Disporre di un apparato radicale efficiente rappresenta una condizione imprescindibile per raggiungere gli obiettivi produttivi prefissati ed allo stesso tempo mantenere un adeguato equilibrio vegeto-produttivo del vigneto nel corso degli anni.
La parola d’ordine che spinge a migliorare sempre più le tecniche produttive in viticoltura da tavola è “efficienza”; questa si raggiunge con il trasferimento delle conoscenze della ricerca e con la loro applicazione nel mondo produttivo.
L’obiettivo è massimizzare quantità e qualità delle produzioni e ridurre i costi, in ottica di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per raggiungere tali obiettivi bisogna preservare un buono stato fitosanitario ed una buona longevità del vigneto.
Il “sistema radicale”
A tal proposito, il sistema radicale assume un ruolo fondamentale, in quanto la sua funzionalità e distribuzione influenzano in maniera importante il comportamento complessivo della pianta, con effetti sullo sviluppo vegetativo della chioma e sulla quantità e qualità delle produzioni. Lo sviluppo dell’apparato radicale è influenzato da fattori ambientali quali temperatura e umidità del terreno, nonché dalle caratteristiche chimiche e fisiche (tessitura e struttura) dello stesso; la composizione tessiturale così come la ricchezza in scheletro, sono tra i parametri che influenzano maggiormente il trend di sviluppo radicale nei diversi terreni.
Le radici si avvantaggiano di un buon equilibrio tra le diverse fasi del terreno: quest’ultimo deve essere ben strutturato ed esente da strati di compattazione che causerebbero problemi di drenaggio e conseguente carenza di ossigeno (asfissia). L’adeguata presenza di ossigeno è, probabilmente, il fattore che influenza maggiormente lo sviluppo dell’apparato radicale, in particolare per le radici assorbenti che presentano un altissimo livello di divisione cellulare e quindi di fabbisogno di ossigeno.
Struttura e Funzioni
La radice presenta una struttura primaria dalla quale si originano una serie di ramificazioni che danno vita alle radici secondarie di diverso rango che compongono l’intero apparato radicale; questo svolge funzioni di ancoraggio e soprattutto di assorbimento (radici assorbenti) di acqua e nutrienti. Questi vengono convogliati verso le foglie mediante le radici di conduzione. Le radici svolgono inoltre funzione di riserva di sostanze nutritive. A seconda dell’età delle viti, le radici di riserva hanno un diametro variabile da 6 a 100 mm, e vengono generate da radici di conduzione permanenti, di diametro tra 2 e 6 mm. Queste radici si estendono e si ramificano, generando strutture assorbenti delle dimensioni di 1 – 2 mm di diametro, di rapido accrescimento. Numerosi studi indicano che le radici assorbenti di diametro inferiore, in particolare quelle inferiori a 0,6 mm, ovvero i “peli radicali”, sono le più efficienti e la loro attività metabolica diminuisce con l’aumentare della loro pigmentazione nel tempo.
L’attività metabolica della radice
Il livello di attività metabolica della radice influenza la sua capacità di assorbire acqua e sostanze nutritive, così come i livelli di respirazione cellulare e di accumulo di azoto ed altri elementi; la maggior attività metabolica si produce quando le radici sono di colore bianco e va decrescendo man mano che la radice passa dalle tonalità del marrone al nero.
Tra le altre funzioni, le radici producono ormoni i quali influenzano lo sviluppo vegetativo e soprattutto produttivo. Gli apici radicali, stimolati dalle auxine provenienti dagli apici dei germogli, producono citochinine che vengono, poi convogliate alla parte aerea; inoltre in risposta a situazioni di stress producono acido abscissico ed etilene. Appare chiara l’importanza di avere un apparato radicale il più possibile denso ed efficiente, considerato anche il ruolo che rivestono gli ormoni nella coltivazione dell’uva da tavola, nella quale si fa largo uso di fitoregolatori esogeni, in particolare per varietà seedless.
Testo e Foto: Luca Montemurro, agronomo
luca.montemurro@hotmail.it
Si ringrazia Gonzalo Allendes Lagos (Gerente Tecnico Corporativo AGQ Labs) e Giovanni Manca (Delegato Sud Italia AGQ Labs) per la giornata tecnica (durante la quale sono state scattate le foto che corredano l’articolo) di approfondimento in vigneti pugliesi, a cui hanno preso parte alcuni agronomi tecnici di campo e la redazione di uvadatavola.com.