Il calcio e la parete delle cellule vegetali

da Redazione uvadatavola.com

Sono molti i fattori che ricoprono un ruolo rilevante nel processo che permette l’accumulo di calcio nei tessuti.

La funzione strutturale di questo elemento è direttamente proporzionale alla stabilità dei tessuti vegetali, al comportamento in post-raccolta del prodotto (marciumi, imbrunimenti, perdita di consistenza, ecc.) e alla possibilità di soffrire di alterazioni anche in pre-raccolta (cracking delle drupacee e uva da tavola ma anche incrinatura dell’albedo in agrumi, butteratura del melo, ecc.). Oltre alla funzione strutturale (calcio pectato nelle pareti cellulari in forma di pectati di calcio e fosfati di calcio nelle membrane), il calcio svolge un’altra importante funzione nelle cellule vegetali.

Per questo motivo si trova localizzato anche in altri punti: solubile nell’apoplasto e nel simplasto (in forma di nitrati, cloruri e amminoacidi); insolubile in forma di precipitati nei vacuoli (maggiormente in forma di fosfati, carbonati e ossalati); residuale in forme fortemente insolubili (maggiormente silicati).

Storicamente ci si imbatte nella difficoltà di trovare correlazioni tra le alterazioni strutturali del frutto (pre e post-raccolta) e il contenuto di calcio totale dei tessuti. In questo senso, numerosi studi scientifici hanno dimostrato la relazione diretta tra la frazione di calcio legata alla parete cellulare sotto forma di pectati di calcio e il comportamento strutturale svolto dal tessuto.

Questo rende il calcio legato un nuovo e potente strumento diagnostico per ricavare informazioni riguardo possibili alterazioni della qualità della frutta. Uno dei compiti principali del calcio nella pianta è quello di formare pectati, composti chimici che formano la parete delle cellule vegetali. La sua funzione strutturale è quindi direttamente correlata alla stabilità dei tessuti vegetali e influenza la qualità e la commercializzazione del prodotto finale.

La sua presenza nelle cellule del frutto è infatti direttamente correlata con una migliore distensione e divisione cellulare, dove il calcio collabora insieme al boro ed al fosfato al miglioramento della compattezza e dell’elasticità dei tessuti.

Questo si relaziona direttamente con la capacità della frutta di mantenere le sue condizioni e la sua compattezza di fronte alle manipolazioni, ai trattamenti a freddo, ad ottenere una maggiore resistenza ai patogeni e in definitiva a raggiungere una maggiore durata in post-raccolta, sino a quando il prodotto raggiungerà i diversi mercati di destinazione.

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Autori: Giovanni Manca – Agronomo, delegato Sud Italia AGQ Labs Italia
Gonzalo Allendes Lagos- Ing. Agr. PUCV – Director Técnico Corporativo AGQ Labs

 
 
 

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