I prezzi dei concimi minerali sono alle stelle, è arrivato il momento di fertilizzare meno, ma in modo più efficace, anche grazie ai biostimolanti. Inoltre è giunto il tempo di sbugiardare alcune fake news circa il mercato e i fertilizzanti.
La prima vittima della guerra è la verità, sin dai tempi di Eschilo… ben quattrocento anni prima dell’arrivo di Cristo. Come di consueto anche con l’avvento di quest’ultimo conflitto le fake news hanno cominciato a viaggiare di smartphone in smartphone interessando anche il settore primario.
Notizie vere, false e verosimili hanno preso a danzare insieme alimentando quella spirale di paura e incertezza con la quale abbiamo ormai imparato a convivere da qualche decina di anni. A tal proposito Compo Expert ha deciso di fare chiarezza su quanto sta accadendo al mercato dei fertilizzanti. Perciò il 5 aprile 2022 ha organizzato – a Bari – un incontro con relatori d’eccezione:
- Mariano Alessio Vernì: giornalista e direttore commerciale della SILC Fertilizzanti;
- Youssef Rouphael – dell’Università di Napoli Federico II.
Pietro Costanza – marketing manager di Compo Expert Italia
Pietro Costanza, marketing manager di Compo Expert Italia spiega: “Le fake news fanno leva sulla paura del produttore. In queste settimane si è detto di tutto: che non avremo più fertilizzanti, che i prezzi non faranno che aumentare. Perciò abbiamo deciso di organizzare questo incontro con rivenditori, tecnici e produttori”.
“In questo momento storico – continua Costanza – Compo vuole ricordare che è necessario pianificare una nutrizione efficace. Dobbiamo imparare a fertilizzare senza sprechi. L’uso dei biostimolanti sarà prezioso in tal senso. Essi potranno aiutare le piante ad assorbire di più e meglio. In questo modo useremo meno prodotto e riusciremo ad essere competitivi sul mercato”.
Infine, conclude il marketing manager: “La nutrizione delle piante, soprattutto in Italia, è sempre stata la cenerentola. Se si pensa che è di uso comune tra i produttori dire “buttare il concime“. Nella testa dell’agricoltore il concime si butta, non viene distribuito con un chiaro obiettivo produttivo. Oggi più che mai ci rendiamo conto che è necessario non buttare nulla, ma distribuire in modo oculato”.
Nico Martinelli – PM & Crop Manager Compo Expert Italia
Ottimizzare la fertilizzazione è stato sempre un obiettivo della nostra azienda – aggiunge Nico Martinelli – PM & Crop Manager Compo Expert Italia: “L’obiettivo è mantenere un alto livello produttivo utilizzando meno fertilizzanti. Gli strumenti oggi ci sono, il nostro catalogo ne è pieno. Dobbiamo solo imparare ad usarli correttamente”.
Youssef Rouphael: professore associato presso l’Università di Napoli Federico II
A spiegare come i biostimolanti potrebbero aiutarci a diminuire gli apporti dei fertilizzanti e ottenere rese e qualità più alte una vecchia conoscenza di Fruit Communication e uvadatavola.com: Youssef Rouphael, professore associato di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II.
Il professore spiega: “I biostimolanti rappresentano uno strumento agronomico innovativo per migliorare l’efficienza d’uso dei nutrienti e dobbiamo usarli, visti i costi dei fertilizzanti sintetici. Oggi sappiamo quale biostimolante usare, in che momento e perché a seconda dell’effetto che desideriamo.
L’uso di questi nuovi formulati potrebbe essere la chiave giusta per aumentare la redditività e incrementare l’efficienza d’uso dei nutrienti. Pertanto potrò utilizzare meno fertilizzanti chimici. Oggi gli studi sono volti a indagare una seconda generazione di biostimolanti: i biostimolanti funzionali. Composti da biostimolanti sia microbici che non microbici”.
Il professor Rouphael conclude con un consiglio: “Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare alla produzione; essa non dovrebbe essere rapportata alla superficie di terra che coltiviamo, bensì a quanti kg di azoto ho utilizzato”.
Tutte le fake news sui fertilizzanti e il conflitto russo-ucraino: le smentisce Mariano Alessio Vernì
Con Mariano Alessio Vernì, giornalista e direttore commerciale della SILC Fertilizzanti, le notizie false delle ultime settimane circa l’agricoltura e il conflitto.
