Intervista al sottosegretario all’agricoltura Giuseppe L’Abbate

da Redazione uvadatavola.com

In occasione di Agrievolution, evento organizzato da Bayer, e tenutosi ieri lunedì 23 settembre 2019, a Bari, all’interno dell’Aula Magna della Facoltà di Agraria, è intervenuto il sottosegratario all’agricoltura Giuseppe L’Abbate.

Uvadatavola.com ha quindi colto l’occasione per porre alcune domande al nuovo sottosegretario. 

Pensa di proseguire il lavoro intrapreso dal suo predecessore, Alessandra Pesce, per quanto riguarda il catasto ortofrutticolo?
Sì, completerò l’iter di realizzazione del catasto frutticolo, perché è fondamentale per il Settore ed è assurdo che nel nostro Paese non ci sia. Tutti gli altri Paesi produttori europei ne sono forniti. La Spagna, che è il nostro principale concorrente, lo ha adottato da anni. L’obiettivo è completare il lavoro perché solo così potremo avere una mappatura completa di tutte le varietà coltivate in Italia. Grazie a questo strumento sarà possibile fare anche una programmazione del mercato.

Al momento a che punto siamo?
Dobbiamo ultimare tutti i decreti attuativi, ad esempio quelli che riguardano il lattiero caseario, il settore olivicolo, ovvero i fondi per la Xylella e per le gelate. Infine vorrei portare a termine il lavoro intrapreso, portando tutti i decreti attuativi scaturiti dalla legge di bilancio precedente.

Risulta fondamentale favorire l’export soprattutto verso i Paesi al di fuori dell’unione Europea. Come procedono i tavoli con la Cina? In alternativa ci sono altri tavoli aperti? Come contate di agire?
In commissione agricoltura mi ero già occupato di questa questione come parlamentare, ho infatti posto un quesito all’osservatorio fitosanitario nazionale per capire a che punto erano alcuni dossier per le esportazioni dell’uva da tavola in Sud Africa ed in altri Paesi terzi. Purtroppo molti dossier sono bloccati dal 2013/2014 perché dopo essere stati avviati e non è stato più seguito l’iter. Si tratta di accordi bilaterali che bisogna trovare con gli altri Paesi, non si tratta di nulla di insormontabile. L’impegno che ho preso con il Settore è quello di riaprire quanto prima questi dossier, così da chiudere accordi commerciali con altri Paesi. Perché noi stiamo subendo l’embargo della Russia, che ha gravemente danneggiato tutto il nostro settore ortofrutticolo. Risulta prioritario quindi lavorare per dare ulteriori sbocchi di mercato, l’obiettivo è portare a termine il lavoro intrapreso.

Quali sono i Paesi con cui lavorerete?
Ricominceremo da Sudafrica ed Asia, dai rapporti che già avevamo cominciato a costruire e che si sono interrotti senza alcun motivo.

Qual è la Sua visione di agricoltura?
Noi dobbiamo andare sempre più alla definizione di Imprenditore Agricolo, ovvero di colui che fa innovazione, che ha una gestione oculata della sua azienda, sia dal punto di vista tecnico agronomico che economico. Non è più possibile oggi fare agricoltura senza programmare i contratti, chiudere contratti di filiera o conoscere l’andamento di mercato. Questa è la grande evoluzione che siamo chiamati a compiere e credo che sarà fondamentale il binomio ricerca/impresa agricola. Purtroppo fino ad oggi troppo spesso le ricerche realizzate dalle università e dagli enti non sono poi stati utilizzati dalle imprese agricole, perché lo scambio di informazioni non ha funzionato. Io credo, invece, debbano andare a braccetto costantemente, per avere un’evoluzione di tutto il settore. Evoluzione che significa aumento della sostenibilità, ma anche riduzione dei costi, per garantire all’impresa agricola la giusta remunerazione.

 

Autore: Teresa Manuzzi 
®uvadatavola.com 

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