Scriviamo l’editoriale di questo numero primaverile per la prima volta lavorando in modalità smart working, causa la pandemia di COVID-19 che ci costringe a limitare gli spostamenti al minimo indispensabile.
Numerose attività non essenziali sono state bloccate. L’agricoltura, come è giusto che sia, continua. I vigneti hanno bisogno di cure e tutti gli operatori della filiera dell’uva da tavola, pur tra mille difficoltà, continuano a svolgere le operazioni colturali del periodo. La pandemia è una (grave) ulteriore preoccupazione di cui tenere conto, un punto interrogativo sulle sorti di questa annata, che si aggiunge alle tante preoccupazioni e problemi che settimana dopo settimana deve affrontare chi lavora in agricoltura. Non ultima la gelata del 24 e 25 marzo, che ha arrecato danni più o meno ingenti ai vigneti in alcune zone della Puglia, soprattutto di varietà più precoci. Non ci voleva ma supereremo anche questa avversità. Intanto seguiamo le indicazioni dei decreti e speriamo nel rientro alla normalità in tempi rapidi.
Questo ultimo numero in ordine di tempo è dedicato alla modalità di coltivazione in biologico e in biodinamico, ed abbiamo deciso di renderlo fruibile gratuitamente anche nella versione in PDF(CLICCA QUI PER LEGGERE e/o SCARICACRE LA RIVISTA).
Abbiamo parlato di biologico con l’agronomo Giacomo Mastrosimini, che da anni approfondisce con passione l’argomento, ma anche con uno dei soci di un’importante società di produzione bio: Giovanni Raniolo, noto per il suo ruolo di presidente del consorzio di tutela dell’uva da tavola di Mazzarrone IGP. Raniolo produce e commercializza da quasi 20 anni, con SI.FA.BIO Srl, uva in biologico per complessivi 80 ettari, soprattutto senza semi. Per completare il quadro abbiamo anche intervistato Gianluigi Cesari, direttore scientifico di NEPRI Srl e consulente presso lo IAM Bari, da oltre un decennio interessato e curioso indagatore di quelle componenti scientifiche che è possibile ritrovare nella gestione agroecologica del biodinamico.
In chiusura di rivista anche la traduzione di una intervista rilasciata da Oscar Salgado a margine del Simposio sull’uva da tavola recentemente tenutosi in Cile. Leggere le considerazioni dell’agronomo cileno è sempre illuminante e offre spunti di riflessione di cui è bene tenere conto in fase di futura progettazione del nostro comparto dell’uva da tavola.