Uva da tavola, gestione del calcio per frutti di qualità

Elemento poco mobile nel suolo e nella pianta, il calcio richiede una gestione accurata per ottimizzare la produzione e la conservazione dell'uva da tavola

da Redazione uvadatavola.com
uva da tavola

Tra le numerose attività svolte dal calcio, quella strutturale riveste un’importanza cruciale. Comprendere il momento di massimo utilizzo di questo elemento da parte del frutto è essenziale per ottenere una bacca “ben fatta”, in grado di preservare le sue caratteristiche qualitative durante la fase di post-raccolta dell’uva da tavola.

Il post-raccolta rappresenta una fase critica per l’uva da tavola, influenzando direttamente la qualità del prodotto finale. Anche una gestione ottimale in campo potrebbe risultare inefficace se il frutto non è in grado di mantenere le sue caratteristiche nel periodo tra la raccolta e la vendita, il risultato potrebbe rivelarsi deludente. Per raggiungere questo obiettivo, la nutrizione svolge un ruolo decisivo. In questo articolo approfondiremo i meccanismi fisiologici della vite e forniremo indicazioni pratiche per ottimizzare la fertilizzazione calcica in vigneto. 

Il ruolo strutturale del calcio

Il calcio è un elemento chiave nella formazione delle pareti cellulari e nella stabilità delle membrane cellulari, contribuendo alla resistenza e alla qualità dei tessuti vegetali. Oltre a queste funzioni strutturali, il calcio opera come “messaggero chimico” tra organi e tessuti della pianta, partecipando a numerosi processi fisiologici. L’assorbimento di calcio avviene attraverso le radici sotto forma di ione Ca²⁺, un processo strettamente legato al flusso d’acqua verso le radici e al numero di radici attive in fase di crescita.

Questo assorbimento è particolarmente efficace nelle radici giovani e non suberizzate, cioè in quelle che si trovano in una fase attiva di crescita. Sebbene la quantità di calcio disponibile nel terreno sia importante, è soprattutto il numero di radici attive a determinare la reale capacità di assorbimento della pianta. Per ottimizzare l’assorbimento, è cruciale considerare la conducibilità elettrica della soluzione nella rizosfera, il corretto equilibrio tra cationi come calcio (Ca²⁺), magnesio (Mg2+), potassio (K+) e sodio (Na+) e la presenza di radici in crescita attiva. La gestione di fattori come temperatura, contenuto di ossigeno, struttura del suolo e irrigazione riveste un ruolo fondamentale nel garantire che gli ioni di calcio raggiungano efficacemente la superficie delle radici.

Movimento del calcio nella pianta

All’interno della pianta, il calcio si muove esclusivamente attraverso i vasi xilematici, trasportato dalla linfa grezza dalle radici alla parte aerea. Non ci sono evidenze che dimostrino un movimento significativo del calcio attraverso il floema, il che significa che il calcio non può essere redistribuito dai tessuti più vecchi a quelli in crescita nei momenti di carenza. Di conseguenza, le strategie di fertilizzazione a base di calcio devono privilegiare la via radicale per garantire una disponibilità costante e adeguata di questo elemento durante le fasi critiche dello sviluppo della pianta. Un’efficace gestione della fertilizzazione e delle condizioni del suolo è essenziale per massimizzare l’assorbimento del calcio nell’uva da tavola, migliorando la qualità strutturale dei frutti e il loro comportamento in post-raccolta.

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Curva di accrescimento dell’uva da tavola

In uva da tavola, l’accrescimento degli acini segue una curva doppia sigmoidea, caratterizzata da due fasi principali.

  1. divisione cellulare: nella prima fase di accrescimento si verifica una rapida divisione cellulare, ed è qui che il calcio gioca un ruolo determinante nella formazione delle pareti e delle membrane cellulari. A seconda delle varietà di uva da tavola questa fase può estendersi dalla formazione del grappolo visibile fino a quando le bacche raggiungono una dimensione di 2-3 mm. Applicare il calcio in questa finestra temporale è essenziale per garantire una consistenza ottimale del frutto.
  2. distensione cellulare: in questa fase, successiva a quella della divisione cellulare, il calcio assorbito dalla pianta non influisce più sulla struttura finale del frutto, rendendo meno efficace l’apporto tardivo di calcio.

Per ottimizzare l’assorbimento del calcio, è importante che i germogli al momento della fioritura abbiano raggiunto una lunghezza minima di 60 cm. Questo assicura un flusso traspiratorio adeguato, favorendo il trasporto del calcio ai frutti durante la fase critica di sviluppo.

Il calcio legato: un indicatore di qualità dell’uva da tavola

L’accumulo di calcio nei tessuti vegetali dipende da numerosi fattori che influenzano direttamente la qualità strutturale del frutto. La funzione strutturale di questo elemento è strettamente legata alla stabilità dei tessuti vegetali e incide sul comportamento del prodotto sia in post-raccolta che in pre-raccolta.

