Inerbimento in vigneto: chiariamo alcuni dubbi. GUARDA IL VIDEO

da Redazione uvadatavola.com

Migliorare la struttura del terreno vuol dire mettere in atto una strategia con più azioni, l’inerbimento è una di queste.

L’inerbimento è una di quelle azioni da pianificare e realizzare nel periodo autunnale e contribuisce, nel tempo, all’ottenimento di diversi benefici come l’aumento della sostanza organica, una maggiore fertilità del terreno ed un risparmio dei costi di gestione.  

Ne abbiamo parlato approfonditamente qualche tempo fa, all’interno di questo video, con l’agronomo Giacomo Mastrosimini, esperto nella conduzione in biologico di vigneti e frutteti.

Vuoi approfondire? Clicca qui: guarda il webinar sull’inerbimento e consulta le slide degli esperti.

L’agronomo Mastrosimini suggerisce, oltre all’inerbimento del vigneto – pratica da effettuare proprio in questo periodo, ovvero da fine ottobre a fine novembre – anche di spandere del compost per favorire la fertilità del terreno.

ECCO IL VIDEO 

 

  

Nel corso della video-intervista l’agronomo si sofferma e chiarisce alcuni dubbi che potrebbero sorgere.

Competizione idrica
La vite, nel periodo in cui l’essenza erbacea cresce e si sviluppa è in fase di riposo vegetativo, per cui la competizione idrica è presente solo in primavera. In quel periodo potrebbe convenire, a seconda delle caratteristiche del proprio vigneto, sfalciare precocemente il prato.

Tecniche di inerbimento
Per l’inerbimento è possibile seguire diverse tecniche, dal più lento e più economico inerbimento di tipo manuale, al’uso di macchine seminatrici (difficili però da utilizzare a causa della struttura stretta e bassa del vigneto). Una soluzione ottimale sarebbe l’utilizzo di una spandiconcime con becco oscillante, che garantisce una distribuzione uniforme delle sementi.
Coprire le file con un telo permetterà di preservare dall’inerbimento proprio quella porzione di vigneto.

Si intera? Come si interra? A che profondità?
Dopo la semina basta interrare leggermente il seme a due o tre centimetri di profondità, per far sì che il terreno entri in intimo contatto con il seme.

Costi
Certo, intraprendere l’inerbimento porta co sé dei costi (ad esempio bisogna considerare aratura, acquisto delle sementi, sfalciatura ed interramento). Allo stesso tempo, però, è opportuno fare i conti considerando i risultati previsti sul lungo periodo. Come ad esempio gli effetti positivi che questa pratica sortisce su pianta e terreno:  

  • aumento della struttura del terreno, 
  • aumento della sostanza organica, 
  • riduzione delle lavorazioni,
  • aumento della fertilità biologica e fisica del terreno,
  • maggior equilibrio vegeto-produttivo,
  • riduzione delle sfogliature e delle lavorazioni della chioma.

 

Autore: Teresa Manuzzi 
©uvadatavola.com

Articoli Correlati