Uva da tavola, Canicattì: ricerca e sviluppo per intercettare nuove opportunità economiche

da Redazione uvadatavola.com

Il Comune siciliano di Canicattì, in provincia di Agrigento, vaglia la possibilità di promuovere un progetto per la costituzione di una fondazione dedita alla ricerca e allo sviluppo per il comparto uva da tavola.

L’approccio ai nuovi mercati richiede però un continuo aggiornamento delle tecniche colturali, lo sviluppo di nuove varietà e sopratutto l’unione di diverse realtà.

“L’aggregazione è un processo che avvantaggia soprattutto i piccoli produttori – afferma Davide Lalicata, assessore allo sviluppo economico e alle politiche sociali del comune di Canicattì – che compongono per la maggior parte il nostro tessuto economico e che, con grandi sacrifici, da decenni portano avanti quella che è l’industria principale, il volano che movimenta tutta l’economia di un vastissimo territorio, avvantaggiando tutti i comparti economici e non solo quello agricolo e il suo indotto. In secondo luogo, le piccole imprese potrebbero accedere, attraverso la fondazione, alla ricerca e a progetti innovativi. Un’attività di questo tipo potrebbe offrire ulteriori possibilità di intercettare finanziamenti europei e nazionali che sono preclusi alle micro-aziende, anche per le difficoltà burocratiche che comportano. Fare massa critica, peraltro, crea forza commerciale”.

“Servono dei campi sperimentali – continua Lalicata – che potrebbero essere ricavati, ad esempio, dalla collaborazione con le associazioni che gestiscono i terreni confiscati alla mafia, senza tralasciare tutte le aziende del territorio che credono in questo processo di sviluppo economico, sociale e quindi culturale”.

Alcuni imprenditori locali come Golden Grapes e l’azienda agricola Cervino.

Ha spiegato Maurizio Cervino, contitolare dell’omonima azienda: “Fino ad oggi le varietà più diffuse in quest’area sono quelle con semi quindi Uva Italia, Red Globe e Vittoria anche perché i nostri mercati di riferimento, prevalentemente Francia (80%) e Italia (20%) sono soddisfatti di questa offerta. Tuttavia il mercato è in continua evoluzione e oggi serve iniziare a lavorare anche su nuove varietà senza semi che magari ci permettano di estendere la stagionalità fino alla fine di dicembre, periodo in cui si registra un vuoto di mercato a fronte di una elevata domanda che genera remunerazioni interessanti”.

 

Autore: La Redazione

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