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In un contesto di crescente attenzione per l’ambiente e di maggiore interesse verso un’agricoltura più sostenibile, i metodi alternativi per il controllo delle malattie e dei parassiti delle piante stanno acquisendo sempre più importanza. Tra le soluzioni più promettenti vi è l’uso dei funghi entomopatogeni, microrganismi capaci di infettare e uccidere gli insetti nocivi. Tra questi, Beauveria bassiana si distingue per la sua efficacia e versatilità, grazie ai diversi ceppi in grado di attaccare varie specie di insetti.
Beauveria bassiana nei vigneti di uva da tavola
Beauveria bassiana ha dimostrato notevole efficacia nel controllo dei tripidi nei vigneti di uva da tavola. Questi piccoli insetti possono causare significative perdite di produzione, attaccando i fiori in primavera e causando deformazioni e rugginosità sugli acini in estate. L’applicazione di formulati commerciali a base di B. bassiana permette di controllare efficacemente la popolazione di questi tisanotteri – tra cui Frankliniella occidentalis -proteggendo così la qualità e la resa dei grappoli dalla fioritura alla maturazione. Rientrando tra i metodi biologici, l’impiego di questo fungo riduce la necessità di interventi chimici, contribuendo a creare un ambiente più sano nei vigneti. Inoltre, i diversi ceppi isolati di Beauveria bassiana sono selettivi su alcune specie di insetti, evitando danni agli organismi utili presenti nei vigneti.

Adulto di Frankliniella occidentalis attaccato dal fungo entomopatogeno Beauveria bassiana
Cos’è Beauveria bassiana e come agisce?
Scoperta dall’entomologo Agostino Bassi nel 1835, Beauviera bassiana è oggi uno dei funghi entomopatogeni più studiati e utilizzati per la lotta biologica contro molti parassiti. Questo fungo vive naturalmente nel suolo da saprofita, ma può anche vivere da endofita nelle piante, inducendo resistenza contro numerosi fitofagi. B. bassiana emette spore che, disperse dal vento o da irrorazioni artificiali, entrano in contatto con la cuticola degli insetti target. In condizioni favorevoli, le spore germinano e penetrano nel corpo dell’insetto, producendo tossine (beauvericina e bassianolide) che sopprimono la risposta immunitaria dell’ospite, portandolo alla morte. Dopo la morte dell’insetto, in condizioni di elevata umidità, possono comparire all’esterno del corpo delle efflorescenze conidiche che contribuiranno a nuove infezioni.
Garantire l’efficacia dei trattamenti nei vigneti
Le spore del fungo possono essere applicate direttamente sulle piante tramite irrorazione, formando una barriera protettiva che agisce contro i parassiti. Per ottenere i migliori risultati, è essenziale seguire alcune linee guida: la corretta tempistica dell’irrorazione, le condizioni ambientali favorevoli e l’adeguata concentrazione delle spore sono fattori cruciali per il successo del trattamento. È fondamentale garantire una corretta copertura delle superfici vegetali, magari associando degli adiuvanti che facilitano l’adesione delle spore sulla cuticola dei fitofagi. In presenza di una popolazione fitofaga numerosa, è preferibile una strategia integrata che preveda una prima applicazione con prodotti chimici seguita dall’applicazione di B. bassiana per completare il controllo, ottimizzando la gestione dei residui nel pieno rispetto della GDO e del consumatore finale.

Spore di B. bassiana al microscopio elettronico
Caratteristiche e tempistiche di applicazione dei principali formulati
Circa il 90% dei formulati a base di Beauveria bassiana in commercio sono composti da conidi (spore derivanti dalla riproduzione asessuata), mentre il restante 10% è a base di ife non specializzate o micelio. Questi formulati possono essere utilizzati singolarmente o in sinergia con altri agenti di biocontrollo, come Bacillus thuringiensis (batterio che produce proteine tossiche per molte specie di insetti). Tuttavia, è importante fare attenzione all’applicazione contemporanea di fungicidi, poiché solo alcuni principi attivi sono compatibili con B. bassiana. Le tempistiche di irrorazione sono cruciali per garantire l’efficacia del trattamento. È possibile eseguire trattamenti a partire dalla caduta dei petali (caliptra) fino alla fine della fioritura per le generazioni antofaghe di tripidi, e, 2-3 trattamenti distanziati tra loro di circa una settimana, a partire dalla prima comparsa dei tripidi per le generazioni carpofaghe.
In conclusione, l’uso di Beauveria bassiana rappresenta un’efficace soluzione per il contenimento di alcuni insetti e acari dannosi per l’uva da tavola e non solo. Questo fungo entomopatogeno offre una soluzione ecologica, efficace e sostenibile, rispondendo alle esigenze delle aziende agricole a regime biologico e integrato, ma anche di quelle che adottano strategie fitosanitarie sostenibili, garantendo la qualità e la sicurezza dei prodotti agricoli.
Donato Liberto
©uvadatavola.com