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La produzione di piante di vite comune o vite euroasiatica (Vitis vinifera) nella moderna viticoltura è prevalentemente affidata alla propagazione vegetativa mediante innesto. L’innesto in viticoltura era già conosciuto dagli antichi, quale mezzo per cambiare vitigno oppure per ringiovanire vecchi ceppi. È dopo l’arrivo della fillossera (Viteus vitifoliae Fitch, insetto fitofago) che la pratica dell’innesto, nella moderna viticoltura, è divenuta indispensabile e d’uso comune.
Difatti, l’avvento di questo parassita, sin dalla metà del XIX secolo, non ha più consentito (tranne per alcune eccezioni legate a necessità derivanti dalla tipologia di suolo, come nel caso di suoli sabbiosi) di coltivare la vite sulle proprie naturali radici. Sono, ormai, noti a tutti i danni che la fillossera provoca: le radici della vite europea, a differenza di quella americana, sono sensibili alle punture di questo afide. I tessuti radicali subiscono una grave disorganizzazione, spesso aggravata da successivi insediamenti di microrganismi patogeni. In definitiva, una giovane pianta di vite da coltivare (barbatella innestata) è un soggetto bimembre, costituito da una parte radicale (portinnesto) e da una parte aerea (nesto della varietà commerciale).
Affinità d’innesto: cosa considerare per la realizzazione di un nuovo vigneto?
In fase di realizzazione di un nuovo vigneto diversi sono i fattori da prendere in considerazione: clima (nella sua accezione di ampia), vitigno, portinnesto e innesto, densità d’impianto e forma di allevamento. In particolare, il portinnesto rappresenta un elemento che deve garantire un ottimale adattamento della varietà alle condizioni del suolo al fine di ottenere un equilibrio vegeto-produttivo ottimale della pianta. Pertanto, come su esposto, per i molteplici parametri da prendere in considerazione (caratteristiche fisico-chimiche del suolo, tipologia di apparato radicale, tolleranza al calcare attivo, alla siccità, elevata umidità del terreno, selettività nell’assorbimento degli elementi nutritivi, ecc.), la scelta del portinnesto non è certamente facile. E lo diventa ancora meno, quando si introduce anche un altro aspetto, ovvero l’affinità con la varietà. A questo si aggiunge il livello di vigoria che si vuole ottenere nell’ottica di una viticoltura di qualità e sostenibile. Tutti questi aspetti assumono maggior rilevanza soprattutto se si desidera introdurre in un determinato ambiente varietà di recente costituzione. Questo è stato testato nel corso del Progetto INNOFRUIT, per il quale si stanno valutando le performance vegeto-produttive di nuovi genotipi di uva da tavola apireni di Sun World International.
Attività del progetto
Fra le prime attività di progetto realizzate vi è stata la preparazione di materiale di moltiplicazione vegetativa, ovvero barbatelle innestate, per quattro varietà di uva da tavola apirene e la successiva valutazione in barbatellaio (vivaio) della loro attitudine colturale-propagativa e dell’affinità d’innesto con diversi portinnesto. Le varietà prese in considerazione sono state:
- Sugrasixteen N. (precoce);
- Sugrathirtyfive B. (tardiva);
- Sugrafortyone B (a bacca bianca, precoce);
- Sugrafortyeight N. (a bacca nera, tardiva).
Dopo il prelievo delle marze, avvenuto nel periodo di riposo vegetativo (inverno 2020-2021), le quattro varietà individuate sono state innestate su talee-innesto dei seguenti vitigni portinnesti:
- 1103 Paulsen;
- 140 Ruggeri;
- 34 E.M.;
- 225 Ruggeri.
I primi due vitigni appartengono al gruppo Vitis Berlandieri x Vitis Rupestris, mentre gli altri al gruppo Vitis Berlandieri X Vitis Riparia ed è stato quindi realizzato un totale di 16 combinazioni d’innesto.
Per ogni combinazione d’innesto sono state preparate 50 talee innesto che, dopo aver subito il processo di forzatura per la formazione del callo di saldatura dell’innesto e la paraffinatura, sono state messe in vivaio (barbatellaio) per la radicazione.
Percentuali di attecchimento e parametri per la commercializzazione
A fine luglio, le percentuali di attecchimento oscillavano nel range compreso tra il 92,5% e il 96%, rispettivamente per le combinazioni d’innesto con la varietà Sugrafortyeight N. e la varietà Sugrathirtyfive B. (nota come Autumncrisp®).
Inoltre, dal momento che la produzione per la commercializzazione dei materiali di moltiplicazione della vite è regolata da una serie cospicua di norme, sia a livello comunitario che nazionale (Decreto legislativo 2 febbraio 2021, n. 16), le quali stabiliscono che possono essere posti in commercio solamente materiali di moltiplicazione delle varietà (barbatelle innestate) che rispondano a determinate caratteristiche tecniche (certificazione di qualità), sono stati analizzati anche i seguenti parametri: lunghezza del fusto e calibrazione (diametri delle estremità delle talee portinnesto), sviluppo delle radici (almeno tre) e saldatura del punto d’innesto.
I risultati
In generale tutte le varietà oggetto di studio hanno mostrato buone affinità di attecchimento all’innesto con i quattro portinnesti testati, che hanno fornito risultati pressoché uniformi per le caratteristiche relative ai “diametri medi” delle barbatelle innestate. Per quanto riguarda, invece, la “lunghezza media del fusto” si sono confermati ottimi risultati sulla riuscita degli innesti per tutte le varietà e portinnesti, con una prevalente performance del portinnesto 1103 Paulsen, seguito da 34 E.M.
La generale qualità delle affinità di innesto di tutte le varietà con i 4 portinnesti è stata confermata anche dal “numero medio adeguato di radici principali” e conseguente “numero di radici sviluppate”, che è risultato pressoché costante tra le varietà indagate.
Tra i partner: Consorzio Jonico Ortofrutticoltori S.c. a r.l. (Capofila); Graper S.r.l.; Società Agricola Salvi Vivai S.s.; Distretto Agroalimentare Regionale (D.A.Re. S.c. a r.l.); Cassandro S.r.l. Unipersonale; Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA-AA; CREA-VE); Società Agricola Grapes S.s.; Azienda Agricola Lamascese Vincenzo; Areté S.r.l.
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