La rugginosità sugli acini di uva Italia

da Redazione uvadatavola.com

Una fisiopatia che negli ultimi anni si sta manifestando in maniera pressoché costante, su uva Italia ed altre varietà a bacca bianca, è quella che dai vari operatori viene definita volgarmente “macchia” o “ruggine”.

La fisiopatia si presenta con una rugginosità che spesso si manifesta dapprima sugli “acinini” (acini che arrestano la loro crescita per mancata fecondazione e sviluppo del seme) che in seguito, ma non sempre, si estende sul resto del grappolo.

Le cause alla base di tale problema non sono ancora del tutto note, tuttavia l’ipotesi più accredita vede come causa principale l’associazione tra il verificarsi di condizioni avverse durante le fasi di fioritura/allegagione con la pratica dell’incisione e l’utilizzo eccessivo di fitoregolatori.

Si è infatti notato che uve troppo “spinte”, in presenza di acini che contengono uno o nessun seme, sono maggiormente suscettibili al fenomeno.

Analizzando le bacche che presentano rugginosità, queste si presentano più turgide e meno elastiche di quelle senza fisiopatia, che invece all’interno contengono generalmente 3 o più semi.

Probabilmente, l’utilizzo di tecniche che mirano all’ingrossamento, in presenza di acini che naturalmente per l’assenza di semi non avrebbero raggiunto elevate dimensioni, determinano una rottura delle cellule con successivo contatto tra polifenoli e polifenolossidasi, che portano alle reazioni di ossidazione alla base dell’imbrunimento, come spiegato dal dott. Vitale Nuzzo in questo articolo.

A conferma di tale tesi, da un’analisi di queste bacche al microscopio si è notata la presenza di cellule morte nel primo strato dell’epidermide, che spiega, tra l’altro, la mancata elasticità degli acini interessati dalla fisiopatia.

 

Autore: La Redazione

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