Peronospora: gestione e analisi

Nella stagione appena trascorsa, la peronospora ha rappresentato in molti areali una vera e propria sfida. Come gestirla?

da uvadatavoladmin
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Nella stagione appena trascorsa, la peronospora ha rappresentato – in molti areali – una vera e propria sfida. La gestione di questa malattia della vite, però, può oggi poggiare su basi scientifiche sempre più robuste e tecniche all’avanguardia che – se ben sfruttate – possono garantire la salvaguardia delle produzioni. Ne abbiamo parlato nel primo numero di uvadatavola magazine.

Plasmopara viticola (Berk. et Curt.) Berl. et De Toni è l’agente causale della peronospora, una grave malattia che affligge la vite provocando danni sia vegetativi che produttivi. 

Il patogeno infetta tutti gli organi verdi della vite (foglie, grappoli, germogli). Generalmente, i primi sintomi si osservano sulla pagina superiore delle foglie e consistono in aree decolorate di colore giallo pallido (macchie d’olio) che successivamente imbruniscono e disseccano. In condizioni di elevata umidità, sulla pagina inferiore delle foglie, in corrispondenza delle macchie d’olio si differenzia un’efflorescenza biancastra costituita dagli organi di propagazione asessuale del patogeno. In estate inoltrata, sulle foglie adulte, si possono osservare piccole macchie necrotiche poligonali delimitate dalle nervature principali (peronospora a mosaico) entro le quali si differenziano le oospore, gli organi di svernamento del patogeno. Tali foglie possono cadere precocemente lasciando i germogli completamente o parzialmente spogli. Le infiorescenze sono particolarmente suscettibili alla malattia e in condizioni favorevoli possono essere infettate già prima della fioritura. Sul rachide e sui germogli in generale si osserva la presenza di tacche idropiche di pochi millimetri che successivamente possono estendersi e interessare tutta la lunghezza del rachide e del germoglio.

In caso di infezioni precoci, il rachide e i germogli possono ricoprirsi di una efflorescenza biancastra. Gli organi infettati possono disseccare e nel caso del rachide determinare una perdita totale o parziale dell’infiorescenza che si disarticola e cade. Quando le infezioni interessano solo un lato del rachide, per via di un irregolare accrescimento dei tessuti, esso assume una caratteristica conformazione a “S”. Gli acini possono essere infettati precocemente e, in tal caso, si ricoprono della muffetta biancastra costituita dagli organi di propagazione del patogeno. Su bacche in stadio di sviluppo più avanzato e/o in presenza di clima asciutto, si ha uno sviluppo lento delle infezioni, che – a distanza di tempo – danno luogo all’espressione sintomatologia nota come “peronospora larvata”. Tale sindrome si manifesta in forma di marciume bruno sulle bacche che, a causa della parziale disidratazione dei tessuti, assumono consistenza e colore cuoiosi.

La gestione della peronospora

La gestione di questa malattia è ancora basata su un consistente impiego di prodotti chimici di sintesi con un numero di applicazioni per stagione variabile e che, in ragione delle condizioni ambientali, può essere anche elevato. Tuttavia, in accordo alle crescenti esigenze del mercato e alla visione One Health, anche in virtù del rischio di acquisizione di resistenza verso diversi antiperonosporici, non ci si può esimere dall’individuare nuovi strumenti di protezione anche progettati in linea con l’introduzione di nuove varietà e del contesto operativo in cui le stesse sono coltivate. 

Per le caratteristiche biologiche (numerose spore e numerosi cicli in una stessa stagione), P. viticola con Eryisphe necator (agente causale dell’oidio) e Botrytis cinerea (agente causale della muffa grigia) si pone fra i patogeni della vite a elevato rischio di sviluppo di resistenze. Non a caso, sono numerosi gli esempi di popolazioni anche contemporaneamente resistenti a più molecole con differente meccanismo di azione (resistenza multipla) riportati in varie parti del globo. L’adozione di appropriate strategie di difesa integrata è fondamentale anche per la gestione della resistenza ai fungicidi, potendosi ripristinare uno stato ex ante quando la pressione di selezione esercitata dal principio attivo verso cui si è selezionata la popolazione resistente è azzerata. Una risorsa in questo senso è rappresentata dagli agenti di biocontrollo (BCA) e dagli induttori di resistenza che stimolano i naturali meccanismi di difesa della pianta. 