“I costi dei fertilizzanti sono aumentati di molto e gli agricoltori dovranno diminuire gli apporti per restare sul mercato. Conoscere la storia potrà esserci utile. Nel 2008 – spiega Mariano Alessio Vernì – a causa di una bolla speculativa i prezzi dell’energia (petrolio e gas naturale) hanno registrato un’impennata superiore a quella attuale. Che i prezzi stavano aumentando lo avevamo capito già nell’autunno 2021. Lo scoppio della guerra ha poi creato carenza di offerta da parte di Russia, Bielorussia e Ucraina a livello mondiale. Così gli altri produttori ne hanno approfittato”.
Prima fake news: non c’è più urea
“Si è detto che non ci sarebbe stata più urea. Non è vero l’urea c’è, ma costa 1200 euro a tonnellata. Chi è disposto a pagare un prezzo simile?”
Seconda fake news: non arrivano più i concimi da Russia e Ucraina a causa della guerra.
“L’unico concime che ci viene fornito dall’Ucraina è l’urea. In tutto in Italia giungono 1,3 milioni di tonnellate di urea totali in un anno (compresa quella prodotta dalle aziende italiane). L’Ucraina nel 2021 ci ha fornito circa il 10% dell’urea totale. Se anche nel 2022 dovesse mancare tutta l’urea ucraina al massimo mancherà il 10% del nostro fabbisogno.
Vi posso assicurare che dal punto di vista della catena distributiva non vi accorgerete nemmeno della mancanza dell’urea ucraina. Negli scorsi giorni è giunto già il primo carico dal Turkmenistan. Il mercato è come lo show, deve andare avanti.
Il problema reale è un altro – come spiegato anticipatamente – : il costo, che oggi è arrivato a 1100 – 1200 euro a tonnellata, saranno in pochi a potersela permettere”.
Terza fake news: la Russia non vuole vendere il concime
“Siamo dipendenti dalla Russia per il fosfato monoammonico (MAP) e fosfato biammonico (18/46). La Russia è la prima esportatrice di MAP in Italia ed è una buona esportatrice di 18/46. In questo caso non è vero che la Russia non vuole vendere, ma siamo noi che non possiamo acquistare. Infatti abbiamo imposto delle sanzioni alla Russia – alcune anche precedenti allo scoppio della guerra – sono queste sanzioni che di fatto bloccano i commerci.
Vi assicuro che soprattutto nel caso del 18/46 e – un po’ meno del MAP – la mancanza della Russia non si sentirà perché abbiamo già messo a punto degli accordi con il Marocco”.
Quarta fake news: mancherà il nitrato ammonico
“Si è detto che il nitrato ammonico mancherà del tutto a causa della guerra. Ma tra i fornitori italiani di questo prodotto Ucraina e Russia non ci sono mai state. I Paesi fornitori di nitrato ammonico per l’Italia sono: Turchia, Austria, Ungheria, Georgia Francia, Gran Bretagna e Polonia“.
Quinta fake news: i prezzi resteranno alti
“Sicuramente i prezzi nei prossimi mesi torneranno ad essere “umani”. Ad oggi non conviene più produrre alcune colture, ad esempio il pomodoro da industria. Ma se non si coltiva più nulla non si venderanno più nemmeno i fertilizzanti, perciò tenere prezzi così alti non conviene a nessuno. L’azienda italiana Yara è stata costretta a chiudere i suoi stabilimenti produttivi di Ferrara (per la produzione di urea e ammoniaca), ma poi ha riaperto. Questo perché nel giro di 10 giorni il prezzo del gas naturale si è dimezzato. Con il tempo si ristabiliranno gli equilibri tra domanda ed offerta e i prezzi tornano nella media“.
Il timore vero è: acquistare con i costi al top per vendere con i costi bassi
“Il timore fondato è legato al fatto che che chi sta effettuando le concimazioni oggi si sta sobbarcando di spese molto alte, mentre al momento in cui andrà a vendere il prodotto i prezzi scenderanno. Questo senza dubbio potrà essere un elemento di destabilizzazione per le aziende agricole”.
Autrice: Teresa Manuzzi
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