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Come ogni primavera, anche quest’anno porta con sé importanti aggiornamenti per le norme eco-sostenibili per la difesa fitosanitaria e il controllo delle infestanti delle colture agrarie. Per tecnici, consulenti e operatori agricoli, è il momento di confrontarsi con le nuove direttive contenute nel Disciplinare di Produzione Integrata 2025 della Regione Puglia, documento di riferimento per una gestione razionale e sostenibile delle colture agrarie.
Tra le novità più rilevanti, vi è una revisione sostanziale dei criteri che regolano l’impiego di sostanze attive, in particolare per quanto riguarda l’interazione tra agricoltura biologica e difesa integrata. A cambiare non sono solo le sostanze ammesse, ma anche i criteri di classificazione, le modalità di utilizzo e le limitazioni specifiche per coltura – con un’attenzione particolare rivolta alla vite da tavola.
Per approfondire gli aspetti tecnici e normativi di questo aggiornamento, abbiamo intervistato il dott. Francesco Scirpoli dell’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia, che ha illustrato i passaggi chiave del nuovo disciplinare, offrendo spunti preziosi per una corretta applicazione in campo. Un contributo fondamentale per chi opera nel rispetto delle normative e nell’ottica di una sempre maggiore sostenibilità delle pratiche agricole.
Sostanze attive: cosa cambia nel Disciplinare di Produzione Integrata 2025?
Nel Disciplinare di Produzione Integrata della Regione Puglia 2024, le sostanze autorizzate per l’agricoltura biologica godevano di un’inclusione automatica all’interno delle schede colturali, come previsto dal punto 4 del documento. In pratica, tutte le sostanze ammesse ai sensi del Regolamento (UE) 2021/1165 – relativo ai prodotti utilizzabili in agricoltura biologica – potevano essere impiegate anche nel regime di difesa integrata, indipendentemente dal fatto che fossero esplicitamente indicate nelle singole schede.
Con l’aggiornamento 2025, questo approccio è stato completamente rivisto. Il riferimento normativo si sposta ora sul Regolamento (CE) 1107/2009, che disciplina l’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e sul relativo Regolamento di esecuzione 540/2011, che elenca e classifica le sostanze attive. Viene così meno l’equivalenza automatica tra sostanze autorizzate in biologico e quelle ammesse nella difesa integrata.
Il nuovo quadro normativo suddivide le sostanze in quattro grandi categorie:
- sostanze di base;
- sostanze attive a basso rischio;
- microrganismi;
- feromoni.
Molte delle sostanze comunemente utilizzate in agricoltura biologica rientrano ancora in queste categorie e sono quindi accettate anche nella produzione integrata, anche se non specificamente menzionate nelle schede colturali. Tuttavia, alcune sostanze ammesse in bio – ma non appartenenti a questi gruppi – non potranno più essere utilizzate se non espressamente indicate nelle schede. È una distinzione sottile, ma decisiva in termini applicativi.

Sostanze ammesse dall’Allegato I del Reg. 2021/1165 non rientranti nelle categorie precedenti
Un esempio pratico: feromoni in bio e integrato
Nel regime biologico, è consentito solo l’uso di feromoni come diffusori (ad esempio per la confusione sessuale), ma non in forma di trattamento spray. La produzione integrata, invece, ne consente l’impiego anche in questa seconda modalità, purché siano inclusi nella parte generale del disciplinare, anche senza essere citati nella scheda specifica della coltura.
Questo rappresenta un vantaggio operativo per chi adotta il metodo integrato, che può disporre di un ventaglio più ampio di soluzioni, sempre nel rispetto del principio di sostenibilità e selettività.
Fine dell’automatismo e introduzione di nuovi criteri
Un ulteriore cambiamento di rilievo introdotto dal Disciplinare 2025 riguarda il conteggio dei trattamenti consentiti. Fino al 2024, tutte le sostanze autorizzate in agricoltura biologica erano escluse dal computo del numero massimo di interventi fitosanitari annui, purché venissero utilizzate nel rispetto delle indicazioni in etichetta. Questo garantiva una maggiore libertà nella loro applicazione, soprattutto in situazioni di emergenza o pressione elevata dei patogeni.
