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- Foggia: dove la gelata ha colpito -30% di uva da tavola. Danni maggiori su drupacee.
- “Per quanto riguarda l’uva da tavola – comincia il produttore – un buon 30% può dirsi perduto, essendo i primi frutti già germogliati”. Eppure, la percentuale delle perdite non è nemmeno la peggiore, rispetto ai danni registrati per le altre colture.
Puglia, dopo le gelate gli addetti ai lavori sono al lavoro per stimare i danni. Ecco la testimonianza di Pasquale Schiavone: produttore di uva da tavola, nettarine e ciliegie.
L’azienda di famiglia di Schiavone sorge in agro di Foggia e produce ciliegie delle varietà Bigarreau e Ferrovia, nettarine della varietà Big Bang e uva da tavola della varietà Italia. Schiavone ha inviato in redazione (via whatsapp al 348 012 4610) alcune fotografie dei danni provocati dal gelo dei giorni scorsi.
Foggia: dove la gelata ha colpito -30% di uva da tavola. Danni maggiori su drupacee.
“Per quanto riguarda l’uva da tavola – comincia il produttore – un buon 30% può dirsi perduto, essendo i primi frutti già germogliati”. Eppure, la percentuale delle perdite non è nemmeno la peggiore, rispetto ai danni registrati per le altre colture.
“La situazione è decisamente più grave per ciliegie e nettarine – spiega – in questi casi i frutti sono stati del tutto bruciati dal gelo, con perdite quasi del 90%”.
“Purtroppo le temperature nel Foggiano sono scese a -4°C e c’è stato poco da fare”. Continua il produttore: “Bisogna poi considerare che per l’uva da tavola i danni si potrebbero manifestare anche in un secondo momento, nel corso della fase di germogliamento”.
Il quadro è simile per tutte le aziende foggiane: “A essere danneggiati dalle basse temperature delle scorse notti sono stati frutteti e vigneti di tutta la zona – conclude il produttore – da Cerignola a San Ferdinando, il maltempo ha interessato un po’ tutta la provincia di Foggia, a macchia di leopardo, secondo le diverse variazioni di altitudine”.
Come segnalato da Coldiretti Puglia, infatti, dal Barese al Salento, le temperature minime sono scese sotto lo zero in tutte le zone vocate alla produzione di colture arboree della Puglia, con punte di meno 4/5° C nelle aree della Murgia. Tanto che in diverse aree produttive sono stati accesi, talvolta senza sertire alcun risultato positivo, piccoli falò notturni con l’intento di riscaldare e proteggere i raccolti dal freddo.
Autore: Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com