Indice
- Le forme di allevamento si ottengono attraverso la potatura, detta appunto di allevamento, che consiste nell’eliminazione di una parte dei rami per modellare la struttura della pianta.
- Ma quali obiettivi si possono ottenere grazie a una corretta forma di allevamento?
- La scelta della corretta forma di allevamento, inoltre, condiziona in maniera determinante la carica di gemme per ceppo e per ettaro e la messa in opera di sistemi di protezione (grandine vento, pioggia) o forzatura (anticipo o posticipo della raccolta).
Le forme di allevamento della vite sono un elemento fondamentale nella viticoltura da tavola, influenzando direttamente la qualità e la quantità dei grappoli prodotti. Attraverso queste strutture, ottenute con tecniche specifiche di potatura, è possibile ottimizzare la crescita della pianta, garantendo il giusto equilibrio tra apparato vegetativo e riproduttivo. Una corretta forma di allevamento non solo migliora la maturazione uniforme dei grappoli e li protegge da danni ambientali, ma facilita anche le operazioni colturali come la potatura e la raccolta, riducendo i costi della manodopera. Saper scegliere e gestire le forme di allevamento è fondamentale per ottenere una produzione di alta qualità, ottimizzare i raccolti e rispondere alle esigenze di una viticoltura da tavola moderna ed efficiente.
Le forme di allevamento si ottengono attraverso la potatura, detta appunto di allevamento, che consiste nell’eliminazione di una parte dei rami per modellare la struttura della pianta.
A livello nazionale, in viticoltura le forme di allevamento utilizzate si possono raggruppare sostanzialmente in 4 categorie:
- ad alberello;
- a controspalliera;
- pergoletta;
- tendone.
Le prime due forme di allevamento, molto utilizzate nel lontano passato, sono oggi poco diffuse nell’ambito della viticoltura da tavola, che con il tempo si è sempre più differenziata da quella da vino anche per le differenti forme di allevamento adottate in campo. I primi esempi di forme di allevamento elencate, compresa la pergoletta, sono indicate per ambienti con ridotti apporti idrici e quindi con viti dotate di scarsa vigoria.
In considerazione di alcuni aspetti che distinguono una forma di allevamento da un’altra, è poi possibile suddividere le forme di allevamento in diversi modi:
- bassa (0,8-1,2 m), media (1,2-1,6 m), alta (oltre 1,6 m), a seconda dell’altezza del fusto;
- corta (es. alberello), mista (es. Guyot), lunga (es. tendone), a seconda del tipo di potatura;
- forme contenute e forme espanse (è bene precisare che sia le forme contenute, sia quelle espanse permettono di praticare un sistema di potatura corto o lungo), a seconda dell’espansione vegetativa.
Ogni sistema di allevamento ha i suoi vantaggi e svantaggi, che dipendono da un insieme di fattori come la varietà, le caratteristiche pedoclimatiche del territorio di interesse, le operazioni colturali da effettuare e la disponibilità economica.
Ma quali obiettivi si possono ottenere grazie a una corretta forma di allevamento?
La scelta della forma di allevamento della vite è una decisione strategica che incide profondamente sul successo della coltivazione dell’uva da tavola. Una corretta configurazione permette di ottenere un equilibrio ottimale tra l’apparato vegetativo e quello riproduttivo, migliorando la qualità e la quantità dei grappoli.
Un sistema di allevamento ben pianificato garantisce che i grappoli siano protetti dall’insolazione diretta, evitando ustioni agli acini, ma anche liberi dalla vegetazione in eccesso per una maturazione uniforme. Inoltre, una disposizione razionale dell’apparato vegetativo assicura una migliore illuminazione delle foglie, fondamentale per la fotosintesi, e un arieggiamento ottimale, riducendo così il rischio di malattie fungine. Un ulteriore vantaggio di una forma di allevamento efficiente è la facilitazione delle operazioni colturali come la potatura e la raccolta, che, per l’uva da tavola, sono spesso svolte manualmente. Questo aspetto è cruciale per ridurre i costi della manodopera e aumentare l’efficienza complessiva del lavoro.
La scelta della corretta forma di allevamento, inoltre, condiziona in maniera determinante la carica di gemme per ceppo e per ettaro e la messa in opera di sistemi di protezione (grandine vento, pioggia) o forzatura (anticipo o posticipo della raccolta).
Nella viticoltura da tavola odierna l’architettura della vite è tipicamente quella conferita dalle forme di allevamento a tendone o a pergola, secondo le diverse varianti regionali. Queste forme conferiscono alla vite un’architettura precisa, caratterizzata da un fusto unico che si interrompe a circa 1,60 metri dal suolo, dando origine a due o più branche oblique. Da queste si sviluppano i lunghi tralci a frutto, rinnovati ogni anno grazie alla potatura. I tralci vengono successivamente legati ai fili metallici, disponendosi in modo orizzontale, mentre i grappoli si trovano penzolanti al di sotto, protetti dal fogliame sovrastante. Questa disposizione non solo facilita la raccolta manuale, ma garantisce una protezione naturale dei grappoli da danni ambientali, come l’eccessiva esposizione solare.
Parallelamente alla selezione di nuove varietà e all’introduzione di tecnologie innovative, le forme di allevamento giocano un ruolo cruciale nello sviluppo del comparto viticolo. Una gestione ottimale di questi sistemi può infatti contribuire a massimizzare i risultati produttivi, migliorando la qualità dei grappoli e ottimizzando le operazioni colturali. Investire nelle giuste forme di allevamento rappresenta un tassello importante, che – se ben gestito – non solo migliora la produttività, ma contribuisce a sostenere una viticoltura più efficiente e competitiva.
Donato Liberto
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