Grape Evolution, nuove varietà seedless: intervista a Dimitros Spanos

da Redazione uvadatavola.com

Uvadatavola.com ha intervistato Dimitros Spanos, direttore di Grape Evolution Ltd, parte di Fresca group, azienda del Regno Unito che si occupa di commercializzare prodotti ortofrutticoli freschi.

Grape Evolution è licenziataria per le varietà di uva da tavola ottenute dal “Volcani Center“, istituto di ricerca legato al ministero dell’Agricoltura israeliano.

Il Volcani Center non si occupa solo di breeding, il suo staff, composto da 400 scienziati, negli ultimi sei anni ha contribuito a favorire l’avanzamento tecnologico in agricoltura realizzando nuovi sistemi di irrigazione per le coltivazioni in zone desertiche e semi-desertiche, nuove varietà di uva, meloni, mandarini e olivo.

In foto: Dimitros Spanos, direttore di Grape Evolution Ltd

Potrebbe effettuare una panoramica del settore dell’uva da tavola in Grecia?
In Grecia la coltivazione dell’uva da tavola è molto sviluppata – così come in Italia – e tra le cultivar più diffuse ritroviamo Thompson e Crimson. Gli areali dedicati a questa coltivazione sono la zona di Corinto e quella di Kavala, quest’ultima a Nord della Grecia. Per il 90% in Grecia ritroviamo uve apirene; circa il 45% del prodotto è destinato alla Germania, il 30% alla Gran Bretagna, mentre la restante parte è distribuito in altri Paesi europei e in Est Europa.

 

Come sta cambiando il mercato dell’uva da tavola?
Grazie anche alle nuove varietà, gli assetti del mercato sono in fase di evoluzione. Di anno in anno abbiamo sempre più Paesi produttori e sempre più uva prodotta nel bacino del Mediterraneo e nell’emisfero Sud. Quindi le finestre di mercato, createsi con le vecchie varietà, non risultano più competitive. Cultivar come Thompson, Crimson e Superior ormai offrono solo rese basse e costi di produzione molto alti. Il mercato predilige frutta ad un costo non esorbitante. Per questo diventa necessario impiantare nuove varietà capaci di produrre di più e con costi di produzione più bassi. Inoltre, è fondamentale che queste siano in grado di resistere agli attacchi dei patogeni. Negli ultimi cinque anni in California, Italia, Grecia e Spagna sempre più viticoltori sono alla ricerca di uve con le caratteristiche sopra elencate.

 

Come stanno evolvendo i consumi di uva da tavola?
Negli ultimi 10 anni i consumi di uva sono cambiati, così facendo sono mutate anche le scelte ad opera della GDO. In passato l’uva bianca senza semi dominava il mercato. Ora, di anno in anno e negli ultimi due anni in particolare, in UK il 62% dei consumi di uva è costituito da uva rossa senza semi, il 32% da uva bianca senza semi e il resto è uva nera seedless. In Germania invece il 60% dei consumatori richiede uva bianca senza semi, il 40% uva rossa senza semi. Solo 5 anni fa, il mercato delle uve rosse era costituito dal 10-15%. Quello che è avvenuto nel Regno Unito sta avvenendo anche in Germania. Sempre più Paesi consumatori richiedono percentuali crescenti di uve rosse senza semi a discapito delle bianche.

 

E se dovessimo parlare di gusto?
Dal punto di vista del gusto la GDO richiede sempre più alta qualità: acini dal diametro di 18 millimetri o più, gradi brix dai 16 ai 17, un sentore di moscato e un sapore dolce. Dalla mia esperienza posso affermare che il mercato statunitense si basa molto sull’apparenza, mentre quello europeo sul gusto.

 

Quali sono le varietà offerte dal vostro istituto di ricerca?
Possediamo una grande offerta varietale. Ad esempio la varietà Prime, una apirene bianca molto precoce, pronta al taglio già 2 settimane prima della Superior. Ha il sentore di moscato e la consistenza della buccia croccante. In Egitto è la prima varietà che viene tagliata già a metà maggio ed esportata in Europa. La Red Prime (Star Light) è un’uva rossa, anch’essa dal sapore moscato. Le sue caratteristiche sono molto simili a quelle di Prime, eccezion fatta che per il colore rosso. Anch’essa è molto precoce. Nell’emisfero Nord (in Egitto) già a metà maggio è possibile raccoglierla.Poi c’è la Early Pearl, uva nera senza semi, anche questa è una varietà precoce, si raccoglie in anticipo di due settimane rispetto alla Superior. In Egitto la raccolta ha inizio tra il 15 e il 20 maggio. Queste tre varietà, a mio avviso, sono perfette per areali del Sud Italia come la Sicilia, il tarantino e il metapontino. Abbiamo anche delle varietà “medie”, da raccogliere nello stesso periodo della Superior, e capaci di resistere alle malattie fungine, come la peronospora, e quindi perfetta per le aziende agricole condotte in biologico. Complessivamente offriamo otto varietà: tre precoci, due medie e tre tardive. I nostri breeders stanno lavorando sodo per licenziare nuove varietà, ogni anno il nostro programma di ricerca produce 300 singole nuove cultivar. Da queste ne vengono selezionate le migliori 50 che dovranno essere testate per un lungo periodo. Ma solo qualche volta riusciamo ad isolare una nuova varietà. Le notro otto varietà derivano da un programma di selezione di oltre 20mila cloni. Si tratta di un processo molto lungo e di un investimento ingente dal punto di vista economico. Molte delle risorse che giungono ai nostri programmi i miglioramento genetico sono fondi pubblici. A nostro avviso questo tipo di finanziamento è quello che garantisce maggiormente il produttore. Infatti gli istituti privati cercano risultati in tempi molto brevi e talvolta si rischia di mettere in commercio varietà con problemi agronomici. I nostri ricercatori cercano sempre di prendersi il tempo necessario per capire se una varietà può essere commercializzata.

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Come funziona la vostra privativa, sono previste royalties?
Piantare le nostre varietà è molto semplice, a tal proposito abbiamo due persone che lavorano in Italia: Giampiero Pedone, Country manager (
Cell. 3498018879 – giampiero.pedone@grapeevolution.com), e Giacomo Grande, tecnico di campo (Cell. 3485175102 – giacomogrande@hotmail.it). Dopo aver stipulato un contratto, noi forniremo le piante l’anno successivo. Il nostro istituto si occupa di moltiplicare e curare le marze dalla serra all’agricoltre. L’impianto delle nostre varietà prevede il pagamento di royalties (ad ettaro) che servono a finanziare le ricerche non solo nel settore del breeding, ma anche per quanto riguarda la protezione delle piante, il postraccolta e la salubrità del prodotto. La nostra politica prevede la richiesta di royalties molto basse, ma a molte persone. Dal punto di vista della commercializzazione, il produttore non ha vincoli di conferimento.

 

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