Come viene valutata la sicurezza alimentare

da Redazione uvadatavola.com

Dobbiamo innanzitutto comprendere cosa significa “sicurezza”: assenza relativa di pericolo, rischio, minaccia, danno o improbabilità che si verifichino danni alle persone e/o alle cose.

Termini come “improbabilità” e “assenza relativa” sono soggettivi e legati all’interpretazione personale. Per poter prendere decisioni coerenti, è necessaria una definizione di sicurezza che sia oggettiva e supportata dai dati; questo approccio è noto come valutazione del rischio.

Il rischio è calcolato a partire dal pericolo e dall’esposizione; quando si verifica sovrapposizione tra pericolo ed esposizione c’è la probabilità di incorrere in un rischio.

Per spiegare come funzionano rischio, pericolo ed esposizione si considerino le implicazioni associate allo stare all’aria aperta in un giorno di sole e alla possibilità di scottarsi. In questo esempio, il pericolo è rappresentato dalla radiazione ultravioletta del sole, l’esposizione è la quantità di raggi UV che battono sulla testa e la cottatura rappresenta il rischio per la salute. Indossando un cappello, è possibile ridurre in modo significativo l’esposizione e, di conseguenza, il rischio.

Il pericolo rappresenta la causa potenziale di danno. Potenzialmente ogni azione o cosa è associata ad un pericolo intrinseco, ma il rischio si manifesta solo nel caso di utilizzo disattento, scorretto o eccessivo. Lo stesso vale per gli agrofarmaci autorizzati. Per ottenere l’autorizzazione alla vendita di un agrofarmaco, o registrazione, le società agrochimiche devono dimostrare che il rischio per la salute e l’ambiente associato all’uso del prodotto è trascurabile. Il processo di valutazione del rischio viene applicato ripetutamente durante lo sviluppo di un agrofarmaco per garantire la sicurezza d’uso.

Calcolo dell’esposizione agli agrofarmaci
Il calcolo dell’esposizione agli agrofarmaci è il risultato del seguente calcolo —>(residuo negli alimenti/bevandeXquantità di alimenti/bevande ingeriti): peso corporeo

Il livello di residui utilizzato per il calcolo viene ricavato dalle prove residui di campo dove l’agrofarmaco viene applicato alle colture alle condizioni in grado di lasciare i residui più alti, identificate come Buona Pratica Agricola (BPA) critica.

Sono disponibili numerose tipologie di dieta, sia nazionali che globali, che forniscono dati sui consumi alimentari di diversi gruppi di consumatori quali vegetariani, bambini, donne in gravidanza, anziani ecc. Le diverse tipologie di dieta tengono conto anche delle differenze nei consumi a livello nazionale e regionale (esempio dieta mediterranea rispetto a quella dei Paesi del Nord Europa).

Questi calcoli tengono conto anche del consumo di prodotti trasformati e bevande, ricondotti ai prodotti grezzi di partenza. In alcuni Paesi il calcolo dell’esposizione comprende anche l’acqua potabile e gli eventuali residui derivanti da usi domestici, come l’impiego di prodotti contro le pulci che possono essere trasferiti, per contatto con gli animali, alle mani e quindi agli alimenti o direttamente alla bocca.

 

Fonte: Pubblicazione Syngenta – “Sicurezza, disponibilità e qualità degli alimenti”

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