L’evoluzione degli ultimi 30 anni della viticoltura da tavola in Spagna

da Redazione uvadatavola.com

In occasione del Simposio internazionale di uva da tavola 2020 in Cile, la commissione di ricerca e sviluppo dell’uva da tavola Uvanova ha intervistato Trini Díaz

Trini Díaz è il direttore tecnico della società di produzione ed esportazione di uva da tavola MOYCA GRAPES SL di Murcia. Díaz è impegnata nella produzione di uve da tavola per l’azienda MOYCA dal 2002, appena terminati i suoi studi presso il Politecnico di Murcia, ha preso parte ad un progetto relativo alla difesa integrata dell’uva da tavola nella parte meridionale della regione. Attualmente lavora circondata da un team di giovani dedicato a produrre diverse varietà di uva da tavola dell’azienda e a fornire le basi del commercio di questo settore all’azienda.

Il direttore tecnico Trini Diaz ha elaborato un’ analisi generale dello scenario di produzione di uva da tavola in Spagna

Trini comincia delineando il panorama dell’uva da tavola in Spagna:
“In Spagna negli ultimi 30 anni c’è stato un graduale passaggio dalle varietà tradizionali con semi di uva da tavola a varietà senza semi (o seedless). La coltivazione di Thompson o Flame Seedless non è stata estesa in larga misura, come è accaduto in Cile, le varietà senza semi che si sono realmente diffuse sono Sugraone in primo luogo, seguita da una piccola estensione di Flame e Thomson, (quantità insignificante), ed a partire l’anno 2000 si è registrata una diffusione delle varietà Crimson, Autumn Royal e Princess. Con queste ultime c’è stata una rivoluzione nelle tecniche di coltivazione: uso di fitoregolatori di crescita, incisione anulare, potatura del grappolo, uso di teli anti grandine e film plastici per proteggere i vigneti. Questo nuovo approccio alla viticoltura unito all’introduzione di nuove varietà ed all’introduzione di innovazioni tecnologiche, ha favorito un aumento significativo dei mercati di esportazione.Negli ultimi 10 anni si è verificata un’esplosione di nuove varietà dei diversi programmi di miglioramento genetico, per tanto l’offerta varietale sul mercato è aumentata notevolmente. Il consumatore può scegliere, da giugno a novembre, tra 40/50 varietà diverse e tutte senza semi.Tra le sfide che siamo chiamati ad  affrontare oggi, troviamo l’ottimizzazione delle tecniche colturali calibrate a seconda delle nuove varietà impiantate. Siamo inoltre chiamati ad offrire un prodotto di qualità ad un mercato europeo sempre più esigente, a contenere maggiormente il numero dei residui; a ridurre i costi di produzione e di manodopera, lavorare per una maggiore salubrità del grappolo così da consentire al nostro prodotto di raggiungere nuovi mercati europei ed extra europei”.

Con quali nuove varietà hai lavorato e quali sono le tue considerazioni a riguardo?
Come ho detto prima, negli ultimi 10 anni sono state introdotte numerose varietà dei diversi programmi di miglioramento tra cui troviamo SNFL, IFG, Sunworld, Itum, Arra, Inia Cile, VOLCANI, Lombardi G. Ad oggi abbiamo in produzione un catalogo di circa 50 varietà. In generale, le caratteristiche comuni di tutte le nuove varietà sono la loro elevata produttività, un buon calibro degli acini, pochi problemi di colorazione per le varietà rosse (fattore importante per le nostre caratteristiche climatiche), infine una maggiore gamma di colori e sapori diversi. Anche grazie a tutto ciò possiamo allungare il calendario di produzione ed offrire, durante i sei mesi principali della campagna, l’intera gamma di varietà rosse, bianche e nere che il consumatore desidera. Ogni varietà ha le sue particolarità e problematiche in termini di gestione e produzione che ci costringono ad operare in maniera diversa a seconda della cultivar e dell’areale.

Quali sono le aree più vocate per la produzione di uva da tavola in Spagna? 
Da un punto di vista geografico, gli areali più vocati a questo genere di coltura sono quelli della regione di Murcia, ma negli ultimi anni si è diffusa anche in altre regioni come Alicante, Andalusia, Aragona ed Estremadura. Da un punto di vista tecnico e commerciale, il comparto spagnolo si è evoluto in base all’offerta varietale ed ai bisogni del consumatore, sempre più esigente a proposito della qualità, del gusto e del numero di residui fitosanitari.

Ci sono aziende che adottano una produzione sostenibile? Com’è il rapporto tra ambiente e produzione?
Negli ultimi anni alcune aziende hanno iniziato a produrre uve biologiche e biodinamiche, per rispondere ad una domanda che aumenta di anno in anno. Abbiamo visto che il bio da noi si può fare, ma la conduzione in biologico richiede più attenzione e costi di produzione maggiori rispetto al convenzionale. Risulta fondamentale in tal senso, l’uso di tutti gli strumenti e le tecnologie disponibili. Per produrre uva in bio la ricerca è fondamentale, sia per ottenere nuove varietà resistenti o tolleranti a parassiti e malattie, sia per ottenere nuovi prodotti biologici autorizzati che aiutino la gestione della produzione. Sarà il mercato ed il consumatore finale il fattore chiave che favorirà l’ espansione di questo tipo di conduzione.

Autore: La Redazione 
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