La tignola della vite (Eupoecilia ambiguella) è un lepidottero presente nella maggior parte degli areali di coltivazione della vite.
Identificazione
La lotta a questo insetto avviene contemporaneamente a quello della tignoletta della vite (Lobesia botrana) perché i cicli biologici dei due insetti sono coincidenti.
L’adulto della tignola (Eupoecilia ambiguella) è una farfalla della lunghezza di 10-14 millimetri e possiede – al centri delle ali, una striscia mediana di colore scuro, visibile in posizione di riposo dell’adulto.
Le ali sono di colore giallo e frangiate ai bordi. La larva al primo stadio ha una colorazione grigiastra che scurisce con lo sviluppo larvale, fino a diventare nell’ultimo stadio di colore bruno mattone.
I danni della tignola della vite
Il danno – estremamente problematico per il viticoltore – si manifesta sia in fioritura (prima generazione), sia sugli acini in fase di ingrossamento ed invaiatura (seconda generazione). I problemi insorgono poi sul grappolo, in fase di ingrossamento.
Sulle lesioni provocate dalla tignola, infatti, si instaurano facilmente botrite e marciume acido. Sulle varietà di uva da tavola anche pochi acini danneggiati inficiano negativamente la qualità del prodotto. Danni del tutto simili sono causati dalla Lobesia botrana.
Ciclo biologico
L’insetto sverna, come crisalide, negli anfratti del vigneto (pali di legno, vecchi ceppi, corteccia ecc.). La prima generazione di adulti compare nei mesi di aprile- maggio e questa videpone sui fiori. Le larve di questa generazione si nutrono dei fiori (quindi sono dette antofaghe).
Le larve di prima generazione della tignola della vite si impupano all’interno dei grappolini fiorali e da qui sfarfallano nel periodo giugno-luglio. Da questi adulti si origina la terza generazione: la più dannosa.
Le ovodeposizioni di quest’ultima generazione del lepidottero, infatti, avvengono proprio sui grappoli in accrescimento. Allo schiudersi delle uova le larve compiono un’azione carpofaga nei confronti degli acini.
La larva tenderà a nutrirsi, danneggiando più acini possibile.
Accrescimento delle larve
L’accrescimento delle larve di questa generazione si protrae fino ad ottobre formando le crisalidi che sverneranno tra gli anfratti della pianta e generando l’infestazione nella stagione successiva. Questo ciclo impone due generazioni l’anno e raramente si più formare una terza generazione che risulta però spesso incompleta.
Trappole sessuali
La determinazione della soglia di intervento può essere eseguita anche mediante l’uso di trappole sessuali per monitoraggio. Queste vanno installate (1 o 2 per ettaro o per azienda) ad inizio aprile; occorre cambiare la capsula ormonale, ed eventualmente anche il fondo, circa 10 giorni prima del previsto volo della generazione successiva.
Generalmente le catture della prima generazione sono solamente indicative della popolazione esistente (non conviene trattare). Per le altre generazioni la soglia indicativa proposta in alcuni ambienti è di 10 maschi catturati per trappola per settimana (es.: traptest). Se non si vuole considerare la soglia di intervento, si può trattare circa 10-12 giorni dopo le prime catture, nel caso sia sufficiente un solo trattamento; oppure si può trattare a 9-13 giorni, con un successivo intervento dopo 7 giorni, dal momento in cui la fase di cattura dei maschi è crescente. L’intervento viene attivato anche al superamento della soglia dei grappoli infestati, o ai primi danni sugli acini.La lotta guidata si può effettuare anche con prodotti biotecnologici, infatti si possono utilizzare dei formulati biologici a base di Bacillus thuringiensis ssp. kurstaki. Questo insetticida biologico, in considerazione delle sue caratteristiche, va distribuito prima che le larve siano entrate negli acini. Esso si impiega con buoni risultati contro le larve della seconda generazione, distribuendolo due volte (la prima a 7-9 giorni e la seconda a 15-16 giorni dall’inizio della fase crescente delle catture) oppure 1 sola volta tra il 19° ed il 13° giorno dall’inizio della fase crescente delle catture.
Contro la terza generazione (della tignoletta), si applica a 2 e 3 settimane dall’inizio delle catture dei maschi. In questi interventi è opportuno, per migliorare l’effetto dei trattamento, aggiungere circa 500-1000 g di zucchero per ettolitro di acqua. Inoltre sono in sperimentazione dei preparati a base di virus e di funghi (lotta microbiologica), che sembrano dotati di attività contro alcuni Tortricidi fra cui anche la Lobesia, e tecniche di confusione sessuale. Infine sono da ricordare, tra gli entomofagi, alcuni Imenotteri (Calcidoidei e Icneumonidi) parassitoidi, i Ditteri Tachinidi e i Crisopidi, questi ultimi buoni predatori ausiliari di uova.”
Autrice: Teresa Manuzzi
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