In post-raccolta, il calcio contribuisce a ridurre problematiche come marciumi, imbrunimenti e perdita di consistenza. In pre-raccolta, invece, svolge un ruolo preventivo contro alterazioni fisiologiche come il cracking (nelle drupacee e nell’uva da tavola), l’incrinatura dell’albedo negli agrumi e la butteratura nel melo. Sebbene sia complesso correlare il contenuto totale di calcio nei tessuti alle alterazioni strutturali del frutto, numerosi studi hanno dimostrato una relazione diretta tra la frazione di calcio legata alle pareti cellulari, sotto forma di pectati di calcio, o alla membrana, sotto forma di fosfati di calcio, e la stabilità strutturale dei tessuti.

Il calcio legato, infatti, rappresenta un potente strumento diagnostico per identificare possibili alterazioni della qualità del frutto. Una delle principali funzioni del calcio è quella di formare pectati, composti chimici essenziali per la costituzione delle pareti cellulari. Questa funzione strutturale è direttamente correlata alla stabilità dei tessuti vegetali, influenzando positivamente la qualità del prodotto e la sua commerciabilità. La presenza di calcio nelle cellule del frutto è strettamente associata a una migliore distensione e divisione cellulare, processi in cui il calcio collabora con elementi come il boro e il fosfato per migliorare la compattezza e l’elasticità dei tessuti.

Benefici del calcio sulla conservazione e sulla commercializzazione dell’uva da tavola

In questo senso, grazie alla sua azione strutturale, il calcio contribuisce a:

  • mantenere la compattezza del frutto durante le manipolazioni;
  • resistere ai trattamenti a freddo durante la conservazione;
  • rafforzare la resistenza ai patogeni, riducendo le perdite.

Questi benefici consentono al frutto di mantenere le sue condizioni ottimali fino ai mercati di destinazione, migliorando la sua durata in post-raccolta e assicurando una qualità superiore al momento della vendita.

uva da tavola - nutrizione

La scarsa mobilità del calcio nella pianta: implicazioni per l’uva da tavola

Il calcio, a differenza di nutrienti come azoto, fosforo e potassio, è caratterizzato da una mobilità molto limitata all’interno della pianta. Non può essere trasferito dai tessuti più vecchi a quelli in crescita in caso di carenza, poiché il suo movimento avviene esclusivamente attraverso i vasi xilematici, che trasportano la linfa grezza dalle radici alla parte aerea grazie al richiamo indotto dalla traspirazione. Di conseguenza, il calcio arriva ai frutti solo tramite la traspirazione attiva che questi producono, finché rimangono organi verdi e traspiranti. Per questo motivo, l’analisi fogliare non può fornire indicazioni certe sul contenuto di calcio nei frutti, poiché il trasporto di questo elemento non avviene attraverso il floema, responsabile della distribuzione della linfa elaborata.

In condizioni di elevata vigoria, il calcio può essere assorbito in misura maggiore dalle foglie rispetto ai frutti, a causa dell’eccessiva evapotraspirazione. Questo fenomeno, noto come “deficienza occulta di calcio” una carenza di calcio non attribuita alla mancanza di calcio nel terreno ma a una non corretta mobilitazione dell’elemento nella pianta – può compromettere la qualità strutturale dei grappoli. Nell’uva da tavola, l’assorbimento di calcio è particolarmente basso nei primi 27 giorni dopo il germogliamento, ma aumenta sensibilmente nelle fasi successive. Durante la crescita dei germogli, quando raggiungono una lunghezza di 60-70 cm, l’assorbimento passa da 5,9 g a un massimo di 62,92 g nelle otto settimane successive alla raccolta.

Distribuzione del calcio nella vite

La distribuzione del calcio all’interno della pianta evidenzia una netta disparità tra i diversi organi. Alla raccolta, solo il 6,82% del calcio totale si trova nei grappoli, mentre il 67,06% è immagazzinato nelle foglie. Questo squilibrio sottolinea l’importanza di una gestione nutrizionale attenta e mirata, che favorisca un’adeguata disponibilità di calcio ai frutti nelle fasi critiche dello sviluppo.

Garantire un apporto sufficiente di calcio ai grappoli è fondamentale per prevenire carenze e assicurare frutti di qualità superiore, capaci di mantenere una buona consistenza e una maggiore durata in post-raccolta dell’uva da tavola. Una gestione corretta della nutrizione calcica e dell’evapotraspirazione rappresenta un elemento chiave per il successo produttivo dell’uva da tavola.

 

A cura di: Giovanni Manca – Agronomo, delegato Sud Italia AGQ Labs Italia e Gonzalo Allendes Lagos- Ing. Agr. PUCV – Director Técnico Corporativo AGQ Labs
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