Dall’uva i conservanti naturali per cibo e cosmesi

da Redazione uvadatavola.com

L’uva si può considerare una vera miniera d’oro, un frutto da cui si possono ricavare un’infinità di prodotti diversi, da oggi anche per conservare cibi e cosmetici.

Si tratta di una ricerca effettuata dal dott. Changmou Xu della University of Nebraska-Lincoln che ha ipotizzato un modo per recuperare dagli scarti della produzione del vino, dalle cosiddette vinacce, dei conservanti naturali perfetti per alimenti e cosmetici.

Un frutto, mille applicazioni
Durante la produzione del vino si produce una grande quantità di prodotti di scarto. Tra questi le vinacce. Si tratta degli acini d’uva pressati. Essi trovano già qualche utilizzo come fertilizzante o, posti in acqua a rifermentare e poi distillati, per la produzione di liquori come l’acquavite e addirittura come base per produrre una pelle di origine vegetale. Tuttavia questo prodotto di scarto può risultare un problema sia per i produttori che per l’ambiente. Il dott. Changmou Xu della University of Nebraska-Lincoln ha, però, ipotizzato un uso alternativo. Le vinacce risultano, infatti, ricche di sostanze antiossidanti naturali quali: proantocianidine, antociani e l’acido ellagico.

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Queste sostanze, secondo il piano del dott. Xu, potrebbero essere estratte e utilizzate per conservare cibi e prodotti ad alto contenuto lipidico, ossia di grassi. Grazie ad esse, infatti, si rallenterebbe il processo di ossidazione dei lipidi, aumentandone la conservabilità. Questi conservanti naturali andrebbero a sostituire le controparti sintetiche utilizzate già in grandi quantità all’interno di questi prodotti. I vantaggi di tale metodo sarebbero diversi, in primo luogo il recupero di un prodotto che altrimenti finirebbe spesso scartato con effetti negativi sull’ambiente. Un vantaggio non indifferente per l’industria vitivinicola che vedrebbe aprirsi una nuova opportunità di mercato. Saranno tuttavia i consumatori i principali beneficiari di questa innovazione, a cui verrà data la possibilità di accedere a prodotti con un contenuto di conservanti artificiali sensibilmente ridotto. Un’opportunità concreta per ottenere, sempre più spesso, etichette riportanti componenti di origine naturale.

 

Fonte: innaturale.com

 
 

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