NuVaUT: presentate 48 nuove varietà

da Redazione uvadatavola.com

Martedì 22 settembre 2020 alcuni breeder italiani si sono dati appuntamento a Noicattaro (Ba) per presentare alcune nuove varietà.

Oltre a ricercatori, alle associazioni, alle aziende agricole, ai tecnici di campo e ai buyer della Gdo, all’evento, ospitato nello stabilimento dell’azienda Ermes, erano presenti anche il Consorzio Nu.Va.U.T., Grape & Grape Group Srl ed il CREA – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria.

Noi di uvadatavola.com non ci siamo fatti sfuggire l’occasione ed abbiamo intervistato Riccardo Velasco, direttore del CREA viticoltura enologia.

In foto: Riccardo Velasco, direttore CREA-Viticoltura Enologia.

“Per noi è un motivo d’orgoglio quello di lavorare con un numeroso gruppo di privati, che speriamo si allarghi sempre più. Perché il nostro lavoro di ricerca ha senso solo nel momento in cui riesce ad essere valorizzato dal mondo produttivo. Una compartecipazione allo sviluppo di nuove varietà è la via più rapida e di successo, perché alla nostra esperienza si aggiunge quella aziendale, che ha quotidianamente la possibilità di confrontarsi sul mercato. Passaggio che noi, nel nostro piccolo, non potremmo compiere”, esorsisce così il direttore del
CREA .

Come Nu.Va.U.T. cosa avete messo in mostra oggi?
Oggi esponiamo gran parte delle 36 varietà che sono entrate nel primo ciclo della fornitura NuVaUT. Il progetto prevede la presentazione di 100 varietà, da fornire in 10 anni. In questa occasione abbiamo esposto alcune selezioni delle 12 che registreremo quest’anno e che, sommandosi alle 36 citate prima, fanno parte delle complessive 48 messe a punto in questi anni.

In foto: alcuni momenti dell’evento.

Ci sono delle varietà che, secondo lei, susciteranno maggiore curiosità da parte di produttori e consumatori?
Noi, chiaramente, siamo fieri di tutti i nostri figli ed è difficile per me affermare che un figlio è migliore degli altri. Uno degli aspetti che abbiamo maggiormente curato è l’assenza di semi. Presentare uve, frutto delle ricerca italiana, e pugliese in particolar modo, senza semi è un grandissimo risultato. Il lavoro si è svolto per lo più a Turi, in provincia di Bari. La ricerca è stata sovvenzionata da una cordata di produttori pugliesi. Per cui questa uva è pugliese in tutto e per tutto. Per me è un passo importante immaginare di poter offrire a questa terra delle nuove varietà capaci di sostituire cultivar di breeder stranieri.

In foto: colorazione delle bacche differente a seconda del periodo di raccolta e dell’areale di coltivazione di una stessa cultivar.

Quali sono le caratteristiche e le peculiarità di queste nuove varietà?
Alcune delle varietà che presentiamo hanno delle caratteristiche molto specifiche, la “Maula” è una varietà molto anticipata, tanto che in determinate condizioni si potrebbe pensare di tagliare il prodotto già a fine giugno. Presentare sul mercato del prodotto, in un momento in cui la maggior parte dell’uva da tavola non è ancora pronta per il taglio, consetirebbe ai produttori di allargare la finestra di mercato. Ci sono poi diverse varietà senza semi che sono così interessanti che potrebbero con tranquillità sostituire alcune varietà attualmente sotto royalty. Quasi tutte le cultivar che abbiamo ottenuto sono senza semi, come ho accennato, ma qualcuna presenta un seme erbaceo. Abbiamo deciso di proporre ugualmente anche queste, perché possiedono delle caratteristiche particolarmente interessanti come dimensioni, sapori ed aromi.

In foto: alcuni momenti dell’evento.

Quali obiettivi avevate?
Una delle linee guida che i nostri ricercatori hanno seguito è stata quella di ampliare la finestra di mercato. Allo stesso tempo la croccantezza è stato uno dei parametri primari, così come l’assenza di semi. Poi chiaramente la consistenza della polpa, i colori, ed alcuni aspetti aromatici hanno giocato un ruolo di selettività. Tutto questo aveva come obiettivo, e lo ripeto, non solo la sostituzione di varietà già presenti sul territorio e per le quali si pagano royalty importanti, ma anche l’ottenimento di uve con caratteristiche peculiari ad oggi assenti dal mercato.

In foto: alcune delle nuove selezioni del consorzio Nu.Va.U.T.

Il prossimo passo?
Il passaggio fondamentale che stiamo curando ora è la partecipazione del mondo produttivo. Testiamo queste varietà sulle grandi superfici, i nostri campi sperimentali contano 25 piante, stiamo ora a vedere cosa accade nel momento in cui queste varietà vengono messe a dimora su 10 ettari. Osserveremo produttività, comportamento della pianta, risposta ad eventuali trattamenti ormonali ed alla copertura intensiva. Ovviamente la pianta darà risposta completamente diverse a seconda delle specificità pedoclimatiche nella quale sarà immersa. Abbiamo già notato che al variare dell’areale riusciamo ad ottenere una diversa colorazione per alcune cultivar, che può variare dal nero al rosato. Questi sono passaggi fondamentali di co-sviluppo. Per cui NuVaUT diventa co-sviluppatore e quindi nuovo proprietario. Al di là della fornitura annua delle nuove varietà, fino a raggiungere le 100 nel 2025. Nel 2023 avremo completato l’iter di registrazione per le prime uve al CPVO (l’Ufficio comunitario delle varietà vegetali). Pertanto nel 2023 alcune varietà che sono qui oggi esposte saranno sugli scaffali.

 In foto: la nuova cultivar Maula 

 

 

Testo e foto: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

 

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