Approfondire i meccanismi che regolano la dormienza delle piante risulta fondamentale per comprendere in campo le diverse cause che possono indurre un diverso comportamento del vigneto al momento del risveglio vegetativo.
Il fenomeno della dormienza è da intendersi come il processo endogeno tipico delle specie arboree a foglia caduca – tra cui la vite – che impedisce il germogliamento delle gemme durante la stessa stagione di formazione.
È una fase di riposo fisiologico durante la quale la pianta riduce la sua attività metabolica e vegetativa in risposta a basse temperature e diminuzione del fotoperiodo. Questa fase è cruciale per la sopravvivenza della vite, poiché la protegge dai danni causati dalle gelate invernali e favorisce il recupero dell’energia e delle risorse necessarie per il successivo periodo di crescita.
La dormienza si manifesta nelle piante attraverso diverse fasi, classificate nel 2007 dal ricercatore A. Rodhe come segue:
- cessazione della divisione cellulare, provocata da fattori come fotoperiodo, freddo e siccità;
- instaurazione della dormienza;
- mantenimento della dormienza;
- uscita dallo stato di dormienza, che varia a seconda del fabbisogno in freddo della specie e della varietà;
- ripresa della divisione cellulare.
Una definizione data nel 1987 dal ricercatore Gregory A. Lang e ancora oggi utilizzata dal mondo scientifico interpreta tuttavia la dormienza come una “sospensione temporanea della crescita di qualsiasi struttura della pianta contenente un meristema” (tessuto vegetale costituito da cellule in grado di moltiplicarsi per divisione cellulare). Lang ha così definito 3 tipi di dormienza: paradormienza, endodormienza ed ecodormienza.
Fasi della dormienza secondo Lang
La fase di paradormienza si manifesta in estate, nello specifico al termine del processo di differenziazione fiorale. Durante questa fase l’apice vegetativo, le gemme pronte e le foglie esercitano un’azione inibente nei confronti delle gemme ascellari delle foglie. Queste, infatti, seppur capaci di germogliare, rimangono a riposo per la dominanza esercitata dalla gemma apicale.
Durante l’estate, giunti alla fase di agostamento, i tralci cessano di accrescersi e lignificano. A questo punto viene persa la dominanza apicale e si entra definitivamente nella fase di endodormienza. Esiste, infatti, una relazione significativa tra l’entrata in endodormienza, la cessazione dell’accrescimento dei germogli e l’inizio dell’agostamento. In seguito a un’esposizione prolungata a giorni corti e a basse temperature, all’interno della vite si verificano processi fisiologici e biochimici e si assiste a una riduzione dei promotori di crescita (auxine, gibberelline e citochinine) e a una aumento progressivo di inibitori della crescita (acido abscissico).
Una volta superata l’endodormienza, le gemme entrano nella fase di ecodormienza e non germogliano fino a quando non si manifestano condizioni ambientali favorevoli. Le gemme, infatti, hanno un “valore soglia” di temperatura al di sopra del quale possono germogliare. Tali valori sono variabili a seconda della specie e delle varietà, si aggirano indicativamente da un minimo di 10-15°C a un massimo di 25-30°C.
L’uscita dalla fase di dormienza della vite avviene dopo che le gemme hanno accumulato freddo sufficiente (tra 0 e 12°C). Il fabbisogno in freddo della vite non è molto elevato – si parla di circa 200 ore di freddo – che anche in questo caso può variare notevolmente in base alle varietà che possono differenziarsi in precoci e tardive.
Perché la dormienza è importante?
Il processo non avviene sempre in maniera costante e lineare: l’entrata in dormienza della vite è infatti un fenomeno strettamente legato alle condizioni ambientali, ormonali e genetiche.
Come si è visto, però, il riposo vegetativo delle colture influisce significativamente su qualità e quantità del raccolto. Comprenderlo e agire di conseguenza per gli agricoltori può dunque rappresentare una marcia in più e questo sin dal momento in cui si effettua la scelta della varietà da impiantare. Il superamento delle ore in freddo, infatti, varia molto a seconda della base genetica ed è indispensabile soddisfarlo per un risveglio vegetativo rigoglioso e omogeneo. In ultimo, è poi importante considerare anche la tecnica colturale della potatura, poiché – se effettuata troppo in anticipo rispetto alla fase di dormienza – può comportare danni da freddo con possibili conseguenze sull’andamento della stagione futura.
Donato Liberto
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