Finalmente in distribuzione l’ultimo numero di “uvadatavola-magazine”

da Redazione uvadatavola.com

Nel numero autunnale di uva da tavola magazine parliamo prevalentemente di uve senza semi.

Il contesto è noto: la domanda mondiale continua a spostarsi verso le seedless, i produttori italiani hanno digerito questo elemento e i nuovi impianti sono molto spesso realizzati con uve senza semi. Qui purtoppo finiscono le certezze. Perche in linea di massima i diversi breeder gestiscono le proprie varietà con la “Formula Club”, una modalità che molti produttori mal sopportano lamentando spesso scarsa trasparenza nei rapporti con gli esportatori. Secondo, perché non sempre l’adattamento e la coltivazione di queste varietà nei nostri ambienti risulta agevole. Terzo, perché purtroppo in Italia esiste il problema degli impianti illegali, e i breeder non sono certo contenti di vedere le proprie varietà coltivate illegalmente e si sono alleati per vigilare maggiormente. Nel frattempo molti produttori si affidano a varietà senza semi libere anche se si tratta di cultivar ritenute obsolete in altri Paesi produttori.

La Spagna entra stabilmente con le proprie seedless sui mercati di pregio (ha recentemente avviato l’esportazione anche verso la Cina), spingendo l’Italia sempre più verso l’Est Europa e costringendoci a lavorare sulla quantità e senza margine di guadagno. Gli iberici producono infatti volumi inferiori ai nostri, ma riescono a spuntare prezzi decisamente più alti.

Per disegnare a grandi linee una mappa che permetta al produttore di orientarsi in questo mare (agitato), abbiamo pensato di focalizzarci sulle diverse varietà di uve senza semi, distinguendo per costitutori e per modalità di coltivazione. Lo facciamo con un dettagliato articolo ad opera di Angelo Gasparre (agronomo – Food Agri Service) e Domenico Zagaria (agronomo – Agrimeca).

Continuiamo approfondendo l’attività di breeding svolta dai ricercatori italiani con vari progetti di miglioramento genetico (ad oggi se ne contano ben quattro, tutti attivati negli ultimi anni).

In questo numero trova spazio anche una bella intervista al produttore Stefano Borracci, raccolta da Teresa Manuzzi. Stefano racconta perché e in che modo sta progressivamente riposizionando verso la gestione in biologico la propria azienda agricola. La lettura dell’articolo permette di comprendere tutti gli strumenti di cui un produttore dispone per gestire in biologico il proprio vigneto. Dall’inerbimento all’utilizzo di insetti utili, dalle siepi campestri per aumentare la biodiversità all’ irrigazione più razionale, i temi vengono affrontati in modo chiaro e coinvolgente.

In chiusura di rivista la consueta rubrica dedicata all’analisi della stagione 2019 per le varietà precoci con l’intervista al produttore Biagio Pesce e all’agronomo Giacomo Mastrosimini.

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