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La mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata) è un parassita altamente polifago, noto per i danni che può provocare su diverse colture arboree di interesse agrario, in particolare sulle coltivazioni di uva da tavola. Negli ultimi anni, condizioni climatiche anomale come inverni miti e primavere piovose hanno favorito un’insolita anticipazione e una vasta proliferazione del parassita, aggravando i danni alle colture, soprattutto ai loro frutti. Quali strategie possono essere adottate per ridurre e controllare la presenza della mosca nei vigneti di uva da tavola?
Caratteristiche distintive della mosca mediterranea
Per comprendere le cause dell’aumento di precocità e densità di popolazione di questo insetto e identificare le strategie di gestione più efficaci, è fondamentale capire quale parte della pianta deve essere difesa e in che modo il parassita è in grado di provocare il danno. Questo insetto danneggia direttamente gli acini in fase di maturazione attraverso l’attività di ovodeposizione delle femmine. Il danno principale è causato dall’attività trofica delle larve che si sviluppano in prossimità dell’epidermide, creando gallerie nella polpa degli acini visibili dall’esterno, e rendendo il prodotto inadatto al consumo e alla commercializzazione. Inoltre, i fori creati dall’ovopositore delle femmine permettono l’ingresso di patogeni che possono causare infezioni secondarie.

Danni provocati da Ceratitis capitata su acini di uva da tavola
Data la rapidità e l’irreversibilità dei danni causati da questo parassita sulla produzione di uva da tavola, è indispensabile agire prima che inizi il suo ciclo biologico, che varia in funzione delle temperature, generando da 3 a 6 generazioni l’anno, soprattutto nelle aree produttive del Sud Italia.
L’incidenza delle temperature sulla presenza del fitofago in vigneto
L’intervallo termico ottimale per lo sviluppo della mosca varia dai 10°C ai 30°C. Temperature più alte o più basse influenzano negativamente lo sviluppo e la sopravvivenza delle popolazioni dell’insetto. Le basse temperature invernali solitamente mantengono sotto controllo la presenza della mosca della frutta. Con una temperatura media mensile di circa 2 °C per 2-3 mesi, molti adulti vengono uccisi dal freddo mentre svernano nel terreno.
Negli ultimi anni, però, inverni caratterizzati da temperature più miti hanno permesso una maggiore sopravvivenza della popolazione svernante fino alla primavera. A questa popolazione si aggiungono condizioni primaverili miti (16-20°C), creando le condizioni ideali per una rapida esplosione della popolazione. Oltre alla precocità e alla maggiore densità di popolazione, si è registrato un aumento significativo della presenza dell’insetto anche nelle aree del Nord Italia.
Strategie di controllo
Per contrastare efficacemente la mosca della frutta, è fondamentale intervenire prima che la popolazione inizi ad aumentare. Non bisogna aspettare di proteggere le colture solo quando i grappoli di uva da tavola diventano suscettibili agli attacchi della mosca. È necessario effettuare operazioni di monitoraggio a partire dai mesi di maggio-giugno, quando l’insetto ricomincia il suo ciclo biologico e gli acini sono nella fase di invaiatura. Quando le trappole posizionate nei vigneti iniziano a catturare individui oltre una certa soglia, è necessario ricorrere ai mezzi di controllo chimici (rispettando i tempi di carenza) o biologici. Tuttavia, controllare questo parassita esclusivamente con trattamenti insetticidi è sempre più difficile a causa della diminuzione delle sostanze attive autorizzate in agricoltura. Pertanto, è sempre più importante considerare le pratiche di lotta integrata, che ha minori impatti sulla biodiversità ambientale.
In conclusione, l’espansione della mosca mediterranea della frutta e l’aumento della sua popolazione rappresentano una sfida significativa per i viticoltori di uva da tavola e per i produttori di frutta in generale. Attraverso un monitoraggio accurato e l’adozione di strategie integrate di controllo, è possibile mitigare l’impatto di questo parassita e proteggere le colture, garantendo così la sostenibilità delle produzioni di uva da tavola italiane.
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Donato Liberto
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