Sono sempre più frequenti le segnalazioni di cicaline nei vigneti. Questo incremento di popolazione potrebbe essere influenzato da vari fattori e potrebbe avere importanti conseguenze sulla normale gestione agronomica dei vigneti a uva da tavola.
La cicalina è un piccolo insetto provvisto di apparato boccale pungente-succhiante. Rientra infatti nelle specie considerate floemomize, che si nutrono cioè succhiando la linfa a livello dei vasi floematici. Questo insetto appartiene alla famiglia dei Cicadellidi, all’interno della quale sono classificate diverse specie. Tra queste, le più importanti per la vite da tavola sono, le cicaline Empoasca vitis e Zygina rhamni, note anche come cicalina verde e gialla della vite. Tali specie sono considerate fitofagi secondari che, comunemente presenti nei vigneti, non sono solite arrecare danno alla coltura per due ragioni: non sono associate alla diffusione di alcun patogeno e, nella maggior parte dei casi, possono essere controllate attraverso normali strategie di difesa.
Negli ultimi tempi, però, le segnalazioni relative alla presenza di cicaline all’interno dei vigneti stanno aumentando notevolmente.
Le cause potrebbero essere molteplici. In primo luogo, i cambiamenti climatici che stanno determinando modifiche nel comportamento di alcuni fitofagi, per esempio con l’aumento del numero di generazioni. In seconda battuta, un aspetto da non sottovalutare è la variazione delle strategie di controllo degli altri fitofagi della vite dettata da norme più stringenti in merito all’utilizzo di alcuni prodotti fitosanitari.
Sintomatologia e danni
A preoccupare è il rischio legato a una presenza eccessiva della cicalina in vigneto che, bloccando l’attività fotosintetica delle foglie, può infatti arrivare a debilitare la pianta. Tali alterazioni provocate a livello fogliare ostacolano la corretta traslocazione del liquido floematico dalle foglie agli organi della pianta, incidendo negativamente sul tenore zuccherino dei grappoli. Inoltre, si possono riscontrare anche danni diretti sui grappoli a causa della presenza degli escrementi prodotti dalle cicaline che, visibili sotto forma di minuscole goccioline nere, imbrattano gli acini, compromettendo il prodotto.
I sintomi della presenza di Z. rhamni differiscono da quelli di E. vitis. Tale distinzione si deve al fatto che la prima si nutre di contenuto cellulare, mentre la seconda di linfa. Nel primo caso, si può osservare la presenza di picchiettature clorotiche senza deformazione della lamina fogliare né disseccamenti. Nel secondo, invece, si notano prima accartocciamenti e ispessimenti della lamina fogliare e successivamente arrossamenti delle foglie di uve a bacca rossa e ingiallimenti delle foglie di uve a bacca bianca.
Difesa e controllo
Le strategie di controllo sono il più delle volte effettuate sulla base del ciclo biologico dell’insetto in questione. Gli adulti di Z. rhamni e E. vitis svernano su piante arboree e arbustive. Nella stagione primaverile, durante la fase di germogliamento delle viti, la femmina ovidepone all’interno delle nervature centrali delle foglie. Dall’uovo, il ciclo biologico dell’insetto procede con 2 stadi di neanide e 3 stadi ninfali – fasi in cui l’insetto è più vorace – fino a raggiungere la fase di adulto. Sulla vite, la cicalina può quindi effettuare fino a 2-4 generazioni all’anno in funzione dell’andamento stagionale.
A conferma di quanto detto, si riscontra solitamente un aumento della popolazione nei vigneti a partire da fine agosto per poi continuare a salire fino all’arrivo della stagione invernale.
Per ridurre la densità di popolazione all’interno del campo è dunque essenziale il monitoraggio, effettuato attraverso una conta del numero di individui presenti nel vigneto. Inoltre, prima di intervenire chimicamente, è bene disporre trappole cromotropiche in vigneto al fine di verificare la presenza di individui adulti che, sebbene non siano i diretti responsabili dei danni causati alle piante, possono dare un’idea della presenza più o meno elevata degli stadi preimmaginali.
In un’ottica di prevenzione, fondamentali sono le tecniche colturali. Un maggior ombreggiamento delle colture e un’eccessiva vigoria delle piante possono favorire la presenza di questi insetti fastidiosi. Razionalizzare concimazioni e irrigazioni ed effettuare sfogliature adeguate può dunque rivelarsi utile per limitare l’azione dell’insetto.
Altrettanto importante può risultare, infine, la pratica dell’inerbimento che, creando un ambiente più favorevole ad antagonisti naturali, contribuisce ad aumentare la biodiversità nel vigneto e a offrire nutrimento alle cicaline che tenderanno così a spostarsi meno all’interno dei vigneti.
Donato Liberto
©uvadatavola.com