Immaginate un campo da ring microscopico, dove acari utili e dannosi si scontrano in una battaglia per la supremazia sulle viti. Nel mondo della viticoltura moderna, spesso ci si concentra su aspetti come la qualità del terreno, il clima e le tecniche di coltivazione. Tuttavia, la gestione integrata dei parassiti rappresenta una sfida fondamentale per garantire la salute e la produttività dei vigneti. Tra i vari attori di questo complesso ecosistema, gli acari fitoseidi emergono come protagonisti chiave nella difesa biologica delle viti. Questi piccoli organismi predatori sono essenziali nel controllo naturale delle popolazioni di acari fitofagi della vite – sia Tetranichidi, sia Eriofidi – e di altri parassiti, riducendo la necessità di interventi chimici e contribuendo a un’agricoltura più sostenibile.
Tra gli acari fitoseidi, un ruolo importante è rivestito da quelli appartenenti alle specie Kampimodromus aberrans, Amblyseius andersoni, Typhlodromus pyri e Phytoseiulus persimilis.
Questi acari fitoseidi agiscono predando attivamente gli acari dannosi, come il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) e il ragnetto giallo della vite (Eotetranychus carpini) o le specie di acari dannose appartenenti alla famiglia degli eriofidi come l’eriofide (Colomerus vitis) o l’acaro rugginoso della vite (Calepitrimerus vitis). Grazie alla loro capacità di riprodursi rapidamente e di adattarsi a diversi ambienti, questi acari benefici possono mantenere sotto controllo le popolazioni di parassiti in modo efficiente e duraturo.
Tuttavia, la presenza delle popolazioni di questi acari predatori all’interno del vigneto è condizionata da diversi fattori, tra cui le condizioni ambientali e le caratteristiche morfologiche delle viti (per esempio la tomentosità presente sulla pagina inferiore delle foglie). Visto il loro ruolo all’interno dei vigneti, è quindi opportuno attuare una serie di operazioni che permettano al contempo di controllare gli acari dannosi e salvaguardare quelli utili. In tal senso, i programmi di lotta antiparassitaria devono essere razionalizzati a favore di strategie più sostenibili attraverso l’uso di prodotti selettivi, evitando trattamenti eseguiti con prodotti ad ampio spettro d’azione. Accanto a questo, un’altra buona pratica agronomica è l’inerbimento o lo sfalcio dell’erba in epoca tardiva che, oltre a offrire riparo agli insetti utili, distrae le popolazioni fitofaghe presenti in vigneto. La vicinanza di piante che producono polline e nettare favorisce infatti la permanenza di questi ausiliari sulle viti e di mantenere elevate popolazioni anche in assenza degli acari fitofagi.
Su alcune colture, tra cui la vite, i fitoseidi presenti naturalmente nei vigneti, in condizioni ottimali, sono in grado di controllare in modo efficace la maggior parte degli acari che recano danni alle colture.
La strategia di controllo più sostenibile, pertanto, resta il mantenimento e l’incremento dei fitoseidi che, insieme a buone pratiche agronomiche, possono essere garantiti anche attraverso l’introduzione in vigneto di tralci di potatura di 1-2 anni provenienti da altri vigneti ampiamente popolati da queste specie, detti “donatori”.
Considerata la dannosità di alcuni acari e l’importanza di altri, per una corretta gestione in campo appare dunque fondamentale conoscere aspetti e caratteristiche di ciascun acaro. Evitare operazioni invasive da un lato e monitorare il vigneto dall’altro sono i due piatti della bilancia, al tecnico di campo e al produttore spetta l’arduo compito di calibrare ciascun peso e preservare il delicato equilibrio presente in vigneto.
Donato Liberto
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