Scelta delle marze: come evitare errori

Realizzare un vigneto è un progetto ambizioso che richiede cura in ogni fase. Dopo le operazioni preparatorie, è fondamentale concentrarsi sulla scelta delle marze e dei portinnesti da impiantare

da Donato Liberto
scelta delle marze - Autumn Crisp

Il momento ideale per impiantare un nuovo vigneto è finalmente arrivato. Dopo aver completato le operazioni di preparazione del terreno e la realizzazione della struttura portante che ospiterà la vegetazione delle future piante di vite, l’attenzione deve focalizzarsi sulla scelta del materiale di propagazione. Le marze e i portinnesti, infatti, rappresentano il cuore pulsante del nuovo impianto: una scelta errata potrebbe compromettere la produttività e la qualità dell’uva per molti anni a venire. Scelte e operazioni errate effettuate prima e durante la messa a dimora delle piante possono generare problematiche in campo, influenzando negativamente la produzione futura. Le problematiche che possono insorgere a seguito della realizzazione di un nuovo vigneto o di un reimpianto possono essere principalmente di natura agronomica e fitosanitaria.

L’importanza del materiale di propagazione certificato

Quando si procede con la realizzazione di un nuovo impianto, è essenziale verificare la sanità del materiale di propagazione da mettere a dimora. Oltre a questo, bisogna anche assicurarsi della sanità del terreno per prevenire ed evitare la diffusione di virus agenti di malattia. Tra quelli che possono essere facilmente diffusi in vigneto, rientrano:

  • il complesso della degenerazione infettiva o arricciamento, che può causare gravi problemi già dal 2° anno di impianto;
  • l’accartocciamento fogliare, che incide negativamente su colore, zuccheri e aromi dell’uva prodotta;
  • il legno riccio.

Questi virus, oltre che nel terreno possono essere presenti anche nel materiale di propagazione. Per ridurre il rischio di inserire piante infette all’interno del nuovo vigneto, è indispensabile utilizzare materiale certificato, contraddistinto dal cartellino azzurro, che ne garantisce l’idoneità genetica e sanitaria, presupponendo le migliori premesse per la buona riuscita del vigneto. Tale certificazione, regolamentata dalla Direttiva 68/193/CEE del 9 aprile 1968 e recepita a livello nazionale con il D.P.R. 1164 del 1969 e successive modifiche, assicura i livelli minimi di qualità del materiale vegetale e agevola la sua libera circolazione all’interno dell’Unione Europea.

In sintesi, i materiali di moltiplicazione della vite possono essere commercializzati solamente dopo essere stati sottoposti a ispezione ufficiale. L’ispezione accerta l’identità varietale e clonale e verifica l’assenza – o minima presenza – di organismi nocivi, che potrebbero compromettere il materiale di moltiplicazione. Al fine di assicurare l’identità varietale e clonale, la normativa ha stabilito in ogni Paese membro l’istituzione di un Registro Nazionale delle Varietà di Vite (RNVV) – all’interno del quale è prevista una sezione dedicata ai vitigni a uve da tavola – dove vengono iscritte:

  • le varietà che, in base a prove ufficialmente riconosciute, risultano distinte, stabili ed omogenee;
  • i cloni delle varietà, selezionati secondo il protocollo previsto.

 

scelta delle marze in vigneto

Scelta delle marze: la normativa per l’uva da tavola

Secondo la normativa vigente le piante madri da cui si intende effettuare la scelta delle marze e dei portainnesti devono essere esenti da: Grapevine Fanleaf Virus (GFLV), Arabis Mosaic Virus (ArMV) e dal tipo 1 e 3 del Grapevine Leafroll Virus (GLRaV–1 e GLRaV–3), responsabile del complesso dell’accartocciamento fogliare. Per quanto riguarda i portainnesti, le piante madri dovranno essere esenti anche da Grapevine Fleck Virus (GFkV), agente della maculatura infettiva della vite. Tuttavia, dal punto di vista della sanità dei materiali di moltiplicazione, la normativa risulta deficitaria per diversi motivi:

  • non considera i Grapevine virus A (GVA) e Grapevine virus B (GVB), agenti del complesso del legno riccio, particolarmente grave negli ambienti caldi meridionali;
  • nel caso dell’accartocciamento fogliare vengono considerati solo due tipi di virus rispetto ai nove che sono stati associati a questa malattia. Di questi il tipo 2 è molto diffuso e agente di gravi incompatibilità d’innesto;
  • il virus della maculatura infettiva (GFkV) è preso in considerazione solo per i portinnesti. Ciò non ha molto senso perché, qualora il virus dovesse essere presente nella marza, con l’innesto verrebbe trasmesso anche al portainnesto.

