Il suolo vivo come risorsa strategica

Pratiche agronomiche che favoriscono lo sviluppo di processi biologici sono alla base di un suolo in salute, indipendentemente dall'equilibrio tra componenti fisiche e chimiche

da Donato Liberto
suolo vivo

Il suolo è molto più di una semplice superficie su cui crescono le piante: è un ecosistema vivo, complesso e dinamico, che svolge un ruolo cruciale nella produttività agricola. Costituito da particelle minerali e organiche, aria e acqua, il suolo fornisce alle piante il supporto e i nutrienti essenziali per il loro sviluppo. La sua qualità influisce direttamente sulla crescita delle colture, sulla capacità di trattenere l’umidità e sulla resistenza agli stress ambientali. Comprendere e gestire correttamente il suolo significa non solo migliorare i rendimenti agricoli, ma anche garantire la sostenibilità dell’intero ecosistema agrario.

Un suolo di buona qualità favorisce lo sviluppo degli apparati radicali, garantendo un assorbimento ottimale di acqua e nutrienti. Ciò si traduce in una crescita rigogliosa delle colture, migliorando i rendimenti e la qualità dei prodotti agricoli. Un buon suolo si presenta soffice e lavorabile, drena efficacemente e si riscalda rapidamente in primavera. Deve inoltre essere in grado di assorbire le precipitazioni con minimo scorrimento superficiale, trattenendo l’umidità necessaria per affrontare i periodi di siccità. Un suolo sano, definito come “suolo vivo” o biologicamente attivo, ospita una vasta comunità di organismi viventi e permette di ridurre l’apporto di fertilizzanti, garantendo rese elevate e sostenibili nel tempo.

Preparazione fisica e chimica del suolo prima dell’impianto di un vigneto

La preparazione del suolo prima dell’impianto è un’operazione cruciale per garantire la produttività e la longevità di un vigneto. Un terreno ben lavorato facilita l’esplorazione radicale e assicura condizioni ottimali per lo sviluppo della vite. Per questo motivo, fin dall’inizio, occorre garantire parametri fondamentali come macroporosità, bassa densità apparente, buona conduzione idraulica e un alto contenuto di aria. Una corretta struttura del suolo, con un adeguato rapporto tra superficie e volume, contribuisce inoltre a mantenere l’equilibrio delle basi nutritive.

La lavorazione profonda del terreno rappresenta un’occasione per correggere eventuali squilibri chimici. L’aggiunta di ammendanti come calce, gesso o fertilizzanti fosfatici deve avvenire in proporzioni precise, sulla base di analisi specifiche del suolo. Solo con un approccio mirato si possono evitare eccessi o carenze di nutrienti, ottimizzando la fertilità e garantendo la migliore crescita delle viti nel lungo periodo.

suolo - sostanza-organica

I lombrichi svolgono un’azione fisica ed organica nel suolo

Suolo biologicamente attivo, la preparazione biologica del terreno

Gli organismi presenti nel suolo giocano un ruolo chiave nel mantenimento della sua fertilità e funzionalità. Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, questi microrganismi regolano il ciclo dei nutrienti, sequestrano carbonio, evitano l’emissione di gas serra e migliorano la struttura e i regimi idrici del terreno. Il loro contributo risulta essenziale non solo per il funzionamento degli ecosistemi naturali, ma risulta una risorsa importante anche per la gestione sostenibile dei sistemi agricoli.

Il carbonio organico si conferma un elemento cruciale per la salute del suolo, costituendo la base della sostanza organica, derivata dalla decomposizione di residui vegetali e animali. Infatti, sebbene la salute di un suolo sia il risultato delle sue componenti biologiche, fisiche e chimiche, la sua vera condizione può essere valutata solo in base alla sua componente viva o biologica. Per quanto le componenti fisiche e chimiche possano trovarsi in un equilibrio ottimale, è improbabile che il suolo possa mantenersi in uno stato di salute se le pratiche agronomiche danneggiano lo sviluppo dei processi biologici. Questo processo avviene grazie all’azione di insetti, funghi e altri organismi che trasformano la materia organica in nutrienti assimilabili dalle piante.
Un ettaro di suolo fertile e biologicamente attivo può contenere oltre un miliardo di batteri per grammo di terra, insieme a migliaia di chilogrammi di funghi, protozoi, artropodi e lombrichi. Questi organismi creano un ambiente ideale per la crescita delle piante, migliorando la disponibilità di nutrienti e contribuendo alla salute generale del vigneto.

Conclusione

La comprensione della complessità del suolo e delle sue interazioni biologiche, fisiche e chimiche rappresenta una delle sfide più grandi dell’agricoltura moderna. Un suolo fertile non è solo il risultato di una gestione attenta, ma anche di pratiche sostenibili che preservano la sua biodiversità. L’adozione di fertilizzanti organici, il rispetto della vita microbica e un approccio olistico alla coltivazione permettono di ottenere raccolti di alta qualità senza compromettere la salute del terreno. Nel contesto della viticoltura, investire nella cura del suolo significa garantire la produttività e la qualità delle produzioni. Un suolo sano non è solo il punto di partenza per un buon raccolto, ma la chiave per un’agricoltura resiliente e sostenibile nel tempo.

 

A cura di: Martín Silva
©uvadatavola.com

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