Un rapporto del governo cileno ha rilevato che le esportazioni di frutta sono diminuite del 5% in volume e del 10% in valore nel 2020, e il calo è stato ancora maggiore per l’uva da tavola.
L’Ufficio per gli studi e le politiche agricole del Cile (Odepa) ha pubblicato il primo bollettino di ottobre, in cui ha riferito che le esportazioni tra gennaio e settembre hanno registrato un calo del 5%, equivalente a 2,84 milioni di tonnellate e un valore di 5,36 miliardi di dollari, che rappresenta un riduzione del 10% del valore, come riportato dal portale MundoMaritimo.
Di questo 10%, il 74% corrispondeva alla frutta fresca, il 18% alla frutta lavorata e l’8% alla frutta secca.
La frutta fresca ha mostrato un calo del 6% tra gennaio e settembre, per un totale di 2,29 milioni di tonnellate e 3,979 miliardi di dollari, ovvero un calo dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Nel settore della frutta fresca, la principale merce esportata è l’uva con 600.700 tonnellate e 1,012 miliardi di dollari, che rappresenta una diminuzione del 7% in volume e del 19% in valore rispetto all’anno precedente. Seguono le ciliegie con 145.000 tonnellate e 953 milioni di dollari, che riflettono un aumento del 6% in volume e una diminuzione del 7% in valore.
Successivamente sono state le mele con 609.000 tonnellate e 530 milioni di dollari, che riflettono una diminuzione del 6% in volume e una diminuzione dell’11% in valore. Questi tre prodotti, insieme ai mirtilli, rappresentano il 73% del valore totale della frutta fresca esportata durante questo periodo.
La Redazione
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