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- Per affrontare questa situazione di emergenza e di crisi, è nato in forma spontanea il Comitato Agricoltori Uva da Tavola (C.A.U.T.).
- Ora che la campagna 2022 volge al termine, come possiamo sintetizzare le problematiche che si sono verificate quest’anno?
- A nome dei produttori di uva da tavola e a fronte di una disaggregazione di filiera, cosa chiede il Comitato Agricoltori Uva da Tavola?
- Questa richiesta interessa indistintamente il prodotto uva da tavola o si riferisce in particolare a determinate varietà di uva?
- A fronte dell’incontro di domani, quindi, cosa puoi anticipare?
La crisi del settore dell’uva da tavola – ha dichiarato la presidente C.A.U.T. – sta raggiungendo quest’anno il suo culmine con un blocco consistente delle vendite e una diminuzione vertiginosa dei prezzi di uva sulla pianta. Si parla, infatti, di uva che i produttori sono costretti a vendere a 0,30-0,40 euro/kg, prezzo che non riesce a coprire nemmeno la metà dei costi di produzione.
Per affrontare questa situazione di emergenza e di crisi, è nato in forma spontanea il Comitato Agricoltori Uva da Tavola (C.A.U.T.).
Il Comitato si sta occupando di stringere rapporti e concludere accordi con le istituzioni, a cui chiede aiuto per affrontare insieme l’emergenza. Per fare il punto di quello che si è fatto e che si prevede di fare nel prossimo futuro è stato fissato per mercoledì 16 novembre 2022, alle ore 18.00, un incontro. L’evento, aperto al pubblico, si terrà presso la sala consiliare del Comune di Rutigliano con la partecipazione dei sindaci dei paesi limitrofi e del Consigliere Regionale e Presidente della IV Commissione Francesco Paolicelli.
Gli obiettivi del Comitato si delineano sempre più chiari, soprattutto grazie alla presidente C.A.U.T. – Antonella Nacherlilla – che ha rilasciato un’intervista in nome dei viticoltori del territorio che stanno affrontando una serie di problemi.
Ora che la campagna 2022 volge al termine, come possiamo sintetizzare le problematiche che si sono verificate quest’anno?
“I problemi sono tanti e riguardano la commercializzazione non solo di uva da tavola buona, ma anche di quella destinata alle aziende che si occupano di produrre mosto muto. I prezzi sono bassissimi, anzi irrisori, e abbiamo bisogno dell’aiuto delle istituzioni su più linee. A livello macroscopico, quindi, le problematiche sono:
- i prezzi proposti ai produttori;
- la scarsa sensibilizzazione delle GDO che sono poco coinvolte in questo problema.”
“La nostra prima mossa è stata quella di rivolgerci alle istituzioni regionali. L’11 ottobre, infatti, abbiamo incontrato l’assessore regionale all’agricoltura Donato Pentassuglia e abbiamo chiesto l’attivazione di misure a sostegno dei produttori. Quello che vogliamo sono aiuti per fronteggiare il calo dei prezzi di acquisto dell’uva e aiuti per dialogare con la GDO, che sembra estranea all’attuale situazione di crisi”.
A nome dei produttori di uva da tavola e a fronte di una disaggregazione di filiera, cosa chiede il Comitato Agricoltori Uva da Tavola?
“Ciò che chiediamo è la tutela del prodotto coltivato dai tanti piccoli viticoltori del nostro territorio. Si tratta di un’uva che si contraddistingue per due grandi pregi: qualità e denominazione made in Italy. Abbiamo aperto un tavolo di confronto con le istituzioni locali e con la regione, perché quello che chiediamo è dialogo, comprensione e supporto. Per il futuro, la nostra visione è un’aggregazione che guarda in due direzioni:
- oltre che tra produttori, anche tra produttori e commercianti;
- collaborazione delle istituzioni con il comparto produttivo tramite normative trasparenti e sostegni strutturati.
Chiediamo questo perché in passato ci sono stati tentativi simili, ma che nel tempo sono falliti. I sostegni che chiediamo alle istituzioni, infatti, devono consentire ai produttori di disporre di un fondo a cui i produttori devono poter accedere come supporto per affrontare i momenti di avversità. La nostra è una proposta di medio-lungo periodo che si propone di affrontare il problema per risollevare il comparto”.
Questa richiesta interessa indistintamente il prodotto uva da tavola o si riferisce in particolare a determinate varietà di uva?
“Inizialmente si pensava che la problematica riguardasse solo l’uva da tavola della varietà Italia. Col passare dei mesi, però, il crollo dei prezzi si è registrato anche per le uve senza seme e libere. È per questo quindi che il nostro focus sono le uve con seme – soprattutto della varietà Italia – e le uve apirene, libere, sempre più richieste dal mercato”.
A fronte dell’incontro di domani, quindi, cosa puoi anticipare?
“Per domani, mercoledì 16 ottobre, abbiamo organizzato un tavolo di confronto costruttivo, al quale abbiamo invitato i primi cittadini dei Comuni del Sud Est barese: Rutigliano, Noicattaro, Mola, Conversano, Casamassima, Acquaviva, Adelfia e Turi e il consigliere della Regione Puglia Francesco Paolicelli. La campagna 2022 è ormai in chiusura e i produttori sono scoraggiati e delusi. La problematica, però, non deve essere riposta in un cassetto e dimenticata. Quello che auspichiamo è che domani si faccia un punto della stagione e che le istituzioni riportino le prime informazioni e dati su cosa hanno fatto finora. Sulla base di questo, poi, intendiamo definire un piano di azione. Dobbiamo capire come affrontare il futuro. Noi siamo aperti a seguire una linea di confronto e dialogo, ma senza gli aiuti delle istituzioni difficilmente riusciamo a immaginare un futuro”.
Silvia Seripierri
©uvadatavola.com