Evitare resistenze con gli antagonisti naturali

Gli organismi utili, nella loro azione contro gli insetti dannosi, non fanno distinzione tra chi ha sviluppato o meno resistenze a principi attivi.

da Redazione uvadatavola.com
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Gli  antagonisti naturali, tra cui gli insetti utili, possono essere dei preziosi alleati delle produzioni e delle aziende agricole per aggirare le resistenze e controllare: cocciniglia cotonosa, tripidi e botrite.

Per approfondire meglio questi argomenti lo studio agronomico Graper ha organizzato una giornata divulgativa rivolta ai produttori di uva da tavola. A ospitare l’iniziativa – che si è svolta il 15 settembre in agro di Ginosa (Ta) – l’azienda agricola Fruitsland. In quell’occasione hanno preso la parola gli agronomi Giacomo Mastrosimini, Annamaria Fanelli di Graper assieme al tecnico Francesco Scirpoli.

Riteniamo che sia interessante approfondire alcuni dei concetti emersi nel corso dell’incontro. Ad esempio il concetto che l’agronomo Giacomo Mastrosimini ha ribattezzato di “anti resistenze”.

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Giacomo, a cosa ti riferisci quando dici che grazie agli antagonisti naturali è possibile ottenere il fenomeno dell’ “anti resistenza”?

“Utilizzare insetticidi di sintesi chimica per controllare gli insetti in vigneto potrebbe favorire l’insorgere di resistenze. Questo anche perché i principi attivi in commercio sono sempre meno a causa della costante eliminazione di molecole consentite dalle normative nazionali ed europee. Introdurre in vigneto insetti utili, invece, garantisce al produttore un buon controllo dei parassiti; questo perché gli antagonisti naturali, nella loro azione, non fanno distinzione tra chi ha sviluppato o meno resistenze ai principi attivi.

Gli insetti che lanciamo in vigneto mangiano o parassitizzano a prescindere. Integrare questo innovativo ed ecologico “strumento” di controllo potrebbe, quindi, evitare il proliferare di una popolazione resistente a un determinato principio attivo. Ovviamente si tratta di un metodo che potrebbe benissimo integrare anche i diffusori per la confusione sessuale”.

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Quanto costa tutto ciò?

“Adoperare organismi utili, contrariamente ai prodotti di sintesi, rappresenta un investimento per l’azienda, non una spesa. Infatti oltre a risolvere il problema nell’immediato, queste soluzioni, nel tempo, impattano positivamente sull’agro ecosistema e sull’equilibrio delle specie presenti in campo, riducendo la pressione dei fitofagi e favorendo l’aumento dei predatori naturalmente presenti nella coltura.
Il costo/ettaro, anche nel breve periodo, potrebbe essere paragonabile alle strategie di difesa di stampo convenzionale, con il plus che l’introduzione d’insetti utili, negli anni, porta alla riduzione di apporto degli input esterni”.

Quali sono le soluzioni più efficaci e promettenti nei vigneti?

“In seguito a osservazioni compiute negli anni si è notato che gli antagonisti che si sono contraddistinti per “ingordigia” e parassitismo sono i seguenti:

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Adulto di cocciniglia cotonosa parassitizzata da Anagyrus vladimiri

  • Anagyrus vladimiri: si tratta di un imenottero parassitoide. Esso è in grado di parassitizzare diverse specie di cocciniglie cotonose (sia Planococcus che Pseudococcus). La sua formulazione in pupe lo rende estremamente rapido e semplice da applicare e massimizza al contempo la sua efficacia in quanto tollera molto il trasporto e permette di sfruttare nella coltura l’intero ciclo vitale dell’insetto adulto.
  • Cryptolaemus montrouzieri: un coleottero predatore (sia allo stadio larvale che da adulto) di cocciniglie cotonose. Le larve sono molto voraci e tendono a rimanere nel luogo in cui vengono rilasciate. Sono loro che ripuliscono  rapidamente l’infestazione. L’aspetto delle sue larve, tra l’altro, è molto simile a quello delle prede, il che permette loro di muoversi tra i nemici “come lupi travestiti da agnelli”.
  • Amblyseius swirskii: acaro predatore molto vorace e polifago in grado di cibarsi sia di polline che di tripidi e aleurodidi. Disponibile in commercio sia in bottiglia che in pratici sacchetti impermeabili e compostabili. Si tratta di vere e proprie bio-fabbriche da cui fuoriescono acari predatori. L’uso combinato di entrambi i formati è collaudato da decenni su altre colture. Risultati molto positivi sono emersi anche in seguito al lancio su uva da tavola, in particolare contro il tripide Drepanothrips reuteri“.
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In foto: adulti di Anagyrus vladimiri

Ci sono delle novità anche circa il controllo delle malattie fungine?

Una novità in tal senso è un particolare lievito, un ceppo di Metschnikowia fructicola, privo di potere fermentativo, da applicare in vigneto prima della raccolta. Questo particolare lievito ci aiuta a controllare l’insorgere della botrite perché compete con la muffa grigia sottraendo al patogeno sostanze nutritive e spazio. Il lievito, che vanta spiccate capacità di moltiplicazione e di colonizzazione, crea una bio pellicola protettiva naturale sulla superficie del frutto che contribuisce ad allungare la shelf-life dell’uva da tavola. Il prodotto, non lasciando residui né esponendo al rischio di sviluppare resistenze, non ha tempi di carenza.

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In foto: larva di Cryptolaemus montrouzieri

Giacomo, mi sembra di capire che già oggi gli antagonisti naturali siano una valida alternativa alla protezione delle colture. In futuro ne avremo sempre più bisogno.

Già oggi possiamo e dobbiamo cominciare a introdurre questi nuovi strumenti all’interno del ciclo produttivo dell’uva da tavola per non farci trovare impreparati in futuro, quando sarà necessario trovare dei sostituti al numero sempre più alto di principi attivi che stanno pian piano “andando in pensione”. Come in molti altri settori agricoli, inoltre, anche per l’uva da tavola è crescente la richiesta di un frutto più sostenibile e con meno residui . I micro e macro antagonisti sono perfetti in tal senso perché:

  • sono naturali al 100%;
  • possono essere adoperati sia in bio che in integrato;
  • sono sicuri per l’uomo e per l’ambiente;
  • non creano fenomeni di resistenza;
  • riducono eventuali resistenze già presenti;
  • non residuano;
  • contribuiscono all’aumento della biodiversità;
  • sono compatibili – e spesso sinergici – con altri prodotti per la difesa come i feromoni.

 

Autrice Teresa Manuzzi
Copyright: uvadatavola.com

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