Strategie commerciali, evoluzione del comparto dell’uva da tavola, catasto ortofrutticolo e donne in agricoltura. Questi i temi che abbiamo affrontato con Alessandra Ravaioli, referente marketing per il CSO – Italy (Centro Servizi Ortofrutticoli).
Considerando che oltre ad essere referente marketing per CSO Italy è anche presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne Dell’Ortofrutta e noi ci occupiamo di uva da tavola è per caso a conoscenza di dati sulla presenza delle donne nel settore dell’uva da tavola?
“Dal punto di vista numerico non abbiamo dati relativi alle donne nel settore dell’uva da tavola. Un sogno del CSO, è sempre stato quello di realizzare statistiche. Raccogliere e gestire dati però non è facile, ma si tratta di un passo fondamentale per poter indicare una strategia vincente al prodotto. L’italia, e Rutigliano in particolar modo, è la patria dell’uva da tavola. Si tratta forse di uno dei pochi prodotti che riesce a rappresentarci come Paese Italia in tutto il mondo, ed è anche un prodotto che è chiamato ora ad affrontare una forte innovazione dal punto di vista varietale e tecnico-colturale”.
Nel settore ortofrutticolo, ed in particolare nel comparto dell’uva da tavola manca l’aggregazione. Bisognerebbe unire le forze e lavorare insieme per un obiettivo condiviso.
A livello internazionale c’è fermento, nuove varietà senza semi si affacciano quaotidianamente sul mercato, la Spagna è riuscita ad aprire un canale commerciale con la Cina. Noi subiamo ancora le conseguenze dell’embargo Russo. Cosa manca al comparto italiano dell’uva da tavola per compiere quel passo in più?
“Secondo me questo rappresenta un problema italiano generale, che sicuramente emerge prepotentemente nel comparto dell’uva da tavola: manca l’aggregazione, quella vera. Aggregazione vuol dire unire tutte le forze per un obiettivo comune condiviso. In Italia non riusciamo a parlare seriamente di aggregazione, siamo il Paese dei campanili e delle diversità. Nel settore ortofrutta notiamo che ci sono continuamente delle spaccature e non riusciamo mai ad aggregarci per davvero. Ci vuole una strategia comune e concordata. C’è bisogno di decidere strategicamente cosa serve al comparto dell’uva da tavola? Il rinnovo varietale? L’aggregazione? Puntare sull’apertura di determinati mercati? Bisognerebbe scegliere un obiettivo comune ed impegnarsi per realizzarlo, insieme. Concentrarsi, investire tutte le proprie forze su quello. A mio avviso è sbagliato lavorare per compartimenti stagni ed occuparsi di più cose, alle volte anche opposte le une alle altre”.
Vede quindi di buon occhio gli sforzi del governo volti alla realizzazione del catasto ortofrutticolo?
“Sì, il catasto nazionale che vorrebbe realizzare il Governo è davvero un progetto interessante, oltre che importante. Tra l’altro il CSO a livello della propria base sociale, ha sempre sviluppato nei suoi 20 anni di vita un catasto. Lavorare in questo senso è fondamentale per l’intero settore agricolo italiano, speriamo che si riesca a realizzare al più presto”.
Passando invece alla Alessandra Ravaioli presidente dell’associazione Associazione Nazionale Le Donne Dell’Ortofrutta, secondo lei cosa ci siamo persi in questi anni durante i quali le donne non hanno avuto una parte rilevante nel panorama nazionale dell’ortofrutta?
“Ci siamo persi entusiasmo, carica e voglia di innovare. Aspetti che abbiamo scoperto con la fondazione dell’associazione, nata da poco più di un anno dall’unione di ben 30 socie fondatrici. Abbiamo scoperto che c’è una gran voglia di crescere nel settore ortofrutta e non è poco. Spesso si dice che le donne non vanno d’accordo e sono conflittuali tra di loro. L’obiettivo dell’associazione è smentire questa diceria e fare rete, aiutarci professionalmente e umanamente. Ci proponiamo inoltre di realizzare progetti che presentino la frutta e la verdura in modo empatico al consumatore. Quindi miriamo a trasmettere una maggiore sensibilità all’estetica, al packagin, al design, al modo di proporre il prodotto, senza trascurare l’educazione alimentare“.
Ascoltare il parere di chi non è immerso nella nostra realtà rappresenta un bel modo per focalizzare i problemi. In questo caso lo sguardo di Alessandra Ravaioli si è posato sulla mancanza di aggregazione. Un nodo macroscopico, che rappresenta il freno a mano, costantemente inserito, per il comparto italiano dell’uva da tavola.
Autore: Teresa Manuzzi
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