Costituito nel marzo 2001, il Consorzio di tutela dell’uva da tavola di Mazzarrone IGP si estende oggi su circa 12.000 ettari di territorio, con una produzione che raggiunge le 240mila tonnellate. Dislocato su diversi comuni della Sicilia, il Consorzio abbraccia la provincia di Catania con Mazzarrone capofila, Caltagirone e Licodia e quella di Ragusa, con i comuni di Acate, Comiso e Chiaramonte Gulfi.
Inizialmente orientata su varietà tradizionali come Italia, Vittoria, Black Magic, Red Globe e Black Pearl, l’offerta varietale del Consorzio negli ultimi anni ha visto l’introduzione di nuove varietà apirene e coperte da brevetto. A favorire tale ampliamento anche il crescente numero di associati che – oggi in 160 – hanno aderito al Consorzio, permettendo la distribuzione di circa 3 milioni e mezzo di chili di uva da tavola a marchio Mazzarrone IGP. Distribuzione che oggi interessa anche mercati esteri come quelli europeo e degli Emirati Arabi, sebbene sia la GDO italiana lo zoccolo duro delle uve da tavola di Mazzarrone a marchio IGP. Nei mercati italiani, infatti, la produzione inizia a essere presente verso la fine di maggio con le varietà precoci come Vittoria e Black Magic per poi rimanere sugli scaffali fino a novembre con le varietà apirene più tardive.
Insieme ai Consorzi di tutela dell’uva da tavola IGP di Canicattì e di Puglia, anche Mazzarrone sarà presente a LUV Fiera, la prima fiera di filiera dell’uva da tavola.
“Come consorzio sin da subito siamo stati promotori di quella sinergia che poi abbiamo ritrovato nelle idee alla base di LUV Fiera” – spiega Gianni Raniolo, presidente del Consorzio. “Non a caso, nel mese di ottobre saremo presenti insieme agli altri due Consorzi, condividendo un unico spazio in cui poter far assaporare la nostra produzione non solo alla grande distribuzione, ma anche a chi semplicemente ancora non ci conosce. In prospettiva, però, il mio desiderio è quello di poter avere un giorno un Consorzio italiano IGP, un unico ombrello al di sotto del quale racchiudere tutti i marchi IGP capace di offrire al consumatore un’identificazione di marchio protetto unitaria e condivisa. Una produzione accomunata dalle stesse caratteristiche e distribuita lungo un’ampia finestra commerciale che inizierebbe con le varietà di uva della Sicilia e continuerebbe poi con quelle della Puglia, colmando così le naturali mancanze dell’una e dell’altra durante tutta la stagione commerciale e offrendo pur sempre un marchio IGP. Come testimonia LUV Fiera, credo che le sinergie – quando motivate da principi sani e condivisi – possano essere soltanto vincenti. Quello che si sta lanciando con questa iniziativa è dunque un segnale molto positivo di unione e lavoro di squadra. L’aggregazione può fare la differenza e deve diventare il perno di tutto il comparto, ma occorre smettere di farsi concorrenza l’uno con l’altro e attivarsi per creare un unico polo produttivo italiano di uva da tavola che, oltre ad assicurarci costanza e produttività migliori, ci renda nel tempo anche più appetibili e competitivi sul mercato. Le risorse non ci mancano e LUV Fiera sarà l’occasione giusta per rendersene conto”.
Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com