Ecco perché l’agricoltura del futuro avrà bisogno dei biostimolanti

da Redazione uvadatavola.com

L’agricoltura del futuro non potrà prescindere dai biostimolanti, se vorrà essere sostenibile e capace di affrontare le sfide dei cambiamenti climatici. 

I biostimolanti potranno ricoprire un ruolo sempre più importante nell’ottica di un’agricoltura sostenibile – finalizzata a ridurre l’uso di input chimici – e permetterà di fronteggiare gli stress ambientali indotti, soprattutto, dai crescenti cambiamenti climatici che hanno ricadute negative sulle colture.

I biostimolanti sono una categoria di prodotti estremamente eterogenea: si va da sostanze naturali come per esempio le sostanze umiche – agli estratti di alghe o gli idrolizzati proteici fino ai microrganismi, che sono già stati identificati all’interno del regolamento europeo essere micorrize arbuscolaribatteri azoto-fissatori. Chiaramente non si tratta di una lista esaustiva, ma ci aspettiamo che in futuro il numero di microrganismi che verranno inseriti come biostimolanti possa essere ampliato.

Nel 2019 è stato approvato il regolamento della comunità europea che rivede la regolamentazione sui fertilizzanti. E questa nuova normativa definisce i biostimolanti vegetali come prodotti organici, inorganici o microrganismi.

L’Europa ha sostanzialmente definito i biostimolanti sulla base degli effetti agronomici che inducono sulle colture:

  • aumento della produzione
  • miglioramento della qualità
  • ottimizzazione delle sostanze nutritive
  • aiuto nel superare stress abiotici.

Questo altro non è che il primo passo, in quanto saranno ora necessari una serie di regolamenti aggiuntivi che vadano a implementare questa legislazione e che permettano soprattutto di definire quelli che sono le procedure per consentire la registrazione dei prodotti alle società.

Questa, in sostanza, è la riflessione del Prof: Giuseppe Colla del – Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo -. Il prof Colla anche quest’anno parteciperà alla Biostimolanti Conference approfondendo il seguente argomento: “Nuove tendenze della ricerca nel settore dei biostimolanti”. Con lui, già durante la prima sessione dell’evento, Lorenzo Gallo – Assofertilizzanti / Federchimica.  

Gallo spiega ai nostri microfoni in questa intervista: “L’Italia è stata precursore di questi prodotti perché nella normativa nazionale erano già previste alcune tipologie di questi prodotti. La nuova norma europea si va a innestare su questo quadro normativo esistente. Quindi ci troviamo nella situazione in cui entrerà in vigore la norma europea di carattere più generale e che coinvolgerà tutti gli stati UE. Ma, la nuova norma europea – per un periodo di tempo – conviverà anche l’attuale norma nazionale e se la normativa italiana non dovesse essere armonizzata per tempo c’è un serio rischio di sovrapposizione.

Il Dottor Gallo, quest’anno ci aggiornerà sul tema: “I biostimolanti tra il Regolamento europeo dei fertilizzanti e il Green Deal”. 


Durante la 4^ sessione prenderanno la parola anche i professori Luigi Lucini – DiSTAS, Università Cattolica del Sacro Cuore Piacenza – e Pii Youry – Facoltà di Scienze e Tecnologie, Libera Università di Bolzano. Essi approfondiranno la: 
“Comprensione dei meccanismi di azione delle sostanze biostimolanti attraverso l’integrazione della metabolomica e della trascrittomica”. 

Lucini anticipa: “Sotto il termine biostimolante rientra una classe molto ampia di prodotti chimici dal punto di vista di composizione. Pertanto anche i meccanismi coinvolti di una pianta sono variegati. Un elemento comune ai vari prodotti è, però, la modulazione del profilo ormonale della pianta. Presupposto -questo – per una cascata di reazioni chimiche e di processi (come ad esempio il favorire la crescita, resistere agli stress, o acquisire nutrienti).

Autore: Teresa Manuzzi 
Copyright: uvadatavola.com

 

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