A partire dal 2025, questa distinzione viene meno: anche le sostanze di origine biologica sono soggette al rispetto dei limiti previsti per ciascun parassita. In particolare, per alcune avversità chiave è stato introdotto un numero massimo di interventi annuali consentiti, indicato direttamente nella scheda colturale.
Per ovviare alla rigidità di questa nuova impostazione, è stata introdotta una nuova colonna (colonna 3) nelle tabelle: quando in corrispondenza di una sostanza compare la dicitura “SI”, l’intervento effettuato con quel prodotto non viene conteggiato ai fini del limite massimo annuo, ma resta comunque vincolato al numero di applicazioni previste in etichetta. Questa modifica consente di gestire con maggiore precisione le strategie di difesa, evitando sovradosaggi e allo stesso tempo mantenendo la flessibilità necessaria nei casi in cui si ricorra a prodotti a basso impatto o a uso mirato.
Nuova attenzione al Meccanismo d’Azione (MoA)
Tra le novità di maggiore rilevanza introdotte dal Disciplinare di Produzione Integrata 2025 vi è l’inserimento, all’interno delle tabelle colturali, del MoA – Mode of Action, ovvero il meccanismo d’azione delle sostanze attive.
Si tratta di un’informazione di grande utilità tecnica, che permette a consulenti e agricoltori di pianificare con maggiore consapevolezza le strategie di difesa, in particolare in ottica di rotazione e alternanza dei principi attivi. L’obiettivo è chiaro: prevenire l’insorgenza di resistenze da parte dei patogeni, uno dei principali rischi legati all’uso ripetuto e continuativo di molecole con lo stesso meccanismo.
La conoscenza del MoA consente infatti di:
- evitare l’impiego consecutivo di prodotti con lo stesso bersaglio biologico, anche se diversi per nome commerciale;
- diversificare gli interventi fitosanitari, alternando sostanze appartenenti a gruppi chimici differenti;
- migliorare l’efficacia complessiva dei trattamenti, salvaguardando le molecole a disposizione nel lungo termine.
L’integrazione del MoA nelle schede colturali rappresenta quindi un passo in avanti nella direzione di una gestione più razionale e sostenibile della difesa fitosanitaria.
Le novità per la vite da tavola: sostanze in revoca e nuove strategie
Nel Disciplinare di Produzione Integrata 2025, vengono segnalate alcune sostanze attualmente impiegate sulla vite da tavola che saranno revocate entro la fine dell’anno. In particolare:
- Dimetomorf, impiegato per il controllo della Plasmopara viticola (peronospora), sarà utilizzabile fino al 20 maggio 2025;
- Spirotetramat, attivo contro Planococcus e Viteus vitifoliae (fillossera), sarà consentito fino al 30 ottobre 2025;
- Spinetoram, utilizzato per il contenimento di Frankliniella occidentalis (tripide occidentale), sarà applicabile fino al 30 dicembre 2025.
La progressiva revoca di queste sostanze richiede una puntuale ricalibrazione delle strategie di difesa fitosanitaria, privilegiando fin da ora alternative efficaci già previste nelle schede colturali aggiornate.
In quest’ottica, l’impiego di principi attivi a basso rischio, microrganismi utili e tecnologie compatibili con la difesa integrata rappresenta una via sostenibile e conforme alle nuove disposizioni normative. Un approccio che permette di mantenere elevati standard produttivi e qualitativi, nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’operatore.
Clicca qui per sfogliare il Disciplinare di Produzione Integrata 2025 della Regione Puglia
Considerazioni finali
Le modifiche introdotte nel Disciplinare di Produzione Integrata 2025 segnano un passaggio importante verso una gestione fitosanitaria più strutturata, consapevole e coerente con le esigenze di un’agricoltura sostenibile e tecnicamente evoluta.
L’abbandono del riferimento automatico al biologico, l’adozione di un sistema di classificazione più specifico e l’introduzione di strumenti come il MoA o i nuovi limiti di trattamento, sono tutti segnali di un approccio che vuole coniugare rigore normativo e flessibilità operativa.
Per chi lavora con la vite da tavola, così come con altre colture, ciò significa interpretare correttamente le schede colturali e ripensare alcune abitudini consolidate, ma anche valorizzare gli strumenti oggi a disposizione – dai prodotti a basso impatto alle tecnologie di precisione – per garantire produzioni di qualità e al passo con i tempi.
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Donato Liberto
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