A partire dalle prime fasi di ripresa vegetativa dei vigneti, i produttori di uva da tavola si trovano ad affrontare numerose sfide legate alla gestione di patogeni e parassiti all’interno dei vigneti. Nel caso specifico dei parassiti, la vite può ospitare diverse specie di acari la cui presenza sulla vegetazione è spesso poco manifesta, ma con il verificarsi di particolari condizioni questi piccoli artropodi possono arrecare danni anche rilevanti sulle piante infestate. Nell’ambito degli acari fitofagi della vite si può fare una prima distinzione tra gli acari appartenenti alla famiglia dei Tetranichidi, oppure, a quella degli Eriofidi. Da questo, ne deriva l’importanza di saper riconoscere più nel dettaglio le singole specie fitofaghe della vite, distinguibili per colore, dimensione e comportamento.
I Tetranichidi, le principali specie che possono infestare la vite
Gli acari fitofagi Tetranichidi della vite sono specie con un comportamento tendenzialmente polifago (infestando un numero più o meno vasto di specie vegetali) che, in condizioni favorevoli, possono infestare l’intera pianta, a differenza degli Eriofidi che tendono a causare danni più localizzati sulle foglie. Rispetto a questi ultimi, inoltre, alcune specie di Tetranichidi presentano delle dimensioni leggermente superiori – circa 0,5 millimetri – e un maggiore contrasto con il substrato per la loro colorazione rossastra.
È il caso degli acari appartenenti alle specie tassonomiche di Tetranychus urticae e Panonychus ulmi, meglio conosciuti rispettivamente come ragnetto rosso comune e ragnetto rosso della vite e dei fruttiferi. Nel primo caso si tratta di una specie altamente polifaga con predilezione per le piante erbacee che tende a comparire su vite in tarda primavera-estate. Nel secondo, si parla di una specie tendenzialmente polifaga con netta preferenza per le piante arboree e arbustive. A queste due specie fitofaghe della vite se ne aggiunge un’altra: Eotetranychus carpini, noto comunemente come ragnetto giallo della vite che, pur interessando la coltura, non si rileva significativamente in Puglia e nelle zone meridionali, poiché predilige maggiormente aree viticole fresche e collinari con un’umidità relativa intorno al 60%. Un’altra distinzione che può essere fatta tra le specie di Tetranichidi menzionate risiede nella loro modalità di svernamento. Se, infatti, il ragnetto rosso comune e il ragnetto giallo svernano da adulti, il ragnetto rosso della vite sverna sotto forma di aggregati di uova svernanti rossastre (visibili in inverno a livello dei nodi, intorno alle gemme).
Acari della vite: i tetranichidi e la loro sintomatologia
I sintomi che inducono sulla vegetazione sono abbastanza aspecifici, pertanto identificare con certezza la specie responsabile non è semplice. Le tre specie di ragnetto infestano prevalentemente la pagina inferiore delle foglie, i danni che si verificano sono conseguenti alla loro attività trofica e possono variare in funzione della fase fenologica della vite. In genere, a basse densità di popolazione, i sintomi sono poco appariscenti e consistono in clorosi puntiformi della lamina fogliare determinati dallo svuotamento delle cellule parenchimatiche che durante l’estate possono estendersi ed evolvere in necrosi e bronzature diffuse. Dense popolazioni su foglie giovani, invece, possono provocare riduzioni della lamina fogliare e deformazioni con ricadute negative sul tasso fotosintetico delle piante.
La differenziazione tra le specie si rende ancora più complicata tra le due specie di ragnetto rosso che presentano la stessa colorazione.
È bene tuttavia sottolineare che se T. urticae, forma colonie più numerose e localizzate sulla pagina inferiore delle foglie, provocando decolorazioni a macchie; P. ulmi si distribuisce in modo più uniforme con sintomi più omogenei su tutta la lamina fogliare. Inoltre, la presenza di un fitto intreccio di fili sericei (nota comunemente come ragnatela) al di sopra delle aree necrotiche consente di distinguere gli attacchi di T. urticae da quelli di E. carpini e di P. ulmi.
In presenza di condizioni predisponenti, gli acari Tetranichi della vite possono rappresentare un’importante sfida per i viticoltori, ma una comprensione approfondita del loro ciclo vitale e delle dinamiche stagionali può offrire delle opportunità importanti per una gestione più efficace e sostenibile. In questo contesto, è importante coinvolgere i viticoltori nella promozione di pratiche agricole che favoriscano l’equilibrio ecologico nei vigneti, riducendo al minimo l’uso di prodotti di sintesi e salvaguardando la presenza degli acari fitoseidi, antagonisti naturali delle specie di acari fitofagi per la vite.
Donato Liberto
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