Crisi idrica e malagestione: le ricadute sull’agricoltura

Da diverse settimane la Basilicata sta affrontando una crisi idrica senza precedenti. A incidere prolungata siccità e la presenza di infrastrutture vetuste e bisognose di urgente manutenzione

da uvadatavoladmin
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Da diverse settimane la Basilicata sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, che sta mettendo a dura prova 29 Comuni dello schema Basento-Camastra e ha portato a drastiche riduzioni dell’erogazione di acqua (anche per 30 ore consecutive). Come la regione lucana, anche Puglia e Molise sono alle prese con la medesima emergenza che, oltre a determinare gravi disagi a livello cittadino, si ripercuote anche sul settore agricolo.

La disponibilità di acqua è fondamentale per tutto il ciclo vitale delle colture. Per semplificare, si può immaginare il suolo come un contenitore che, con l’arrivo della stagione più fredda, occorre riempire il più possibile. Questa operazione, oltre a permettere di ritardare l’irrigazione, consente di disporre di acqua anche nei periodi più critici, specialmente in estate, quando la domanda da parte delle colture stesse si fa più elevata.

Immagazzinare risorse idriche, però, è fondamentale anche nelle fasi precedenti del ciclo colturale: per una buona ripresa vegetativa, infatti, è importante che l’apparato radicale delle piante disponga di adeguati volumi d’acqua. Sebbene durante il periodo invernale apparentemente non ci sia una necessità idrica, in realtà è proprio in questa fase che si può fare la differenza: se, infatti, l’idratazione delle gemme risulta deficitaria prima della loro stesura, si può compromettere il prosieguo della stagione. A tal riguardo, evidenze scientifiche – soprattutto su vite da tavola –  hanno dimostrato che periodi siccitosi e carenze idriche durante l’inverno possono influenzare negativamente la schiusura delle gemme.

Accanto a questo, non va tralasciata la recente tendenza delle regioni del Sud Italia a impiantare specie frutticole “idrovore” come l’actinidia o l’avocado, che manifestano cioè un elevato fabbisogno idrico. Pur non incidendo in misura significativa sul panorama frutticolo meridionale, lo sviluppo di queste colture in areali come quello pugliese o lucano nel lungo periodo rischiano di ampliare ulteriormente la crisi idrica già in atto, non potendo contare sull’acqua piovana per via dei prolungati periodi di siccità e di strutture obsolete di raccolta. A tal riguardo, infatti, è bene poi sottolineare l’importanza della qualità della risorsa idrica. Se, infatti, l’acqua presente nelle falde non viene diluita con acqua dolce – derivante cioè da precipitazioni – questa presenterà un elevato contenuto di sali, soprattutto nelle zone costiere, con conseguenze dannose per le colture e per il suolo stesso.

crisi idrica basilicata

Invaso del Camastra, Basilicata

Crisi idrica: l’emergenza in Puglia e Basilicata

Oggi, soprattutto in alcune regioni del centro Sud, la situazione appare sempre più allarmante. Proprio in questi giorni, infatti, in regioni come Basilicata e Puglia è partito il razionamento delle erogazioni di acqua che, oltre a colpire i cittadini, interesserà anche i diversi settori produttivi, tra cui quello agricolo. 

A incidere sulla già preoccupante crisi idrica, non solo il prolungato periodo di siccità e l’assenza di piogge, ma lo stato in cui versano reti e condotte colabrodo, in gran parte vetuste e bisognose di urgente manutenzione.

Per avere un’idea, in Basilicata, la situazione è talmente grave che la Procura di Potenza ha aperto un’inchiesta per verificare la corretta gestione dell’emergenza idrica, disponendo controlli e analisi sull’acqua immessa nella rete idrica. E nella giornata di mercoledì, l’Acquedotto Pugliese ha lanciato la campagna “Siamo in riserva”. Come sottolineato, in assenza di adeguate precipitazioni, già da gennaio infatti la quantità di acqua disponibile potrebbe essere insufficiente a soddisfare la domanda. 

Il caso più allarmante resta proprio quello della regione lucana, alle prese con un vero e proprio paradosso: notoriamente ricca di risorsa idrica, tanto da venderla in passato anche alle regioni vicine, la Regione si ritrova oggi a dover razionalizzare le erogazioni di acqua e a fare i conti con diverse proteste. Intanto, la Regione ha annunciato investimenti per oltre 230 milioni di euro che finanzieranno lavori di adeguamento del sistema idrico.

Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

 

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