai produttori. Questi operano, seguendo standard europei rispettosi della sostenibilità lavorativa e ambientale. Riescono a raccogliere un prodotto buono sotto tutti i punti di vista”.
Gaetano Piccione, vicepresidente Associazione uva da tavola siciliana: “Nessuno si salva da solo, per questo aderiremo alla CUT (Commissione Uva da Tavola)”.
Gaetano Piccione, vicepresidente dell’associazione: “la nostra associazione vuole puntare su programmazione e pianificazione, analisi dei problemi e della crisi. Vogliamo programmare sulla base di numeri e fatti e mette al centro il territorio e le sue competenze. L’obiettivo è restituire una sintesi, indispensabile per formulare delle nuove strategie da mettere in campo grazie anche al supporto delle istituzioni. A breve, peraltro aderiremo alla Cut (Commissione italiana Uva da Tavola) in un’ottica di aggregazione. Nessuno si salva da solo”.
A conclusione dei lavori l’intervento di Salvatore Lodico, presidente del Consorzio di tutela dell’uva da tavola di Canicattì: “Dovremmo rivedere i volumi”.
Lodico ha poi tirato le conclusioni soffermandosi sulla sovrapproduzione e sull’aumento dei costi di produzione: “Abbiamo dovuto affrontare la difficile gestione delle uve rimaste sulle piante, ciò ha causato ulteriori perdite di fatturato. Ora bisogna percorrere una strada comune per risollevare i nostri vigneti per la campagna ormai alle porte. Il Consorzio in questi mesi ha incontrato più volte le istituzioni competenti per sollecitare le difficoltà del comparto e per stimolare l’erogazione di misure finanziarie e non in favore del comparto uva da tavola”.
Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com