Uva da tavola: calcio e qualità del frutto – prima parte

da Redazione uvadatavola.com

La fase di post-raccolta rappresenta per l’uva da tavola un periodo chiave, che influenza in maniera diretta la qualità del frutto.

Anche se si svolge un lavoro eccellente in campo in termini di difesa della coltura, se il prodotto non è in grado di “sopportare” bene il periodo che intercorre tra la raccolta e la vendita, il risultato potrebbe rivelarsi deludente. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario lavorare correttamente con la nutrizione. Nel presente articolo andremo a dettagliare alcuni aspetti che riguardano la fisiologia delle arboree (ed in particolare della vite ad uva da tavola) al fine di individuare il miglior modo di agire in fase di nutrizione della coltura.

Il ruolo del calcio
Tra le tante funzioni svolte dal calcio, riveste particolare importanza quella strutturale: questo elemento contribuisce alla formazione delle pareti cellulari e garantisce stabilità alle membrane delle stesse cellule. Il calcio ricopre inoltre funzioni di “messaggero” chimico tra distinti organi e tessuti della pianta. Questo elemento viene assorbito dalle radici come ione Ca2+, attraverso i canali ionici. Si tratta di una tipologia di assorbimento che dipende in larga misura dal flusso dell’acqua verso le radici, trasportando gli ioni Ca2+ fino alla superficie di queste ultime.

Questo assorbimento è effettuato principalmente da nuove radici non suberizzate, ovvero dalla componente di queste che si trova in attiva crescita. Disporre del maggior numero possibile di radici in fase di crescita è la chiave alla base della “costruzione” del frutto e della sua consistenza finale: l’assorbimento del calcio non dipende dalla quantità di questo elemento che si apporta al suolo, ma dal numero di radici attive di cui la pianta dispone.

Da un punto di vista chimico-fisico, i fattori più importanti da considerare nel momento in cui si vuole favorire l’assorbimento di calcio sono la conducibilità elettrica della soluzione circolante nella zona radicale, la equilibrata relazione del calcio nella soluzione circolante rispetto agli altri cationi come Mg2+, K+, Na+ e la presenza di nuove radici in crescita attiva che sono quelle che lo assorbono in maggior quantità. Da quanto appena esposto, è facile dedurre che la temperatura, l’ossigenazione, la struttura del suolo e la corretta irrigazione giocano un ruolo fondamentale nel processo di assorbimento di questo elemento.

Un altro concetto che va precisato è che il movimento del calcio nella pianta avviene per via xilematica, non esistono evidenze solide che dimostrino il movimento di questo elemento per via floematica. Ne consegue che la strategia di fertilizzazione a base di calcio deve prediligere la via radicale.

 

Autori: Giovanni Manca – Agronomo, delegato Sud Italia AGQ Labs Italia
Gonzalo Allendes Lagos- Ing. Agr. PUCV – Director Técnico Corporativo AGQ Labs

 
 

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