Le cicaline sono dei fitofagi appartenenti all’ordine dei Rincoti o Emitteri presentano un elevato numero di specie che si diversificano per abitudini alimentari, modalità di svernamento e numero delle generazioni. Le diverse modalità di attacco e i sintomi che si riscontrano sulle foglie possono orientare inizialmente il tecnico nella identificazione della specie.
Di seguito un elenco delle principali cicaline riscontrabili nelle nostre aree viticole.
Cicalina verde (Empoasca vitis)
Punge le nervature fogliari di medio sviluppo, causando piccoli ripiegamenti dei lembi fogliari, vistose alterazioni cromatiche di colore giallastro con qualche arrossamento lungo i bordi.
Cicalina gialla (Zygina rhamni)
Forma numerose e minute punteggiature necrotiche con le punture di nutrizione;
Cicalina americana o Scafoideo (Scafoideo titanus)
Particolarmente importante per la trasmissione del fitoplasma responsabile della Flavescenza dorata che ha interessato principalmente le regioni viticole del Nord. Pur sotto continua osservazione da parte dei Servizi fitosanitari, al momento, non desta preoccupazione nelle regioni del Sud Italia.
Altre
Altre cicaline come la Metcalfa (Metcalfa pruinosa), la Cicalina bufalo (Stictocephala bisonia) e Cisside (Hyalessthes obsoletus) nelle nostre aree viticole, non sono ancora di interesse tale da attivare particolari attenzioni fitoiatriche.
Tra questi fitofagi la Cicalina verde sembra presentare una maggiore diffusione.
Non sono infatti rare le segnalazioni di infestazioni e di manifestazioni tipiche sulle foglie. La sua attività trofica si svolge principalmente sulla vite, ma si riscontra anche su altre piante coltivate e spontanee (pomacee, drupacee, fico, rovo, acero, carpino, pioppo, ecc…).
Ciclo biologico
Gli adulti sono di piccole dimensioni (3 mm) e presentano un colore verde chiaro con sfumature giallo-dorate; le forme giovanili sono invece più chiare, più affusolate e senza le ali. Entrambi gli stadi si riscontrano maggiormente nelle zone più interne della vegetazione. Sverna come adulto su piante sempreverdi e in primavera si trasferisce sulle viti dove depone le uova dentro i tessuti delle nervature della pagina inferiore delle foglie. Svolge tre generazioni all’anno e le prime apparizioni si riscontrano in maggio-giugno per completare le generazioni in tardo autunno.
I danni maggiori si riscontrano in piena estate con presenza di foglie con decolorazioni, imbrunimenti delle nervature e
presenza di zone rossastre lungo i bordi dei lembi fogliari in alcuni vitigni.
Controllo
In caso di accertata presenza, il controllo deve evitare eccessi di vigoria, razionalizzando l’apporto irriguo e nutrizionale.
In presenza dei primi sintomi riscontrati sulle foglie è necessario attivare un programma di monitoraggio che preveda l’uso di trappole cromotropiche gialle utili per individuare subito l’inizio delle infestazioni, l’andamento della popolazione del fitofago durante il periodo vegetativo della vite, ma anche la possibile identificazione della specie. Vanno comunque effettuati rilievi con strumentazione di laboratorio anche sulle foglie per verificare l’entità degli individui e valutare l’eventuale dannosità.
Sono registrate diverse sostanze attive per tale avversità (olio minerale, piretrine pure, sali potassici di acidi grassi, azadiractina flupyradifurone, acetamiprid, etofenprox, taufluvalinate, acrinatrina), ma gli interventi vanno valutati con attenzione ed effettuati solo in caso di effettiva necessità e su dati reali di monitoraggio eseguiti specificatamente nel
proprio vigneto.
Autori: Antonio Guario1, Luigi Tarricone2, Vito Lasorella3, Onofrio Grande3, Nicola Antonino3, Francesca Tarricone2
1. Agronomo Fitoiatra – Bari
2. CREA – Centro di ricerca Viticoltura ed Enologia,
Via Casamassima 148, Turi (BA)
3. AGROLAB, Centro di sperimentazione e diagnosi fitosanitarie,- Via San Vincenzo 36, Noicattaro (BA)