Nuove varietà, poche certificazioni

Consultando il Registro Nazionale delle Varietà di Vite, curato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF), ci si accorge che non sono molti i cloni iscritti. Per molte varietà, infatti, non si dispone di materiale di propagazione certificato. Di contro, per le varietà di lunga tradizione e con semi – grazie al lavoro di selezione clonale operato da diversi enti – è oggi possibile disporre sia di barbatelle che di marze certificate. Le barbatelle certificate sono reperibili presso i vivaisti, mentre le marze certificate sono reperibili presso i centri di premoltiplicazione, avendo cura di prenotarle l’anno precedente a quello di innesto.

Scelta delle piante per il prelievo delle marze

Qualora non si disponga di materiale certificato, è opportuno testare la sanità dei materiali di propagazione attraverso analisi fitosanitarie da realizzare in laboratori accreditati. Ogni singola pianta, da cui si intende prelevare le marze, deve essere analizzata. In questo caso è opportuno verificare l’assenza sia dei patogeni previsti dalla certificazione, sia dei patogeni non previsti dalla certificazione, ma che sono comunque rilevanti per la produzione. Fondamentale è la scelta delle piante, da cui si intende prelevare le marze, e che devono essere osservate attentamente durante le diverse fasi fenologiche. Ancora meglio se nel corso di più annate. Senz’altro si dovranno preferire le piante con caratteri di:

  • sanità;
  • qualità per tutti gli organi;
  • buona vigoria.

Dal germogliamento alla senescenza e caduta delle foglie, per esempio, è possibile osservare i sintomi del complesso dell’accartocciamento fogliare. Occorre osservare l’eventuale comparsa di sintomi, associati a complessi e malattie, per accertarsi dello stato agronomico, produttivo e fitosanitario delle piante. Altro accorgimento di tipo preventivo consiste nell’assicurarsi che le marze selezionate siano esenti da imbrunimenti e sintomi riconducibili a malattie fungine. I tagli praticati per prelevare le marze, inoltre, dovranno essere effettuati con attrezzi disinfettati con soluzione al 10% di ipoclorito di sodio, nel passaggio da una pianta all’altra. Solo dopo tutta una serie di accorgimenti, quindi, è possibile procedere all’innesto. Anche durante quest’ultima operazione è necessario disinfettare gli strumenti di taglio. Occorre, inoltre, tenere a mente che, quando si compiono gli innesti in campo, è importante tenere le marze separate per varietà, onde evitare confusioni delle piante.

Caratteristiche tecnico-agronomiche delle marze

Per quanto riguarda le caratteristiche tecnico-agronomiche delle marze, quindi, è opportuno che queste abbiano un diametro idoneo e tale da consentire le operazioni di raccolta, conservazione e innesto, preservando la turgidità dei tessuti legnosi e garantendo un ottimo attecchimento, garantito anche dall’affinità di innesto con il portinnesto. Buona norma, quindi, è preparare dei fasci con marze di lunghezza superiore a un metro. Nel legare queste marze in fasci, è importante che tutte siano disposte nello stesso verso, secondo la polarità delle gemme, e che le loro basi si trovino tutte alla stessa altezza. Questi fasci saranno quindi conservati in un luogo fresco e umido, possibilmente con la base in acqua o – in alternativa – inumidita con acqua almeno due volte a settimana.

Conclusioni

Realizzare un vigneto è un progetto ambizioso che richiede attenzione e cura in ogni fase. Così come una casa solida si basa su fondamenta robuste, un vigneto produttivo e longevo deve partire dalla scelta delle marze e dei portinnesti. Ricorrere a materiale di propagazione certificato e adottare le migliori pratiche agronomiche e fitosanitarie, rappresenta l’unico modo per assicurare al vigneto impiantato una stabilità sanitaria, garantendo sostenibilità e produttività nel tempo.

 

Autore: Pasquale Venerito, ricercatore del CRSFA “Basile Caramia”
©uvadatavola.com

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