Il 2016 si chiude in bellezza per il settore biologico, che mette a segno un nuovo record con una crescita del 20% del mercato dei prodotti “bio” controllati e certificati secondo i regolamenti europei.
Ne dà notizia Anabio-Cia, commentando il report di Assobio sulla base dei dati Nielsen-Ismea.
Vera protagonista dell’incremento del biologico nel 2016 è stata la Grande distribuzione organizzata (GDO). Infatti nei supermercati l’acquisto di prodotti “bio” ha superato il miliardo di euro (erano 737 milioni nel 2014 e 873 milioni nel 2015). Positivo anche l’andamento del canale dei negozi specializzati: una rete di oltre un migliaio di punti vendita, che ha concluso l’anno con un segno più che positivo.
Ottima la tendenza anche degli “altri canali“, tra cui eccelle la ristorazione che nei primi nove mesi del 2016 ha realizzato oltre il 90% del fatturato del 2015, avendo raggiunto i 62 milioni contro i 68 dell’intero anno precedente.
Anche i dati sull’occupazione fanno registrare un incremento sul 2015, pari al 18,4%.
Alcuni progetti attivati di recente da Federbio per l’internazionalizzazione e sostenuti dalla Commissione europea grazie alla positiva collaborazione con l’Ice stanno producendo e produrranno un incremento dell’export, in particolare in Cina, Giappone, Usa e Canada.
“Per quanto riguarda il mercato interno, e in particolare la produzione agricola– afferma il presidente di Anabio, Federico Marchini– attendiamo che il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico venga realmente e fattivamente dispiegato in tutte le sue 10 azioni programmate“.
“La conferma, da parte del nuovo governo Gentiloni, di Martina come ministro e di Olivero come viceministro con delega per l’agricoltura biologica, dovrebbero garantire nel nostro Paese un ruolo di crescente rilievo per il ‘bio’. Un settore -ricorda ancora Marchini- che, oltre a incontrare un eccezionale successo da parte dei consumatori, contribuisce alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale, nonché garantisce le performance economiche e occupazionali migliori di tutto l’agroalimentare italiano”.
Fonte: cia.it