Post-raccolta, un lievito può aiutare

Si chiama Hanseniaspora uvarum e, grazie alla capacità di produrre metaboliti non volatili, è in grado di ridurre drasticamente la marcescenza dell'uva da tavola causata da alcuni patogeni fungini

da uvadatavoladmin
post-raccolta lievito

Un lievito naturale contro il decadimento post-raccolta dell’uva da tavola causato da Botrytis cinerea e Penicillium expansum: questo il risultato raggiunto da un team di ricercatori della Cina.

Si chiama Hanseniaspora uvarum e si tratta di un lievito capace di ridurre drasticamente la marcescenza post-raccolta dell’uva da tavola. I risultati dello studio condotto dall’Università di Lanzhou promettono di rivoluzionare il settore della conservazione alimentare, offrendo un’alternativa naturale e sicura ai tradizionali fungicidi chimici.

Com’è noto, l’uva da tavola è altamente suscettibile ai funghi patogeni dopo la raccolta, in particolare Botrytis cinerea (muffa grigia) e Penicillium expansum (muffa blu), i quali – oltre a provocare ingenti perdite economiche a livello produttivo – possono rappresentare un rischio anche per la salute umana attraverso la produzione di micotossine.

Fino ad ora, i produttori si sono affidati a fungicidi chimici, ma l’uso eccessivo ha portato a problemi di residui chimici e resistenza dei patogeni. Da qui la necessità di individuare soluzioni più sicure e sostenibili.

Lievito naturale per un post-raccolta più sostenibile e sicuro

I ricercatori hanno scoperto che il lievito Hanseniaspora uvarum, isolato dalla superficie dell’uva, produce metaboliti non volatili con una potente azione antifungina. In esperimenti sia in laboratorio che su uve della varietà Red Globe, questo lievito ha dimostrato una serie di vantaggi. In primo luogo, ha ridotto significativamente la crescita di B. cinerea e P. expansum in vitro e in vivo. Inoltre, ha mostrato un’elevata capacità di formazione di biofilm e potrebbe produrre vari metaboliti antifungini. Ma i vantaggi si riscontrano anche a livello qualitativo post-raccolta dell’uva: il trattamento con H. uvarum ha infatti ridotto il tasso di imbrunimento del rachide, la perdita di peso, la compattezza e la valutazione sensoriale. Anche i composti chiave identificati, come il flavonoide mahuannin D e l’indolo-3-etanolo, hanno inoltre mostrato proprietà antifungine e antiossidanti che rafforzano l’efficacia del trattamento.

post-raccolta lievito

Effetto del trattamento con Hanseniaspora uvarum (LY3) nel decadimento causato da B. cinerea e P. expansum sui frutti dell’uva. A) Decadimento causato rispettivamente da B. cinerea e P. expansum su pompelmo dopo trattamento con LY3. B) Incidenza del decadimento dei frutti d’uva trattati con LY3 inoculati rispettivamente con B. cinerea e P. expansum.

Come sottolineato dai ricercatori, i risultati sono promettenti: questo approccio potrebbe non solo migliorare la conservazione della frutta, ma anche ridurre la dipendenza da pesticidi chimici, contribuendo a un’agricoltura più sostenibile. Non solo: oltre alla sua efficacia, Hanseniaspora uvarum è considerato sicuro per l’uomo, senza rischi di tossicità o allergie, il che lo rende un candidato ideale per un’applicazione diffusa nell’industria alimentare, oltre che un promettente agente di biocontrollo per il controllo delle malattie post-raccolta nell’uva da tavola.

Lo studio apre ora la strada a ulteriori ricerche sullo sviluppo di prodotti commerciali basati su Hanseniaspora uvarum. La sfida sarà garantire la diffusione del metodo e la sua applicabilità su larga scala senza compromettere i benefici ecologici ed economici. 

Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

 
 
 

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