Fratelli Redavid, passione e impegno da generazioni

Punto di riferimento per la coltivazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli di alta qualità, in particolare per l’uva da tavola,  la F.lli Redavid SRL guarda oggi a nuovi orizzonti. Conosciamola meglio

da Federica Del Vecchio
redavid

Nata nel 1990 in Puglia dalla volontà dei fratelli Pasquale e Giuseppe Redavid di investire nella coltivazione dell’uva da tavola, la F.lli Redavid SRL è oggi una realtà consolidata. Combinando passione, duro lavoro e innovazione, l’azienda è cresciuta nel tempo e oggi a guidarla c’è la terza generazione che – con sguardo proiettato al futuro, ma piedi ben radicati nella tradizione – porta avanti l’antica attività di famiglia e l’eredità tramandata dai nonni e zii Francesco, Oronzo e Marco. A raccontarci storia e visione dell’azienda Clarissa Redavid.

Come nasce la F.lli Redavid SRL ?

La F.lli Redavid SRL è un’azienda familiare nata dalla passione per la terra e i suoi frutti. Grazie all’impegno e alla visione innovativa di chi nel tempo ha coltivato questa eredità, l’azienda ha conosciuto una crescita significativa, trasformandosi in un punto di riferimento per la produzione di prodotti ortofrutticoli di alta qualità.

Oggi, il nostro prodotto di punta è l’uva da tavola, simbolo di eccellenza e riconosciuta per il suo sapore dolce e qualità eccezionale. Nel corso degli anni, però, grazie all’energia della nuova generazione, abbiamo ampliato la nostra offerta includendo cavolfiori, piselli e albicocche, ideali sia per il consumo fresco che per la trasformazione.

Il nostro obiettivo è soddisfare i clienti tutto l’anno, garantendo qualità, freschezza e un’ampia gamma di scelta. Sin dalla sua nascita, F.lli Redavid è sinonimo di amore per la terra, tradizione e innovazione al servizio della bontà. Per questo, la nostra filosofia aziendale si fonda su due pilastri principali: qualità e innovazione. Due pilastri che ci portano a utilizzare tecnologie all’avanguardia per garantire la freschezza dei prodotti e consegne rapide ed efficienti. In campo, per esempio, la gestione dell’irrigazione è affidata al software Bluleaf, che ci permette di monitorare con precisione le esigenze idriche delle diverse varietà, ottimizzando risorse e risultati. Anche in caso di alcune infestazioni, come quella della tignoletta, la gestione avviene in modo mirato attraverso l’uso dei puffer, garantendo un approccio efficace e sostenibile. 

redavid

Accanto alla produzione, la vostra azienda opera nel campo dell’esportazione. A tal riguardo, come descrivereste i vostri mercati di riferimento?

I mercati con cui operiamo, in particolare Germania, Belgio e Olanda, si caratterizzano per consumatori attenti e dai gusti ben definiti. Negli ultimi anni, una tendenza sempre più evidente è quella legata alla preferenza per l’uva senza semi, riflesso di un cambiamento nei consumi, dettato – oltre che da un’attenzione crescente verso prodotti in grado di rispondere a stili di vita dinamici – da esigenze di praticità e salute. L’assenza di semi, infatti, rende l’uva più comoda da consumare, soprattutto per famiglie con bambini o per persone abituate a snack veloci e sani durante la giornata. Questa caratteristica aumenta l’attrattività delle uve apirene, differenziandole dalle varietà tradizionali e spingendole verso una percezione premium. Tutto ciò, d’altra parte, ha reso il segmento delle seedless rappresenta oggi un mercato nevralgico: non si tratta semplicemente di un prodotto sempre più richiesto, ma di un’alternativa che risponde a una domanda specifica e alle esigenze di consumatori disposti a investire in qualità e praticità. In un contesto competitivo come quello dei Paesi Bassi, della Germania e del Belgio, la capacità di offrire un prodotto che si allinei a queste aspettative diventa quindi cruciale per consolidare la propria presenza sul mercato.
Investire nell’uva senza semi significa intercettare non solo una tendenza, ma anche il desiderio di innovazione e attenzione ai dettagli che caratterizza questi mercati. E, al contempo, la scelta di coltivare o commercializzare queste varietà può rappresentare una strategia vincente per soddisfare consumatori sempre più orientati verso prodotti che combinano gusto, convenienza e uno stile di vita moderno.

Restando in materia di uve apirene, come evolverà secondo voi il rapporto tra varietà di uva con e senza semi?

In Italia, i dati catastali più recenti indicano un cambiamento significativo nel comparto dell’uva da tavola: la superficie dedicata alla coltivazione di uve apirene ha ormai superato quella riservata alle uve tradizionali con semi. Questo trend riflette una trasformazione profonda nelle preferenze dei consumatori, sempre più orientati verso prodotti che uniscono praticità, qualità e facilità di consumo.

Le uve con semi, una volta simbolo della tradizione agricola italiana, stanno altresì perdendo progressivamente terreno. Nonostante continuino a essere apprezzate da una nicchia di consumatori affezionati ai sapori più autentici e tradizionali, la produzione di queste varietà sta subendo una riduzione significativa. Questo declino, però, non implica una scomparsa totale: le uve con semi, infatti, mantengono ancora un ruolo di rilievo in alcune zone produttive, specialmente laddove la coltivazione è legata a tradizioni locali o alla produzione di specifiche varietà di uva da tavola. Tuttavia, il calo è evidente e costante. Di conseguenza, gli agricoltori stanno progressivamente orientando i propri investimenti verso varietà senza semi, riconosciute non solo per il loro valore commerciale, ma anche per la capacità di adattarsi meglio alle richieste del mercato globale. Questo processo di riconversione rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per l’Italia, che può consolidare la propria posizione di leadership nella produzione di uve di qualità. E, in ottica futura, puntare a nuovi mercati, come quelli oltremare, dove cresce la richiesta globale di prodotti di qualità come i nostri.

 


 Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

 

 

Articoli Correlati