Un tranquillo weekend di paura, questo è stato il primo fine settimana di luglio 2020, per le aziende agricole pugliesi che hanno visto i priori impianti cadere, inermi, sotto i colpi della grandine.
Come se non bastasse ci si è messo anche il vento e le precipitazioni.
Anche se la conta dei danni è ancora in atto da parte dei tecnici una cosa appare ancora chiara, il 4 luglio rimarrà tristemente impresso nella memoria dei viticoltori da tavola per i danni provocati dal maltempo.
Uno scenario quasi apocalittico, che ha toccato ogni areale produttivo pugliese ed ha azzerato in pochi minuti il lavoro di un anno.
“Non si è salvata nessuna provincia – denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia – da Nord a Sud della Puglia il maltempo non ha risparmiato niente e nessuno, ma nei territori di Taranto, Brindisi e nel Nord barese si segnalano i nubifragi più violenti e chicchi di grandine grandi come albicocche”.
Sottolinea Muraglia: “L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 3 miliardi di euro nel corso del decennio. L’andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica”.
Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia segnala: “A Cerignola la grandine ha distrutto diversi vigneti” A Massafra, Castellaneta, Martina Franca, Manduria e Avetrana in provincia di Taranto, tra Francavilla e Carosino a Brindisi e in provincia di Bari tra Gravina e Altamura e nel Nord barese tra Corato e Andria la improvvisa ondata di maltempo ha allagato i campi e le violente grandinate ha provocato gravi danni ai vigneti di uva da tavola. Uno scenario quasi apocalittico, che ha azzerato in pochi minuti il lavoro di un anno.
Il problema, infine, per CIA Agricoltori è: “Drammaticamente legato ai cambiamenti climatici in atto, ma è anche vero che nessun provvedimento strutturale è stato assunto dai governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni per intervenire soprattutto sul sistema delle assicurazioni. Noi lo diciamo da almeno due lustri; occorre ampliare la possibilità di assicurarsi contro le calamità, è necessario rendere più sostenibili e accessibili le polizze anche alle piccole e medie imprese del comparto primario“.
Autore: La Radazione
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