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In occasione dell’assemblea annuale della Commissione Italiana Uva da Tavola (CUT) che si è tenuta venerdì 23 giugno 2023 è stato presentato in maniera ufficiale ed esclusiva, ai soci CUT, il Catasto varietale dell’uva da tavola, realizzato dalla CUT insieme al CSO Italy. A parlarne il presidente della CUT, Massimiliano Del Core che ha ribadito l’importanza del Catasto varietale dell’uva da tavola, grande novità del 2023, realizzato grazie al lavoro di coordinamento delle attività svolto dal project manager Lorenzo Diomede.
In cosa consiste la novità?
Il Catasto dell’Uva da Tavola era già stato annunciato da noi della Commissione Italiana Uva da Tavola, insieme a CSO Italy, in occasione della Fruit Logistica di Berlino. L’attività di elaborazione del catasto si è conclusa a maggio e ci ha permesso di estrapolare dati molto interessanti, che fotografano l’attuale panorama varietale italiano. La conoscenza di questi dati, infatti, ci ha permesso di captare i trend e le tendenze del comparto e di registrare le dinamiche interne della filiera. I dati sono estremamente significativi e ci consentono di sapere con esattezza in quale percentuale è diffusa la coltivazione di alcune varietà e le caratteristiche tecnico-agronomiche e produttive dei vari areali produttivi. Grazie a questi dati, quindi, non solo sappiamo quali sono state le tendenze negli impianti degli ultimi 3-5 anni, ma possiamo prevedere e determinare con consapevolezza anche cosa avverrà nei prossimi 5-10 anni – aspetto fondamentale per fare programmazione insieme agli operatori della filiera, alle associazioni e, perché no, anche ai breeder.
A chi è rivolto il Catasto varietale?
Le slide di presentazione del catasto chiaramente, in occasione della giornata di venerdì, sono state discusse con tutti i soci della Commissione Italiana Uva da Tavola e con le OP che hanno partecipato alla ricognizione statistica e che, fornendo i propri dati al CSO Italy, hanno collaborato alla realizzazione del catasto stesso.
I dati, quindi, così come sono stati presentati al momento non saranno divulgati su larga scala. Per chi volesse far parte del progetto, in continuo aggiornamento, però, è sempre valida la possibilità di partecipare e di ottenere così l’accesso alla consultazione dei dati del catasto.
Al netto dei dati riservati esclusivamente ai soci, quali trend avete riscontrato?
Dai dati contenuti nel Catasto delle varietà di uva da tavola si evincono molte conferme su quelli che si ipotizzavano essere dei trend del comparto. Esempio di tendenza chiara ed evidente è la sostituzione delle varietà con semi con quelle apirene e la tendenza a coltivare l’uva da tavola in determinati areali delle regioni di Puglia, Basilicata e Sicilia. Altra tendenza che chiaramente emerge dai dati del catasto è l’innovazione, che si legge nei dati riferiti alla realizzazione di vigneti con più ampi sesti d’impianto e la maggiore recente propensione verso le uve rosse.
In sintesi ciò che emerge dall’analisi è una viticoltura in salute e dinamica, che tuttavia soffre dell’incertezza con cui spesso gli agricoltori sono chiamati a fare i conti. Disporre di dati, quindi, è oggi più che mai necessario per attuare scelte strategiche che segneranno i prossimi 20-30 anni del comparto viticolo.
I dati analizzano anche gli aspetti della commercializzazione?
La tipologia di dati recuperati sono strettamente legati alla produzione, per cui quella fornita dal Catasto varietale è una mappa della produzione di uva da tavola che finora ci ha permesso di rilevare oltre 130 varietà di uva da tavola coltivate su oltre 10mila ettari del territorio nazionale. Da questo dato – sottolinea Del Core – è importante partire. Si tratta di un numero di varietà molto ampio che esprime l’incertezza e la frammentazione della produzione viticola italiana. Per questo, quindi, è importante disporre di mezzi di ausilio come il Catasto varietale per iniziare a fare delle programmazioni serie insieme ai breeder italiani e stranieri che stanno contribuendo all’innovazione del comparto.
Finora – continua Del Core – la CUT si è concentrata sugli aspetti produttivi ma siamo pronti a fare un monitoraggio di mercato considerando anche i prezzi al consumo dell’uva da tavola. L’obiettivo è quello di partire da un’analisi dei prezzi a livello nazionale per poi passare a un’analisi del mercato estero. Il progetto, propostici da Agroter, è ancora in cantiere e stiamo provando a strutturarlo in formato di test; contiamo di essere pronti e di entrare in regime già nella prossima stagione.
Per la lettura dei dati è previsto un supporto?
Assolutamente sì. Tutti i soci della Commissione Italiana Uva da Tavola possono consultare il Catasto varietale e interrogare il CSO Italy per essere sostenuti nella lettura di questi dati. Anche noi siamo sempre disponibili per il confronto interno ed esterno alla CUT e pronti ad allargare la base del campione per far acquisire ancora maggiore organicità al Catasto varietale.
Silvia Seripierri
©uvadatavola.com