Rispetto al passato, la gestione delle strategie di protezione è oggi molto più complessa per il miglioramento delle conoscenze, per i nuovi prodotti fitosanitari disponibili e per la doverosa necessità che i moderni processi produttivi tutelino operatori, consumatori e ambiente. La necessità di riferirsi quindi a disciplinari di protezione integrata basati sulle specifiche caratteristiche territoriali (differenti contesti colturali e ambienti pedo-climatici, ecc.) e sulle esigenze produttive locali è imprescindibile, così come l’integrazione di nuovi strumenti IoT (Internet of Things), di intelligenza artificiale, di medicina predittiva, di diagnosi precoce e genetici per rendere prevenzione e cura efficaci rispetto alla vite. 

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Cos’è successo nel 2023

Nel 2023, l’andamento meteorologico primaverile, caratterizzato da piogge continue e abbondanti durante i mesi di aprile, maggio e inizio giugno, è stato molto favorevole allo sviluppo della peronospora. In particolare, a livello nazionale, su uva da vino è stata rilevata una grossa diffusione di infezioni su foglie, germogli e grappoli, che in molti areali ha gravemente compromesso la produzione, mentre su vite da tavola la diversificazione degli apprestamenti protettivi e in particolare la copertura precoce con teli, per anticipare il germogliamento, ha limitato anche fortemente la severità della malattia, quasi azzerando in taluni casi le infezioni. Analogo andamento è stato registrato in diverse regioni dell’area centro meridionale come generalmente confermato dai Servizi fitosanitari in occasione del Bilancio fitosanitario 2022 e 2023 della vite a uva da vino e da tavola, incontro svoltosi presso il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti (DiSSPA) dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro lo scorso 9 novembre 2023.

I primi sintomi da infezioni primarie sono stati rilevati in Puglia tra fine aprile e i primi di maggio sulle foglie con livelli di incidenza e diffusione, che – come detto – sono stati in alcuni casi alquanto elevati. Alle infezioni primarie sono seguiti numerosi cicli di infezioni secondarie che hanno determinato sintomi severi anche su germogli e grappoli, anche per l’impossibilità di effettuare trattamenti tempestivi. Dalla seconda metà di luglio le temperature elevate hanno determinato l’arresto della progressione della malattia, che tuttavia in alcuni areali ha mostrato ancora inoculo attivo anche a fine agosto. Danni contenuti si sono avuti solo nei vigneti trattati precocemente, prima delle piogge di aprile e in particolare nei vigneti di uva da tavola coperti con teli plastici per forzare l’anticipo di maturazione. In tali contesti la copertura ha protetto le viti dalle piogge continue e abbondanti di aprile, maggio e inizio giugno, oltre certamente a disallineare ciclo vegetativo della vite e ciclo biologico del patogeno. La forte pressione esercitata dall’abbondante inoculo ha determinato la necessità di eseguire interventi anche a cadenza settimanale sino a giugno, dovendo così ricorrere all’impiego di antiperonosporici sistemici con differenti meccanismi di azione, di induttori di resistenza e di prodotti rameici per limitare l’azione del patogeno. 

 

A cura di:

Stefania Pollastro, Donato Gerin, Angelo Agnusdei, Roberta Coronelli, Francesco Dalena, Emanuele Chiaromonte, Tommaso Quartarella, Flora Spataro, Giovanna Bottalico, Leonardo Susca, Antonio Ceglie – Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti Università degli Studi di Bari Aldo Moro

©uvadatavola.com

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