Lo scorso aprile, il Parlamento europeo ha approvato a larga maggioranza la proposta di regolamento imballaggi e relativi rifiuti, presentata dalla Commissione europea nel novembre 2022. Si tratta di un’iniziativa volta a uniformare le regole sul ciclo di vita degli imballaggi in tutti gli Stati membri, dalla progettazione allo smaltimento.
Ma cosa si intende per imballaggio? Secondo la Direttiva 2004/12/CE, un imballaggio è un prodotto, composto da materiali di varia natura, utilizzato per contenere e proteggere merci, agevolando la manipolazione, il trasporto e la presentazione al consumatore.
L’obiettivo è ambizioso, ma non impossibile e coinvolge tutti gli operatori della filiera agricola, dai produttori ai rivenditori. Verrà inoltre applicata su tutti i tipi di imballaggi immessi sul mercato europeo, compresi quelli del settore agroalimentare. L’obiettivo è progettare imballaggi riutilizzabili e riciclabili utilizzando materiali sostenibili per ridurre l’impatto ambientale sia durante il ciclo di vita del prodotto, sia in fase di smaltimento.
Quali sono le principali novità previste dal regolamento imballaggi?
Il regolamento pone l’attenzione sulla riduzione dei rifiuti di imballaggio, sull’incremento del riciclo e sulla promozione di materiali sostenibili utilizzati per realizzare i prodotti.
Per farlo il regolamento imballaggi prevede l’introduzione di una dichiarazione di conformità UE di cui dovranno essere dotati tutti gli imballaggi, rilasciata dal produttore in cui si attesta il rispetto dei requisiti normativi. Questo documento, tradotto nella lingua del Paese in cui l’imballaggio sarà commercializzato, è distinto dalla marcatura CE che rimane legata al prodotto contenuto. Ogni stato membro sarà tenuto a istituire un registro nazionale per i produttori di imballaggi, obbligando chi li immette sul mercato a iscriversi. Norma che riguarda anche gli imballaggi provenienti da Paesi terzi, i quali dovranno quindi rispettare i criteri europei.
Gli imballaggi, inoltre, dovranno essere progettati per ridurre al minimo il loro volume, minimizzando peso e dimensioni per evitare sprechi di materiale. Sarà obbligatorio limitare l’eccesso di imballaggi che non dovrà superare il 50% dello “spazio vuoto” tra contenitore e prodotto dell’imballaggio multiplo, imballaggio per il trasporto e imballaggio per il commercio elettronico.
Sempre nell’ottica di riduzione degli imballaggi, dall’1 gennaio 2030 saranno vietati imballaggi per ortofrutta fresca non trasformata sotto 1,5 kg. Tuttavia, sono previste eccezioni per esigenze di conservazione o standard di qualità (come nel caso delle Dop e Igp), al fine di ridurre il numero di imballaggi del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, imponendo in particolare la riduzione degli imballaggi in plastica.
Per evitare effetti nocivi sulla salute saranno inoltre vietati gli imballaggi a contatto con alimenti contenenti quantità di PFAS (sostanze alchiliche perfluorate e polifluorate) superiori ai limiti stabiliti.
Il focus del regolamento è sempre incentrato, però, sugli imballaggi riutilizzabili in cui si dà priorità al riutilizzo rispetto al riciclo, stabilendo obiettivi vincolanti per il 2030. Dovranno dunque essere progettati imballaggi riutilizzabili, anch’essi accompagnati da una dichiarazione di conformità, dotati di appositi QR-code o supporti digitali per avere informazioni utili sul loro riutilizzo. Sarà poi introdotto un sistema unico di etichettatura per identificare materiali, modalità di smaltimento e riutilizzo, accessibile anche in formato digitale tramite QR-code o apposite piattaforme online.
Tempi e prospettive: prossimi passi verso l’attuazione
L’approvazione definitiva del Regolamento imballaggi spetta ora al Consiglio Europeo, che potrebbe pronunciarsi entro la fine dell’anno. Una volta adottato, il Regolamento diventerà immediatamente efficace, concedendo agli operatori un periodo di adattamento.
Questo regolamento rappresenta un passo avanti decisivo nella strategia dell’Unione europea, in linea con gli obiettivi del Green Deal che promuove un’economia più circolare e sostenibile. L’ambizione è quella di ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi e promuovere soluzioni innovative e responsabili.
Quali conseguenze o ricadute si potranno avere nel comparto dell’uva da tavola, e più in particolare nel post-raccolta, è ancora difficile da prevedere. Senza dubbio la strada della sostenibilità è ormai tracciata da tempo e perseguirla è l’unica opzione possibile.
Federica Del Vecchio
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