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Nel porto di Bari, le autorità hanno sequestrato 40 tonnellate di prodotti fitosanitari illegali durante un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza del II Gruppo Bari e dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. L’operazione ha portato anche alla denuncia di tre persone per falso in atto pubblico e frode in commercio. La merce, proveniente dalla Cina e trasportata attraverso la Grecia, era nascosta in container refrigerati selezionati grazie a un’attenta analisi dei rischi sui flussi commerciali in entrata in Italia.
Sin dai primi controlli si sono riscontrate diverse anomalie, tra cui incongruenze nelle date riportate sulle bollette doganali e irregolarità nelle modalità di trasporto. Inoltre, la merce non era correttamente etichettata, fattore che ha ulteriormente insospettito le autorità. Le verifiche effettuate presso il laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane hanno poi confermato che il prodotto sequestrato era idrogeno cianammide, sostanza in passato ampiamente utilizzata nel mondo agricolo, e in particolare nel comparto dell’uva da tavola, e nota ai più soprattutto come principio attivo del Dormex, vietato in Europa dal 2008 perché ritenuto tossico e potenzialmente dannoso per la salute umana e l’ambiente, con possibili effetti di lunga durata.
Prodotti fitosanitari illegali: il caso dell’idrogeno cianammide
L’idrogeno cianammide è una sostanza chimica utilizzata in viticoltura e in altri comparti agricoli per favorire la ripresa vegetativa delle piante dopo il periodo di dormienza invernale. Per anni è stato associato al ben più noto Dormex, fitoregolatore sviluppato negli anni ’50 per migliorare la resa agricola e largamente utilizzato nel campo dell’uva da tavola per anticipare e garantire un germogliamento più uniforme. Almeno fino agli anni ’90, quando sono iniziate a emergere le prime preoccupazioni sugli effetti nocivi dell’idrogeno cianammide. A conferma, diversi studi scientifici che hanno evidenziato come l’esposizione alla sostanza poteva causare irritazioni cutanee, problemi respiratori e, in alcuni casi, effetti cancerogeni a lungo termine. Inoltre, il suo impatto ambientale risultava significativo: la sostanza si accumulava nel suolo e nelle falde acquifere, mettendo a rischio la biodiversità.
A seguito di queste evidenze, l’Unione Europea ha avviato una revisione sulla sicurezza del Dormex nel quadro delle direttive sui fitofarmaci che, dopo una valutazione approfondita condotta dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), ha portato nel 2008 al divieto in tutta Europa del principio attivo per motivi di salute pubblica e tutela ambientale. Particolarmente severo il provvedimento disposto in Italia, che ha inoltre revocato la registrazione del prodotto fitosanitario Dormex e disposto il ritiro immediato delle scorte giacenti presso gli esercizi di vendita e gli utilizzatori.
Paese che vai, norma che trovi
Come di consueto, però, non mancano le anomalie. E a fronte di un quadro normativo europeo e italiano che muove in una certa direzione, permangono realtà come gli Stati Uniti e alcune nazioni asiatiche, in cui il prodotto continua a essere utilizzato sotto restrizioni specifiche. Senza tralasciare il mercato parallelo di fitofarmaci contraffatti, privi delle necessarie certificazioni di sicurezza, dove prodotti a base di idrogeno cianammide continuano a circolare illegalmente. Mettendo a rischio la salute dei consumatori e la sostenibilità ambientale, ma soprattutto evidenziando una disparità regolatoria che, mentre in Europa punta sempre più alla precauzione e alla tutela ambientale, in altre parti del mondo lascia spazio a normative meno stringenti e a rischi ancora poco controllati.
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Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com