Crisi nera per l’uva da tavola

Il valore riconosciuto alle produzioni italiane di uva continua a non essere remunerativo.

da Redazione uvadatavola.com
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Oggi, durante il “Consiglio direttivo nazionale CIA – agricoltori italiani, è intervenuto Gennaro Sicolo, presidente regionale pugliese e vicepresidente nazionale dell’associazione che ha parlato della profonda crisi che attanaglia il settore dell’uva da tavola.

Il valore riconosciuto alle produzioni italiane di uva continua a non essere remunerativo: crisi nera per l’uva.

Il problema è diventato ancora più drammatico a causa delle dinamiche geopolitiche in atto (guerra, rincari energetici, speculazioni). L’abbassamento del potere d’acquisto di famiglie e consumatori, inoltre, ha peggiorato ulteriormente un quadro che era preoccupante.

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Gennaro Sicolo, presidente regionale pugliese e vicepresidente nazionale CIA – Agricoltori Italiani

Uva: i dati della Puglia

Il 27% delle aziende ortofrutticole pugliesi è rappresentato da produzioni di ortive, mentre il 58% si colloca nel segmento dei fruttiferi. Nei fruttiferi a farla da padrona è l’uva da tavola, settore in cui la Puglia è la prima regione italiana per numero di aziende, quantità e qualità della produzione. Il dato complessivo regionale si attesta su una superficie di 25.085 ettari utilizzati e una produzione di 6.400.000 quintali.

La guerra dei brevetti

Per il comparto dell’uva da tavola, incombe, più che in altri comparti, la questione delle royalty da pagare sulle nuove varietà. Sulle uve da tavola senza semi, soprattutto, ma anche su moltissimi prodotti ortofrutticoli e agrumicoli, negli ultimi tempi si sta giocando una vera e propria “guerra dei brevetti”.

L’Unione Europea

Le diverse regole anche all’interno dell’Unione europea rendono ancora più difficile la vita dei nostri produttori.

L’Olanda, ad esempio, annualmente satura il mercato europeo dell’uva da tavola con prodotto acquistato dall’Egitto, che viene venduto, già confezionato, a un prezzo così basso da penalizzare fortemente i produttori italiani. Chi produce in Italia, lo fa sopportando costi altissimi ed elevati standard di sicurezza e qualità alimentari giustamente a tutela dei consumatori.

Quegli stessi consumatori non tutelati, invece, da produzioni estere realizzate a costi e con parametri di gran lunga al di sotto di ogni standard.

Problema da affrontare al più presto

Gennaro Sicolo, ha concluso il suo intervento affermando: “Il problema è enorme, anche su questo il governo italiano di prossima formazione e le istituzioni europee non possono continuare a non intervenire con politiche, regole e azioni che finalmente restituiscano dignità, redditività e giustizia ai produttori e alle produzioni italiane”.

 

Autrice: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

 
 
 

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