Nei giorni scorsi la Puglia ha ospitato 2 incontri tecnici condivisi da ADAFBA, Agriproject Group, Apofruit, Fondazione ITS e viticoltori.
Il doppio evento, tenutosi il 31 marzo a Rutigliano e il giorno seguente a Noicàttaro, ha avuto come obiettivo quello di “recuperare e rivalutare la coltivazione dell’uva da tavola, frutto di una perfetta combinazione tra nuovi vitigni, l’area territoriale di produzione e il ruolo del viticoltore”.
“Creare una opportunità di confronto tra i partecipanti”, questa l’introduzione del Dott. Antonio Romito (foto sopra) che, nel presentare gli interventi programmati come base di stimolo alla discussione, ha evidenziato la modalità di partecipazione attiva e di condivisione delle conoscenze ed esperienze già maturate.
Il Dott. Giovanni Passeri, presidente ADAFBA, ha in seguito salutato i partecipanti, illustrando le attività che l’Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali di Bari promuove.
Nella parte introduttiva dell’evento, spazio anche al Dott. Giuseppe Maggi, che ha spiegato le finalità che la fondazione ITS promuove: diffondere la cultura tecnica e scientifica e sostenere le misure dello sviluppo dell’economia e le politiche attive del lavoro. Inoltre, ha invitato i partecipanti alla compilazione del questionario per l’acquisizione di informazioni relative ai fabbisogni formativi delle aziende operanti nel settore agroalimentare, per meglio individuare i profili professionali da formare.
Il Dott. Pietro Scafidi di Agriproject Sicilia.
La relazione del dott. Pietro Scafidi, Agriproject Sicilia, ha aperto l’incontro tecnico. Molto interessante e capace di suscitare domande e considerazioni da parte del pubblico la sua analisi dei parametri da tenere in considerazione quando si intende approcciarsi ad una nuova varietà.
Forma di allevamento, tipo di potatura, sesto di impianto, copertura con teli plastici, difesa fitosanitaria, nutrizione e gestione del suolo sono i parametri che vanno accuratamente ponderati nel momento della valutazione di impianto di una nuova varietà, al fine di ottimizzare il risultato produttivo e raggiungere la necessaria riduzione dei costi di produzione.
Le esperienze raccontate da alcuni dei produttori presenti in sala hanno permesso di far conoscere ai presenti alcune innovative esperienze di gestione dell’impianto (diverso posizionamento dei teli e dell’impianto di irrigazione, inerbimento), elementi che apportano spunti su cui riflettere nel prossimo futuro.
Subito dopo, il dibattito si è spostato verso il cuore dell’incontro: le varietà senza semi. Le precise e approfondite relazioni dello stesso Dott. Scafidi, hanno fornito ai presenti numerose informazioni e dettagli tecnici propri delle varietà seedless più o meno diffuse sul territorio: Crimson, Superior, Thompson, Apulia e Regal.
Alle informazioni fornite dal relatore si sono aggiunte le considerazioni provenienti dai frequenti interventi del pubblico, il quale ha mostrato interesse e partecipazione nei confronti di una felice formula di gestione dell’incontro, che ha permesso e incentivato il confronto tra i produttori e i tecnici presenti.
Il dott. Giuseppe Sicuro, tecnico Apofruit per l’uva da tavola.
L’incontro si è concluso con una relazione del Dott. Giuseppe Sicuro, tecnico Apofruit per l’uva da tavola, nella quale è stata fornita una fotografia dell’esistente sul tema delle senza semi e del progressivo orientamento del mercato verso queste ultime. Il Dott. Sicuro ha sottolineato che in futuro il mercato sarà sempre più segmentato in tante varietà, molte delle quali seedless, che andranno a posizionarsi in una differente nicchia di mercato.
Mancherà invece la varietà capace di coprire incontrastata 4 mesi di produzione, come è stata ed è ancora oggi l’uva Italia. Nel dettaglio, il Dott. Sicuro ha parlato di alcune delle diverse cv di cui è licenziataria Apofruit, varietà promettenti ottenute da tre diversi costitutori tutti californiani: Sun World, IFG e Sheehan Genetics (SNFL Group). Anche in questo caso sono stati forniti numerosi dettagli tecnici relativi alla modalità di gestione, di potatura e di nutrizione delle varie cultivar, tra cui Timpson, Midnight Beauty, Sophia, Scarlotta e Allison.
Il tema delle seedless, come prevedibile, ha suscitato numerosi interventi dei partecipanti: tra i tanti, da segnalare l’appello ad opera di un produttore presente in sala volto a sollecitare una maggiore attività di ricerca finalizzata alla costituzione di varietà senza semi e costituite sul nostro territorio, al fine di poter disporre di uve capaci di differenziarsi dalle altre una volta sul mercato e di caratterizzarsi per elementi distintivi di pregio. L’invito ha ricevuto consensi da parte del pubblico ma ha anche portato alcuni esponenti del mondo della ricerca universitaria ad una puntualizzazione legata al fatto che la ricerca non può autosostenersi dal punto di vista economico. Questi finanziamenti dovranno giungere, come avviene già oggi in altre Nazioni che competono con noi sui mercati europei, dalle istituzioni pubbliche a vari livelli e soprattutto dal mondo dell’impresa privata. Tuttavia l’opzione ventilata sembra tutt’altro che prossima.
Gli incontri tecnici sono stati seguiti con interesse dai partecipanti fino ai minuti finali, segnale che denota non solo il notevole e crescente interesse che in Puglia suscita il tema delle varietà seedless, ma anche che la formula degli incontri tecnici informali, caratterizzati da un confronto diretto tra produttori e tecnici agronomi, risulta apprezzata e utile ai tanti produttori che hanno bisogno di prendere decisioni nel breve periodo.
Autore: la Redazione
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